15 dicembre 2011

196.1) Gli errori del governo Monti

Gli errori del governo Monti

1) non aver ridotto le spese militari
 
1) non aver applicato l'Ici a chiunque sia proprietario di un bene immobile e senza eccezioni.

 
2) non aver applicato un ulteriore 15% sui capitali scudati in modo da far loro pagare in totale  il 20%, cioè  l' aliquota iva che ogni povero cristo deve pagare.

 
3) non aver ridotto l'Iva per rilanciare l'economia

 
4) non aver introdotto il contrasto di interesse fiscale tra chi paga e chi riscuote una somma di denaro.

 
chiarimento sugli errori 3) e 4)

 Ridurre  l'Iva  e permettere la deduzione delle spese per uscire dalla crisi

Se dopo una visita da un professionista vi mettono dinnanzi al dilemma:

–“se vuole la fattura sono 120 euro, oppure, senza fattura sono 70 euro" –
una persona di buon senso cosa fa? Paga 70 e non se ne parla più.

Questo non è un indovinello, ma la realtà di quanto avviene quotidianamente centinaia di migliaia di volte in tutti gli studi professionali o medici, o veterinari, o commerciali, etc.. .

Chi incassa soldi senza emettere fattura sfugge  al fisco e danneggia la società perchè lo Stato incassa meno imposte del previsto e perciò aumenterà la pressione fiscale su coloro che non possono evadere e quindi a pagare saranno sempre e solo quelli che percepiscono redditi da lavoro dipendente.
Come ovviare a questa ingiustizia?
Permettendo anche a costoro  di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 40% netto di tutte le spese che sostengono.
Allora, nell’ esempio  qui sopra, il cliente del professionista avrebbe  certamente risposto:-“ voglio la fattura “-  e avrebbe pagato 120 euro. 
Poi nella dichiarazione dei redditi avrebbe elencato tra le spese sostenute il netto della fattura  (cioè 100)  ottenendone il rimborso di 40 dallo Stato.
Totale: spesa di 120, meno rimborso di 40 uguale 80.
Certo, il professionista   ti avrebbe permesso di pagare solo 70 se non volevi la fattura, ma comunque  pagare 80 non è in definitiva come pagarne 120.

Lo Stato  dandoti il rimborso del 40% all’apparenza ci rimette, ma invece riesce dapprima a incassare l’iva di 20 sulla fattura di 100 che il professionista è stato costretto a dichiarare tra i suoi redditi, e in più riesce ad assoggettare a Irpef l’esatto ammontar dei redditi di costui, perché adesso ha la vera cognizione dei suoi redditi , che
altrimenti , senza il contrasto di interesse, non avrebbe mai  avuto.
Ci sono fior di professionisti dallo studio sempre pieno ad ogni ora del giorno, che in agosto emettono la fattura nr. 29 (mentre a rigor di logica dovrebbe essere attorno al 3.000:- venti fatture al giorno x venti giorni al mese x 8 mesi-).

Se poi, abbinata a questa riforma il governo  avesse
anche avuto  il coraggio  di ridurre l’iva, cioè se anziche del 20 o più per cento, l'avesse  portata che so, al 10 %, il costo della vita si sarebbe drasticamente ridotto e quindi la gente sarebbe invogliata a spendere di più , l'economia tornerebbe a produrre ricchezza  e il giro di affari aumenterebbe probabilmente di una quota percentuale superiore a quella diminuita, consentendo così allo Stato un maggior prelievo fiscale.

Meraviglia e stupisce come dei professori bocconiani di economia,  giunti al governo con grandi dichiarazioni di  giustizia sociale e di equità,  non abbiamo capito l’importanza di questo duplice meccanismo di riduzione contemporanea dell’Iva da una parte e di di introduzione  del  contrasto di interesse tra chi paga e chi riscuote , che è in grado se ben applicato di rilanciare l’economia e la produttività  e di combattere alla fonte l’evasione fiscale, senza introdurre ulteriori tasse, ma al contrario diminuendole. 
Invece "i professori"  hanno preferito ( per pavidità? per  incompetenza? per minacce o ricatti?  per altri fini nascosti?...) passare alla storia come il governo delle tasse, il che non fa certo  onore  alla loro intelligenza. 
Ma noi pensiamo che  dopo alcuni sbandamenti iniziali per l'incomprensione  degli ingranaggi dei meccanismi politici,  essi abbiano a riprendersi e a dotare l'Italia di quelle riforme  che tutti i cittadini medi  da loro  si  aspettano.





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