1 giugno 2013

42.3) 2 per mille ai partiti: nuova torta da spartirsi o cura dimagrante?

2 per mille ai partiti: nuova torta da spartirsi  o cura dimagrante?



Secondo  il disegno di legge del governo Letta, dal 2016  i partiti politici verranno finanziati con il 2 per mille delle imposte che ogni  cittadino  deve  allo Stato, così come si fa per l’8 per mille alle istituzioni religiose e al 5 per mille alle associazioni onlus e  di volontariato
Ognuno di noi quindi da quella data   potrà, se lo vorrà, destinare il suo 2 per mille al   partito preferito.

La stranezza di questa proposta di legge del governo è però  il fatto  che questo versamento ,  anziché essere  su base volontaria sarà  obbligatorio per ogni cittadino, e quindi   ognuno di noi   si verrà  a trovare  nella scomoda situazione di  dover  destinare  parte delle sue imposte dovute allo Stato al  mantenimento  in vita di partiti che  magari  gli fanno schifo e  che vedrebbe ben volentieri  scomparire.

Non è cosa da poco  perchè, essendo di 800 milioni di euro la torta di soldi pubblici così da spartire,  ed essendo stabilito che ogni partito non potrà ricevere più di 61 milioni   di euro  ( contro i 91 attuali),   gli eventuali  importi obbligatori  in esubero  a questo tetto massimo  saranno ripartiti  con  criteri ancora  sconosciuti tra tutti i  diversi  partiti  o movimenti che avranno rispettato  alcuni obblighi  di trasparenza di bilancio e di  democrazia interna.

Viene spontaneo a questo punto  chiedersi  se questo disegno di legge  sia  una buona proposta, oppure  un’ altra presa in giro per  gli italiani, dato che la maggior parte di essi   vedrebbe  ben volentieri  la scomparsa   di tutta la  casta politica  e di tutti i suoi privilegi.
Perché occorre anche ricordare che anni fa,  con un referendum ,   gli elettori  avevano già stabilito che i partiti  avrebbero dovuto  essere lasciati  a   morire di fame e di sete, e quindi  la loro  incidenza sui  costi del  bilancio dello Stato avrebbe  già dovuta essere  da tempo   pari a zero.

Ma visto come sono andate le cose,  non si vorrebbe che anche tutto questo ventilato  cambiamento non  si riveli poi essere  che  un banale  pretesto   di facciata, per lasciare in realtà  le cose come stanno, al che gli italiani questa volta si incazzerebbero.
E di brutto. 


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