5 settembre 2011

150.1) Lo scopo della manovra economica è quello di trovare 45,5 miliardi oppure di modificare l’art. 18?

Lo scopo della manovra economica è quello di trovare 45,5 miliardi oppure di modificare l’art. 18?





Cosa c’entra la modifica dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ( che vieta il licenziamento dei lavoratori dipendenti se non per giusta causa), con la manovra economica in atto che aveva lo scopo di raggranellare 45,5 miliardi di euro per ottenere il pareggio di bilancio dal 2013 in avanti?

Uno degli ultimi emendamenti allo studio, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, riguarda i licenziamenti.
Con una deroga, che di fatto aggira l’articolo 18, si potrà licenziare, seppure con l’accordo dei sindacati.

Ora, chi mi sa dire, quanti miliardi di euro verranno raggranellati dal governo con la concessione ai datori di lavoro del diritto di licenziare i propri dipendenti come e quando vogliono?.
Vien da dire zero, e difatti cosa c’entra questa norma con il pareggio del bilancio dello stato, che la Commissione europea ha imposto all’Italia dal 2013 p.v.?
Il metter mano alla modifica di questo articolo è solo un pretesto per rimettere in discussione lo Statuto dei Lavoratori, cioè quella legge sociale che ha finora impedito in Italia l’insurrezione popolare della classe operaia contro i soprusi della classe padronale.

E allora, perché il governo, proprio nel momento della sua massima debolezza, ci riprova?
E’ questo un sintomo dello sbandamento mentale in cui è caduto questo governo che non vuole tassare i ricchi, e cerca di raschiare sul fondo del barile, perché oltre a cambiare ogni sei ore il testo della manovra, se la prende adesso senza alcuna necessità plausibile contro la classe sociale che, secondo i nostri politici, gode di più privilegi dopo quelli della loro casta. 

Difatti, i lavoratori dipendenti sono tutelati sul posto di lavoro: guai a licenziare i fannulloni, i sindacati combattono per loro, etc. etc. etc, mente gli industriali, poverini , devono vedersela con il rischio di impresa e diversi di loro anche con il rischio delle oscillazioni di borsa che gli mangia il capitale, e adesso anche con la tassazione al 20% del capital gain.

Poverini!.Oh come è brutto in Italia essere ricchi!.
Occorre quindi rendere difficile, per parità, la vita a quella parte di lavoratori che ha tutto garantito: posto di lavoro, bassi stipendi, ferie, tredicesima e forse quattordicesima mensilità, cassa integrazione, diritto di sciopero, etc,etc. etc.

Il ragionamento, dal punto di vista di un governo che ha come fine del suo agire la tutela dei redditi dei ricchi, ha una sua logica anche se perversa, occorre dirlo: ma che c’entra tutto questo con il proposito di trovare i soldi per il pareggio di Bilancio?

Quanti soldi farà entrare in cassa la modifica dell’art. 18?
Zero al quoto, , ma prima o dopo, questi privilegiati lavoratori dipendenti dovevano pure essere colpiti nei loro diritti e nelle loro sicurezze.
E allora tanto vale approfittare del varo di questa manovra economica per tanti versi sciagurata, per colpire questa categoria di parassiti sociali.
E i lavoratori si guardino bene dal protestare e scioperare.
Si mettano invece a lavorare di più e ad andare in pensione più tardi, perchè questa nostra benedetta Italia, governata dallo sfasciume di questi politici, ha bisogno di tirarsi fuori al più presto dal pantano in cui è stata da questi fatta cadere.



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