3 agosto 2011

135.1) Processo breve e processo lungo.

Processo breve e processo lungo.

Molti tra i miei amici hanno votato per la Lega Nord o sono simpatizzanti di questo partito.
Tra di loro è ormai grande l’imbarazzo per le recenti scelte dei loro dirigenti nazionali di appoggiare sempre e comunque, in cambio di una fetta di potere, le sciagurate guerre personali di Berlusconi contro la magistratura.
I provvedimenti che più li fanno arrabbiare sono le recenti discussioni in Parlamento del processo breve e del processo lungo.
Proviamo a ragionarci sopra.


Processo breve


Una persona è sotto processo.
Non volendo rischiare di terminare il processo con una condanna, essa incarica i suoi avvocati di tirarla per le lunghe con ogni motivo e pretesto , facendo eccezioni e ricorsi su tutto e su tutti, in modo che i tre gradi del giudizio (primo grado, corte d’Appello e corte di Cassazione) non si riesca a contenerli nel breve lasso di tempo previsto dalla legge.
Se questo accade , il processo deve essere interrotto e la sentenza viene  emessa  con la formula di  “non potersi procedere per la prescrizione dei termini”.
Si badi bene: non è che l’imputato sia stato assolto, ma non si può più continuare a processarlo perché il processo è già durato anche troppo, oltre i limiti fissati dalla legge.
La proposta di legge sul processo breve, che è stata approvata finora solo dal Senato, prevede che i tre gradi di giudizio terminino con la sentenza definitiva al massimo entro 9 anni dall’inizio della causa.

Chi  sono le persone che saranno agevolate dal processo breve, cioè dalla fissazione di un limite di tempo breve entro cui emettere il giudizio di innocenza o colpevolezza?
Certamente le persone innocenti, che vedranno accertare in pochi anni la loro innocenza .
Ma anche, e qui sta il trucco, gli imputati consapevoli di aver commesso i reati per i quali sono sottoposti a giudizio.
Infatti, se costoro dispongono di agiatezze o ricchezze personali,  sono in grado di contrastare le accuse affidandosi ad un pool di avvocati difensori ben pagati e ben retribuiti, e quindi disposti a far allungare i tempi del processo con ricorsi, motivazioni , eccezioni e pretesti vari.
Tutto entro i confini della legge , naturalmente.
Solo che la si tira per le lunghe, in modo da ottenere alla fine una sentenza di “non potersi procedere per la prescrizione dei termini”.
Comodo, vero, per chi dispone di un mucchio di soldi?
Col processo breve, e certamente con un elevato esborso di denaro, il riccone eviterà sempre il carcere , mentre il piccolo delinquente di periferia, coi suoi avvocati di periferia, in poco tempo riceverà la sua bella condanna definitiva.


Processo lungo


Andata male l’idea del processo breve, che non è ancora stato approvato dai due rami del l Parlamento, le stesse persone ricche e consapevoli di aver commesso i reati, che cosa si inventano?
Si inventano un proposta di legge per la quale i processi diventeranno di una lungaggine infinita,  col rischio quindi di non arrivare mai alla sentenza definitiva del terzo grado di giudizio.
Si dà facoltà agli avvocati della difesa, di produrre e di portare nel processo tutti i testimoni che ritengono opportuno per allungare i tempi del processo e non farlo finire mai.
Se il processo non termina, è il presupposto di questa legge, la sentenza di condanna non può essere emessa.
Quindi, anche in questo caso gli unici che verranno processati e sanzionati con anni di galera sono i soliti piccoli delinquenti di periferia che non hanno capacità economiche per pagarsi il meglio degli avvocati esistenti sulla piazza.
Invece i ricchi disonesti, i potentati mafiosi o le lobby dalle rilevanti capacità economiche, tutti costoro non vedranno mai più terminare un processo a loro carico, e quindi, fin che il processo dura, la galera è evitata.
Anche in questo caso, come nel processo breve, chi ci guadagna è la categoria degli avvocati, che percepiranno, anno dopo anno, le loro belle e salate parcelle per la difesa dei loro ricchi e potenti clienti.
E la pacchia per gli avvocati, probabilmente non terminerà mai, e già si intravede come nelle università stiano tornando in auge le iscrizioni per la laurea in avvocatura, cioè nella professione che questa legge del processo lungo,  se sarà approvata. avrà fatto diventare quasi un lavoro a tempo indeterminato,  perché la causa processuale, quand’anche venisse a mancare l’imputato ( la vita termina per tutti), potrà poi proseguire negli anni su eventuale incarico degli eredi non disposti a tollerare una condanna, anche se postuma, per il loro benefattore ormai defunto..

Non c’è che dire, abbiamo un Parlamento che se le inventa proprio tutte pur di stabilire che “ i cittadini non sono uguali di fronte alla legge”.
Purtroppo  noi questi parlamentari, invece di mandarli a casa, li manteniamo e paghiamo loro stipendi da nababbi.

A questo punto anche  i miei amici leghisti hanno capito che per tenersi buono Berlusconi, e non rinunciare alle poltrone romane,  in Italia si sta arrivando , anche con il contributo del loro partito, a questa assurdità giuridica per cui ci saranno migliaia di persone che non riusciranno ad ottenere giustizia e saranno quindi vittime di un’ "ingiustizia legalizzata”, mentre i veri malfattori, ricchi e potenti, riusciranno sempre ad evitare la galera.


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