Il nucleare dei vescovi.
Mi è capitato in mano in questi giorni un opuscolo stampato nel dicembnre 2010. (...solo tre mesi fa) edito da Enel e Soc. Sviluppo Nucleare Italia e intitolato "Energia per il futuro", che decanta le proprietà miracolistiche dell’energia nucleare, e riporta all’interno delle sue paginette i pareri entusiastici del Vaticano e dello stesso Benedetto XVI.
A pag. 3 si legge questa stupefacente dichiarazione del Cardinale Renato Martino, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della pace:
“Assicurata la sicurezza degli impianti e dei depositi,
regolati in maniera severa la produzione, la distribuzione e il commercio di energia nucleare,
mi sembra vi siano in Italia i presupposti per una politica energetica “integrata”,
che contempli, quindi,
accanto a forme di energia pulita,
anche il nucleare”.
Di fronte a siffatte dichiarazioni, come si suol dire. la domanda sorge spontanea:
"Ma perché i preti non si limitano a parlare di Dio e del Vangelo?"
Adesso, a quanto pare, ne abbiamo anche uno esperto in energia nucleare.
Se questo cardinale, quando parla del Vangelo lo fa in modo così supponente , generico e inappropriato, c’è da farsi venire dei dubbi sulla religione che ci viene inculcata.
Anche per questo esimio Prelato vale la regola aurea:
“Parla di ciò che sai e taci dell’altro.”
Ed anche
“ un buon tacer non fu mai scritto”
Il silenzio, ah! il silenzio ogni tanto, ci aiuterebbe a disperdere le parole di fumo che aleggiano davanti ai nostri occhi dettate da un sapere superbietto di cui non abbiamo proprio bisogno.
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