25 agosto 2014

72.4) Guerre di religione, fanatismo religioso e diritti dei fanatici.

Guerre  di religione, fanatismo religioso e diritti dei fanatici.



Hanno dei diritti  i fanatici religiosi?

Riferendosi al fatto  che  milizie fanatiche dell’Islam  agli ordini del  Predicatore  Al Baghdadi autoproclamatosi  Califfo  discendente da Maometto, stanno invadendo l’Irak e la Siria per fondare  lo Stato islamico  Irak - Siria (Isis), e nel loro fanatismo  uccidono e massacrano uomini,  donne , e bambini colpevoli solo di non voler  aderire   alla loro religione,  il Papa ha recentemente  pronunciato le seguenti parole che hanno fatto specie e   suscitato molti interrogativi  :

“… dove c’è un’aggressione ingiusta  posso solo dire che  è lecito fermare l’aggressore ingiusto,sottolineo il verbo, dico fermare, non bombardare o fare la guerra:
“ Quanto ai  mezzi con i quali fermare l’aggressore ingiusto dovranno essere valutati “ volta per volta.
 “E tuttavia, -  ha continuato Papa Francesco – bisogna stare attenti perché con la scusa di fermare l’aggressore, in passato molte Potenze hanno fatto una vera e propria guerra di conquista, e  perciò una sola Nazione non può giudicare come si ferma l’aggressore”.

Papa Bergoglio con queste parole ha voluto  ricordare  come  dopo la seconda guerra mondiale sia  nata l’idea  della Organizzazione delle Nazioni Unite ( O.N.U) e come  solo questa  organizzazione comunitaria  sia quindi legittimata ad intervenire .
“ Ed è quindi là, nel palazzo dell’Onu,  che si deve discutere  sul “ come facciamo a fermare  chi  aggredisce ingiustamente gli altri”.

Ma dopo questa linea di principio  che finora era quasi accettata da tutti e non faceva  certo scandalo  a nessuno, se non a coloro che sono sempre e per principio contrari a qualsiasi cosa non sia il loro benessere personale e la loro pancia piena, il Papa  ha aggiunto alcune   parole “fondamentali”, nelle quali egli delinea diritti e doveri delle due parti in conflitto.

Ed eccolo  quindi  dichiarare  che “Fermare l’aggressore ingiusto è un diritto dell’umanità, ma è anche un diritto che ha l’aggressore di essere fermato perché non faccia il male:”

Quindi,secondo il massimo rappresentante della  la religione cattolica,  è giusto che venga fermato e reso privo di forza,    con mezzi accettati e condivisi dalla maggioranza delle Nazioni partecipanti all’Onu,  il nemico che  conquista e uccide senza pietà popolazioni inermi al solo fine di ingiustamente arrecare a qualcuno dei vantaggi  economici o territoriali.
 E questo finora lo si sapeva e non faceva.

Ma la pietra dello scandalo del ragionamento del Papa, quello che ha fatto impazzire i benpensanti e le mezze cartucce dei  mondo filosofico internazionale,   sta in quel ”  diritto che ha l’aggressore di essere fermato”.

Ma come?  Finora si pensava che un aggressore non avesse diritti, ma  avesse solo il dovere di smetterla di  aggredire e di ritirarsi,  obbligato a ciò   con le buone o le cattive maniere.
Invece adesso si scopre che ha anche dei diritti, e   che cioè rientra nei suoi diritti di aggressore  che porta ingiustizia agli altri,  che qualcuno intervenga e lo faccia fermare,  sia pure  con metodi  leciti e  sanciti  dal’Onu .

Questo vuol  dire che se  la Comunità delle Nazioni, per proprie  ragioni o dissidi interni ,  non trova  il modo di intervenire, e lascia mano libera all'aggressore ingiusto di conquistare  territori e  sterminare popolazioni, essa si rende altrettanto e forse ancor di più colpevole di esso,   perché, oltre a contravvenire al proprio dovere di far cessare  l’ingiustizia nei confronti delle popolazioni vessate, essa stessa  Organizzazione    ha anche  fatto in modo di non tener conto  del diritto che aveva l’aggressore di essere contrastato.
 Il quale  forse non chiedeva altro, anche   perché forse , qualcuno,  al suo interno cominciava a dubitare del suo stesso fanatismo.

Ed è il caso del vice Presidente del Centro culturale islamico di Bergamo che contesta  gli estremisti e i fanatici religiosi  che professano e predicano  posizioni  islamiste basate sulla  jihad, cioè la guerra santa per  la diffusione della religione del Profeta e   la  conversione forzata  all’islam.
 .
“Questi non sono buoni musulmani- egli dice – ma, in una metafora calcistica,  sono come quelli  che  credono di  essere  buoni tifosi della loro squadra  solo perché vanno allo stadio a lanciare pietre e a inveire, mentre  i veri tifosi   semplicemente  vanno là per godersi la partita e il bel gioco in santa pace.  
Per me non si tratta di Islam quando si parla di guerra,  di decapitazione di giornalisti,  di rapimenti di volontarie o  di Stato Musulmano da diffondere con la forza in tutto il mondo.
Se qualcuno di questi estremisti fanatici è in grado di dirmi  dove e come e quando  il Profeta Maometto  abbia indicato certe  iniziative guerresche da prendere , allora  studierò, ma sono certo che non  sono in grado  di indicarmi nè il dove nè il come e quando, non credo proprio.

Naturalmente essi sono liberi di sentirsi dei veri musulmani,  ma l’insegnamento dl Profeta non è  proprio così”.

Ed è proprio partendo dal dialogo con questi Imam  non violenti e pacifisti  che  il mondo può sperare di  evitare  di entrare  in una fase di guerre religiose  causate dalla sete di conquista di fama, notorietà, potere e ricchezza da parte di  pochi fanatici pronti a scaricare sui poveri cristi di tutto il mondo  che già hanno la loro croce quotidiana da portare,  altre violenze, ingiustizie e soprusi, con la scusa di supposti comandi divini, che per esperienza sappiamo essere castronerie.


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