30 novembre 2015

133.5) Semplici omuncoli che non sono nessuno e si credono chissà chi.


Semplici omuncoli che non sono nessuno e si credono chissà chi.
Ci sono persone che si credono "dio in terra"e se ne vengono fuori con idee balorde.





Una di queste è il preside della scuola di Rozzano che ha proibito la celebrazione del Natale nella sua scuola,  per non  suscitare la rabbiosa reazione dei terroristi  dopo gli avvenimenti di Parigi.

“-E’ una  la polemica che  rischia di gettare benzina sul fuoco e  non è stata innescata da noi ma solamente dal preside  ”,- dicono  alcuni genitori musulmani  i cui figli frequentano la scuola, .-“perché costui, con una faciloneria da persona sprovveduta, identifica  il terrorismo  con la religione musulmana”.
“- Anzi noi genitori siamo dell’idea  che l’integrazione multiculturale passi anche attraverso i canti di Natale e il crocefisso a scuola.
 A noi e ai nostri figli queste  consuetudini non danno certo fastidio.
Chi siamo noi musulmani per dire che cosa si può o non si può fare nella scuola italiana?
 Noi siamo ospiti in questo Paese.
 È chiaro che ognuno professa la propria religione, ma non devono esserci contrapposizioni.
 Ci  auguriamo che l’opinione pubblica capisca che la decisione del preside NON arriva da una richiesta dei genitori musulmani ma da una sua iniziativa personale”-

Dunque siamo di fronte a un preside che,  non essendo nessuno , ha voluto avere il suo momento di gloria e celebrità,  mostrandosi  più papista del papa.   

Solo che c’è una celebrità positiva e una negativa, e la sua è del secondo  tipo , addirittura  molto  simile all'imbecillità.







Un altro che si crede più importante di quello che è  in realtà,  è  il  ministro del lavoro Poletti.
Ieri in un convegno se ne è venuto fuori con la bella idea che il lavoro non deve più essere retribuito a ore, o a giornata o a a cadenza quindicinale o mensile, come  da tempo immemore  siamo abituati a considerarlo, ma a ……..
Ma a … non lo sa nemmeno lui.

Forse secondo il ministro   bisognerà accettare  di  essere sempre  reperibili, di dover lavorare sempre  e ovunque, di essere a disposizione del datore di lavoro 24 ore su 24, di  starsene  collegati via  internet  alle esigenze della ditta anche nel cosiddetto tempo libero,  standosene  in casa propria, magari  in pigiama…., ma sempre all'erta!

Però  questo può valere solo per certe tipologie di lavoro, quali  il giornalista,  l’agente di commercio,  il direttore di banca, cioè lavori basati su prestazioni intellettuali  nei quali conta il risultato, non il tempo impiegato per ottenerlo.

 Restano quindi  moltissimi i  lavori dove non si può misurare soltanto il risultato, perché il lavoratore è  un  semplice  anello di una catena lunga e complessa e l’unico modo equo di misurare la  sua prestazione è il tempo ad essa dedicato.

Si tratta di solito dei lavori a minore valore aggiunto, quelli che comportano basse qualifiche e bassi stipendi. 
Sono, insomma, i lavoratori più deboli che hanno bisogno di essere pagati in base al tempo e non in base ai risultati. 
Questo vale per gli impiegati pubblici, per gli operatori ecologici, per tutti i lavori su turni, e per quelli usuranti, dove ogni minuto  pesa come un’ora.

Insomma il Poletti,  da un giorno all'altro   butta nel cestino della carta straccia tutte le idee dei vari economisti degli ultimi duecento anni,  dal Keynes a Marx a Leicester,  dal Sachs  al Grosmann, per  sostituirle con…niente, cioè con un semplice e  vago senso della necessità di  dover cambiare.

Ma prima di  abbattere o distruggere usi,  consuetudini e   norme  consolidate da esperienze secolari maturate sulle spalle di milioni e miliardi di esseri umani  che le hanno praticate o subite , bisognerebbe  sapere con  che cosa  le si sostituirà, altrimenti è solo un " vagheggiar di mente… debole"   in cerca di notorietà.

E la notorietà non sempre è garanzia di intelligenza, perché a volte, come abbiamo visto,  può rasentare l’imbecillità.


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