3 maggio 2009

235) Fiat, fermati lì. Non avere la fregola di strafare!



Fiat, fermati lì. Non avere la fregola di strafare!

Fiat, stopped there. Try not to overdo!


La Chrysler è un'azienda produttrice di automobili, in amministrazione controllata.

Questa è una procedura che cerca di evitare il fallimento di una società, anzi ha lo scopo di risolvere la crisi di un’azienda prevedendo che essa ottenga la cancellazione, lo scioglimento dei debiti e conservi tuttavia la proprietà dei beni e la possibilità di proseguire l’attività lavorativa.
In pratica i creditori rinunciano ad incassare per il momento i loro crediti, accontentandosi di una promessa per il futuro.

Nelle prossime settimane la vicenda verrà esaminata dal Tribunale statunitense, che dovrà valutare tutti i dettagli della procedura di amministrazione controllata, la liceità degli atti e il rispetto dei diritti dei creditori.

Se la Corte bocciasse il piano, per la Chrysler ci sarà il fallimento: verranno licenziati tutti gli attuali 380 mila dipendenti, verranno venduti i beni della società per far fronte almeno in parte ai debiti, e qualcuno degli attuali amministratori finirà in galera.

Se invece, come si spera, la Corte darà via libera, e se nessun creditore vi si opporrà, gli impianti e la tecnologia Chrysler saranno ceduti ad una nuova società che manterrà il posto di lavoro per 39 mila dipendenti.
Di questa nuova società le associazioni sindacali statunitensi controlleranno da subito il 55%, e la Fiat, senza alcun esborso di denaro, otterrà il 20% del capitale, con la possibilità di salire in seguito fino al 35%, ed ottenere la quota di maggioranza entro il 2013.
Bisogna riconoscerlo, è un'operazioner finanziaria magistrale!

Questa alleanza tra le due aziende consentirà alla Chrysler di ampliare la gamma dei suoi prodotti con auto più piccole, economiche ed ecologiche, cioè con modelli attualmente lontani dagli stili di vita americani.
Inoltre Chrysler potrà dare alla fabbrica torinese competenze nel settore delle grandi cilindrate ed in particolare nei Suv.

In termini commerciali l’accordo consente a Fiat di entrare nel mercato americano con le vetture di qualità, tecnologia e design dei marchi Lancia e Alfa Romeo, leggende automobilistiche di tutto il mondo e oggetto dei desideri di molti americani.

Il nuovo gruppo Fiat Chrysler potrebbe sfiorare la soglia dei cinque- sei milioni di auto prodotte annualmente,tra Europa e Usa, e dunque le premesse per un grande successo commerciale ci sono tutte.
La storia però insegna a stemperare gli entusiasmi.
In passato i grandi accordi tra case automobilistiche non hanno avuto vita facile.
Riuscirà la Fiat dove altri hanno in precedenza fallito? Come reagirà il mercato mondiale dell’auto?

Mentre è lecito porsi questi interrogativi, la casa torinese punta a rilevare da subito anche il marchio Opel, avendo però di fronte l’opposizione di molti politici tedeschi, in piena campagna elettorale per il rinnovo del loro Parlamento , quella dei sindacati tedeschi, nonché la concorrenza del gruppo austriaco canadese Mag na (si pronuncia Magk Na).

Attualmente la Opel, di proprietà della General Motors, produce due milioni di vetture all’anno ed ha chiuso il 2008 con una perdita di due miliardi di euro.
Per questo la Gm è disposta a venderla.

Un eventuale accordo consentirebbe a Fiat di rafforzarsi anche sul mercato europeo e vorrebbe dire che essa entrerebbe a far parte di quell’elite dell' impero mondiale dell’automobile, diviso tra pochi colossi ( Europa, Usa, Giapppone, Cina Corea e India) pronti a guerreggiarsi tra loro.


E sarà capace la Fiat di fronteggiare il conseguente dispendio di energie, soprattutto dal punto di vista finanziario?
La sua attuale tecnologia è tra le più avanzate e innovative al mondo, ma i suoi dirigenti hanno calcolato bene tutte le difficili conseguenze che si dovranno affrontare?

Speriamo in bene, però Fiat, attenta a non voler strafare.

La storia insegna che gli imperi nascono, crescono e poi crollano, e le pedate nel sedere le ha sempre prese la povera gente.




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