1 novembre 2010

204.0) L’Inferno e la Festa dei Santi.

L’Inferno e la Festa dei Santi.

Tutto sommato sono convinto che l’inferno, inteso come  allontanamento eterno dal perdono di Dio, non esista.


Chi mai nella sua vita ha commesso colpe tanto gravi  che Dio lo  scacci lontano  da sé per l’eternità?

E poi, questo grande peccatore, quando peccava era pienamente consapevole di quello che stava facendo?
O non era  piuttosto  che la sua mente obnubilata  dalle passioni terrene,  dalle pressioni della pubblica opinione,  da circostanze esterne  gli   rendeva quasi obbligatorio il seguire la via peccaminosa che stava intraprendendo?
Chi di noi può dire espressamente:"io compio  volutamente questa azione pur sapendo che è peccato,  e la compio con la precisa intenzione di offendere Dio?"
Credo che nessuna persona, dotata di normale intelletto  sia mai stata presa da una decisione così balorda.

Sono convinto  che ognuno di noi si comporti nella vita in base alle  proprietà che gli sono state donate  dalla Natura, ai talenti che ha ricevuto alla nascita, alle  inclinazioni e  alle energie ricevute, e quindi  più di tanta trasgressione alla legge naturale  non è in grado di  fare.
La via e i limiti della propria azione nella vita sono  chiaramente  contenuti e delimitati nel proprio Dna.
Se uno ha l’inclinazione al furto, che peccato può commettere rubando?
Nessuno, però certo, la società si deve difendere da uno che ruba, e lo deve condannare, ma Dio, quel Dio che gli ha  fornito nel Dna il desiderio di rubare, ma che condanna può mai  dargli a uno così?
E una condanna eterna, poi! Una condanna che non finirà mai, mai, mai…..
Se lo facesse sarebbe un Dio, oltrechè ingiusto, anche un Dio  esagerato nelle punizioni.
E invece noi sappiamo che Dio è giusto ed è esageratamente  misericordioso nel perdono.
E allora non parliamo più di Inferno e di pena eterna, ma semmai di  Purgatorio e di necessità di un periodo transitorio di allontanamento da Dio per ripulire la nostra anima dalla sporcizia e dalle ragnatele che abbiamo lasciato depositarsi in essa durante la nostra vita.






Oggi è il Primo novembre e in questa data la Chiesa cattolica  ci invita a celebrare la Festa di tutti i Santi.
Ognuno di noi, oggi, pensando ai propri familiari o congiunti  da cui la vita ci ha separato, pensa ad essi  immaginandoli felici nell’aldilà, nella nuova vita che stanno trascorrendo,  pur sapendo che nessuno di loro era un essere perfetto, ma  sapendo anche che  nella loro vita terrena di sacrifici, di dolore e di difficoltà, essi hanno già ampiamente espiato  le loro  piccole colpe del vivere quotidiano e che Dio li sta già da  ora sicuramente e certamente annoverando  tra i suoi Santi.

Se noi stessi, che siamo esseri imperfetti,  non riusciamo a dire di una persona, dopo la sua morte, "speriamo che Dio lo maledica per l’eternità", perché tutto sommato un senso di pietà per il defunto  ci vieta di  esprimere giudizi tanto impegnativi,  come possiamo poi affermare che Dio, infinitamente più pietoso di noi,   abbia creato l’inferno per  punire in modo tanto  esagerato le piccole colpe di un essere umano, di una formichina  vissuta sulla terra? 
"Sursum corda", stiamo lieti, perchè, e speriamo tra qualche decennio, il primo di novembre  qualcuno penserà e pregherà per noi  vedendo anche noi,  con la mente,  schierati tra i Santi del Paradiso.
Alla facciaccia dell’Inferno e di chi  continua a credere in un Dio talmente ingiusto e cattivo da averlo creato!


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