31 gennaio 2010

26.0) Ma chi è che gliele racconta a Berlusconi queste barzellette cosi scadenti? E perché poi lui le racconta a noi?


Ma chi è che gliele racconta a Berlusconi queste barzellette cosi scadenti? E perché poi lui le racconta a noi?












Ogni tanto il nostro attuale Presidente del Consiglio, durante qualche convegno o qualche riunione sente la necessità di raccontare una barzelletta.




Forse il clima di queste riunioni non è dei più conviviali, oppure i rapporti tra i ministri sono tesi ed allora per sdrammatizzare egli se ne viene fuori con qualche battuta che vorrebbe essere spiritosa.
Non rendendosi conto della situazione fantozziana che la sua posizione assume in queste riunioni,parodiando le spiritosaggini che pronunciava il Mega Direttore Galattico alle quali i sottoposti dovevano rispondere, pena il licenziamento immediato, con applausi prolungati, se, come spesso accade, egli si autoconvince che quanto da lui raccontato è accettato con simpatia ed allegria dai convenuti, chi lo fermerà poi più nel far trasparire anche all’esterno le sue battute?
Una domanda è d’obbligo: ma chi è che gliele racconta a Berlusconi, chi gliele prepara queste barzellette cosi scadenti? Perchè non c’è che dire: scadenti sono, baggianate sono, cretinerie che neanche nella più infima bettola indurrebbero qualcuno al sorriso o all’applauso.

E invece tutti giù a ridere, e i giornalisti amici a far la gara a chi la racconterà meglio, l’indomani, nei loro entusiastici articoli, e i giornalisti nemici a chi la stroncherà meglio e di più.
In genere il succo delle storielle che racconta è un’apologia della sua figura di Presidente di qualcosa, o di Miliardario, o di Imprenditore di successo, che viene paragonata al Papa, o a Gesù Cristo, oppure a Dio Creatore e Signore di questo mondo.
E già questo dovrebbe fargli capire quanto siano lecchini nei suoi confronti gli autori di queste barzellette, ed invogliarlo a sostituirli con altri meno dispensatori di incenso e mirra e forse un pò più intelligenti.



Perché non tutti gli italiani sono disponibili all’applauso per paura o per convenienza, non tutti hanno qualcosa da perdere, anzi a molti di loro, all’ascolto di tali baggianate, gli vengono come delle pruderie alle mani.




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