19 giugno 2014

58.4) Coincidenze, pasticci, errori, fortune e sfortune nel caso di Yara.



Coincidenze, pasticci, errori, fortune e sfortune nel caso di Yara. Il caso di Yara Gambirasio è stato fin dall’inizio costellato di pasticci, errori, fortune e sfortune da parte degli inquirenti e del destino.




 Per iniziare, il suo corpo martoriato è stato trovato solo per caso, tre mesi dopo la scomparsa, in un campo di Chignolo d’Isola già più volte perlustrato anche con l’aiuto di cani da ricerca, da un passante che aveva perso il suo aereo da modellismo in quel prato pieno di sterpaglie.


 In seguito sui suoi indumenti sono state individuate piccole tracce di sangue da cui si è potuto ricavare il Dna dell’assassino, e alcune tracce di polvere di cemento.

 Si constatò che nei pressi erano in corso dei lavori edili per la costruzione di un supermercato, e che il prato incolto confinava con una discoteca molto frequentata nelle ore notturne.
Errori
 Dopo le prime indagini venne quasi a colpo sicuro incolpato un giovane muratore extracomunitario che per via marittima stava facendo ritorno per ferie al suo Paese e venne quindi fatta rientrare la nave al porto di partenza per poter arrestare il presunto colpevole reo di aver fatto una telefonata con delle frasi che degli improvvisati e non autorizzati interpreti avevano mal tradotto, nelle quali pareva venisse accennato alla morte di Yara. ( Il tapino che si è trovato la vita rovinata e perso il posto di lavoro, è poi stato discolpato e rilasciato alcuni anni dopo con tante scuse da parte della magistratura).

 Vista la gaffe subita con il seguire la traccia delle polveri di cemento, gli inquirenti decisero di controllare a tappeto il Dna di tutti i frequentatori della discoteca attigua al campo del ritrovamento del cadavere . 


Fortuna.
 Per un caso forunato  tra questi c’era pure il figlio della colf che faceva lavori domestici nella casa dei genitori di Yara e quindi il suo Dna fu controllato in modo particolare perchè egli avrebbe potuto   aver conosciuto la ragazzina e aver avuto mire inconfessate nei suoi confronti.

Si stabilì che il Dna di questo ragazzo era molto compatibile con quello dell’assassino .
La pista era quella giusta.
 Dato che la colf si chiamava da nubile “ Guerinoni” si intuì che il ceppo del Dna da seguire era quello di quel gruppo familiare e si estesero le ricerche ai possessori di tale cognome e relativi congiunti e affini in tutti i paesi della Bergamasca, e in particolare a Gorno e Clusone dove era molto diffuso. 

Tra gli undici tra fratelli e sorelle della colf si risalì ai tre figli di un Guerinoni autista di pullman deceduto ormai dal anni e si notò che il loro Dna era, per la parte maschile, compatibile con quello dell’assassino, che da allora venne chiamato “Ignoto 1”. 

Bisognava adesso trovare qualcuno che avesse nel suo Dna, oltre al ceppo maschile dell’autista Guerinoni, anche la parte femminile del Dna di ignoto 1.
 Era ormai chiaro che esisteva da qualche parte una donna che aveva avuto un figlio illegittimo dall’autista di pullman defunto, e che costui era "Ignoto 1",  l'assassino di Yara. Ma come trovare questa donna?

 Qualcuno testimoniò chein vita  il Guerinoni autista era solito fare la corte alle ragazze e giovinette che trasportava sul suo pullman ed era possibile che una di costoro ne fosse diventata l’amante segreta


 Da parte della magistratura si pianificò in tutti i paesi della zona dell’’alta Val Seriana un controllo a tappeto del Dna delle donne che erano in età di essere state corteggiate dall’autista Guerinoni , e vennero disposte ricerche approfondite negli ospedali e nelle anagrafi parrocchiali della zona per rilevare tutte le nascite di figli legittimi o illegittimi da esse avuti.

Altri errori
 In questo modo vennero acquisiti dai carabinieri del Ris di Parma circa 1800 Dna di donne da poter confrontare con la parte femminile del Dna dell’ assassino, ma per uno strano errore questi Dna vennero confrontati con quello della mamma di Yara, dando così segnalazioni negative.

 Eppure tra di essi c’era quello che due anni più tardi i si è rivelato essere il Dna della mamma di "Ignoto 1". 

Costei che si chiama Ester Arzuffi ed era stata, probabilmente consenziente, sedotta dal Guerinoni, nel 1970, all’interno del suo matrimonio con Giovanni Bossetti, aveva dato alla luce 2 gemelli , trasmettendo dunque al maschio quella parte femminile del Dna di Ignoto 1 che le indagini stavano ricercando. 
Caparbietà.
Pur essendo in alto mare nelle indagini, a nessuno venne mai  in mente di allentare la presa e  chissà perché e come mai, ad un certo punto delle indagini che ormai proseguivano tra alti e bassi, da quasi quattro anni, venne in mente a qualcuno nella magistratura di rivedere e riesaminare quei 1800 profili genetici delle donne della val Seriana che erano depositati agli atti, e che avevano dato esiti negativi.

 Fatto sta che il PM questa volta , decise di affidare il nuovo esame non più ai Ris di Parma, ma all’ Università di Pavia, e da questa arrivò prontamente la segnalazione che il Dna di Ester Arzuffi era quello della madre di ignoto 1.

Strane coincidenze
 Finalmente sulle tracce dell’assassino, gli inquirenti si accorsero adesso che il Dna del figlio della Ester, non era mai stato acquisito:
- pur essendo il suo nome elencato fin dall’inizio tra i muratori che lavoravano al cantiere adiacente al campo del ritrovamento;
-  pur possedendo egli un furgone bianco che era stato segnalato dai testimoni come circolante in paese nei giorni immediatamente precedenti alla scomparsa di Yara;
-  e pur essendo il suo telefonino risultante tra quelli che avevano agganciato le celle dei ripetitori della zona dell’assassinio.

 Errori?, Coincidenze?Fortuna?, Sfortuna? Pasticci? Destino?

Finale.
 Adesso che si  possedeva anche la parte femminile del Dna dell'assassino, non restava  che fermare con qualche pretesto il Bossetti presunto indiziato  e rilevarne il suo Dna, e così con la scusa di un controllo etilico, il Dna di Ignoto 1 adesso ha finalmente un nome e cognome.

 Un grande elogio dunque, alle Forze dell’ordine e alla Magistratura che, pur tra pasticci, errori, fortune e sfortune sono riusciti a dare un volto al presunto assassino di Yara, per la quale, stasera, prima di andare a nanna, diremo una breve preghiera e che Dio l’ abbia in gloria.



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