Il governo vuole costruire otto nuovi
inceneritori, ma sarebbe meglio che non lo facesse. Ci sono altri modi per
operare sui rifiuti.
Ci sono altri modi per operare sui
rifiuti e quella di incenerirli è una delle peggiori strade
possibili da percorrere.
Poiché bruciare rifiuti immettendo nell'aria i fumi contenenti diossina ed altre schifezze
milioni di volte più tossiche rispetto all'arsenico non è di certo cautelativo della salute
umana, occorre invece che le Regioni e i Comuni facciano con i rifiuti
opera di prevenzione e riutilizzo, sottoponendo ad analisi il
contenuto delle varie discariche al fine di recuperare la materia
in esse contenuta per poi re-immetterla nel circolo produttivo.
Questo modo di operare si chiama
Trattamento Meccanico Manuale, “TMM”, e non prevede né forni, ne
inceneritori, ne dispersione di fumi di gas nocivi.
Il metodo , “TMM”, consiste in
selezioni manuali, e prevede la distruzione
finale della sola parte di rifiuto non recuperabile né riciclabile.
In ogni Comune e in ogni regione non si
può certo dire che mancherà la mano d’opera necessaria per operare
le selezioni dei materiali , in quanto si potrebbero utilizzare i
lavoratori attualmente disoccupati, o precari etc. e perfino gli
immigrati extra comunitari ai quali lo Stato già versa 35 euro
al giorno, ( quindi circa mille euro mensili) per non far niente e starsene con le mani in tasca tutto il giorno.
In pratica in ogni centro di
raccolta o discarica si tratta di provvedere al recupero di oggetti
dismessi quali vecchi mobili, divani, tessuti come pure al recupero dei
materiali contenuti nei vecchi elettrodomestici, nei vecchi computer,
cellulari, lettori audio video, al fine di un loro riutilizzo anche
parziale per dar loro una nuova vita o per la creazione
di altri prodotti ex novo.
Con l’utilizzo di tanta manodopera ,
anche se sicuramente non specializzata, verrebbe comunque ad
essere abbattuta la prassi del "posto di lavoro parassitario
assistenzialistico socialmente garantito, ", sostituita di
fatto dal concetto di posto di lavoro regolato dalla effettiva prestazione
di un certo numero di ore giornaliere e dalle leggi del mercato.
Avverrebbe che praticamente, a fianco di
ogni discarica ( o in centri di raccolta provinciali o regionali) dovrebbero essere realizzati degli insediamenti con
l’utilizzo di strutture removibili e temporanee, (tipo “tensostrutture” o
tendoni, atti a ospitare le varie fasi della cernita della selezione e del
successivo stoccaggio per tipologia di prodotto recuperato ) disposte in
modo da facilitare al loro esterno la mobilità degli
autocarri.
Inoltre, sempre a fianco di queste
strutture temporanee, totalmente smontabili e riutilizzabili
“prefabbricate”, come pure mediante l’utilizzo di capannoni
industriali ormai abbandonati , si potrebbero ospitare o creare dei
laboratori o piccoli centri di ricerca dedicata, gestiti questa
volta da manodopera qualificata per lo studio e la
fattibilità del recupero della materia, aiutati in ciò
anche da un appropriato numero di macchinari su ruote adatti
a una prima lavorazione e allo stoccaggio .
Quindi, con questo sistema praticamente
tutto viene manualmente o meccanicamente recuperato, riciclato o venduto come materia
prima alle industrie del settore, traendone ricavi per poter pagare la
manodopera impiegata, e soprattutto senza dover immettere nell'atmosfera i fumi inquinanti e nocivi degli inceneritori .
Che se poi i ricavi fossero inferiori alle spese, rimarrebbe comunque il fatto che non c'è stato nessun inquinamento atmosferico e si è dato lavoro e dignità di vita a una marea di persone altrimenti inoperose.
Inoltre non si sono costruite cattedrali inquinanti con occupazione di suolo pubblico, e sono quindi del tutto assenti i costi per il loro funzionamento e la loro manutenzione periodica.
Che se poi i ricavi fossero inferiori alle spese, rimarrebbe comunque il fatto che non c'è stato nessun inquinamento atmosferico e si è dato lavoro e dignità di vita a una marea di persone altrimenti inoperose.
Inoltre non si sono costruite cattedrali inquinanti con occupazione di suolo pubblico, e sono quindi del tutto assenti i costi per il loro funzionamento e la loro manutenzione periodica.
Il governo ci ripensi e prenda
finalmente in considerazione la proposta dei TMM così com’è portata
avanti da qualche tempo dal Movimento 5 stelle, il quale sarà anche all'opposizione, ma ogni tanto di idee buone evidentemente ne ha, ed è inutile scartarle per principio.
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