25 settembre 2008

31) Ma quale guerra civile del cavolo


Ma quale guerra civile del cavolo

Il ministro Maroni non sa quello che dice.
Ha detto che in Italia è in corso una guerra civile.
Ha detto che in Italia la camorra non obbedisce alle leggi dello stato e quindi è in guerra con esso.
Guerra civile vuol dire che se due cittadini italiani si incontrano, si sparano addosso.
Questo vuol dire guerra civile.
Disobbedire alle leggi dello stato come dice che fa la camorra non è guerra civile.
E’ la guerra di una banda o più bande di delinquenti contro le leggi dello Stato.

E lo Stato italiano invece di dire per bocca del suo ministro dell’interno che gli italiani si stanno sparando addosso, farebbe bene a utilizzare contro queste bande mafiose e camorristiche tutti gli strumenti legali a sua disposizione per contrastarle:
- a partire dall’utilizzo dell’esercito per pattugliamenti organizzati del territorio, sia con i mezzi blindati a sua disposizione che con ricognizioni aeree a mezzo di elicotteri,
- dall’inasprimento delle pene e del trattamento carcerario, con la non applicabilità dell’indulto e l’eliminazione di ogni beneficio introdotto sia dalla legge Gozzini che da leggi successive.

Stia attento a come parla, il ministro, e non evochi situazioni di guerra civile, che gli italiani hanno effettivamente conosciuto sulle loro spalle e sanno cosa sia.

Si dia da fare sul serio per contrastare la criminalità,

costruendo carceri, invitando i giudici alla massima inflessibilità, ed espellendo a più non posso (invece di mantenerli in carcere a nostre spese) i cittadini di altri Stati che sono venuti in Italia a delinquere, siano essi comunitari od extracomunitari.
La guerra civile l’abbiamo già passata, purtroppo, in Italia.
Adesso è il momento di combattere finalmente, anche con mezzi eccezionalmente duri, la criminalità, la mafia, la camorra e le ndranghete varie.

Si dia da fare il ministro, invece di usare parole sbagliate.



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