1 luglio 2009

291) Nessuno dice che siano dei disonesti, ma certo è che questi due giudici si sono comportati da sprovveduti.




Nessuno dice che siano dei disonesti, ma certo è che si sono comportati da sprovveduti.



Due giudici della Corte Costituzionale, sono stati avvistati mentre cenavano in simpatica compagnia con Berlusconi, Letta ed altri dell’entourage governativo in un ristorante romano.

Nulla di male, se non fosse che la Corte Costituzionale si dovrà occupare tra breve tempo della questione del lodo Alfano, cioè di quella legge che esenta le quattro più alte cariche dello Stato dall’essere sottoposte a indagini, processi penali o condanne nel mentre che rivestono tali incarichi di prestigio.

Qualcuno ha sottoposto al giudizio di costituzionalità tale legge recentemente approvata, e i giudici della Corte Costituzionale, per un principio di opportunità di giudizio, dovrebbero almeno astenersi dal frequentare, in ambiti non strettamente lavorativi le persone beneficiarie di tale legge.

Partecipando alla suddetta cena conviviale, i due giudici è come se avessero voluto dire al nostro Capo del Governo, che egli non deve temere alcun rigetto della legge in questione, ma di poter anzi contare su un giudizio favorevole per lo meno da parte di loro due.

Tra persone potenti, e i giudici della corte Costituzionale lo sono, non è vietato sedersi a tavola e conversare amabilmente del più e del meno, ma anche solo per un principio di opportunità, è bene che si rimandino tali incontri di amicizia e di stima reciproca a dopo l’archiviazione della pratica che vede coinvolti in un giudizio i partecipanti alla cena conviviale.
Questi due giudici si stanno comportando come i bambini che sono stati scoperti con le mani nel vasetto della marmellata, e strillano la loro innocenza a più non posso, inviando insulti di barbarie a chi li accusa quantomeno di sprovvedutezza, di faciloneria, di superficialità o di scempiaggine.

Uno dei principi cardine di un giudice, è di non lasciarsi mai coinvolgere emotivamente nella diatriba tra accusato ed accusatore, ma di starne fuori, al di sopra, come fosse su un elicottero dal quale si può avere una visione d’insieme delle cose che accadono in basso e si possono quindi meglio cogliere i legami e gli intrecci.
Questi due giudici non l’hanno ancora capito, a dispetto delle posizioni di prestigio che sono state loro affidate.
Forse è bene che si dimettano e lascino il posto ad altri meno sprovveduti di loro.



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