8 ottobre 2008
48) I soldi e il Vaticano
I soldi e il Vaticano
Il Papa ci ammonisce che i soldi prima o poi svaniscono, che la ricchezza è effimera, ed è portatrice di infelicità e disperazione, come è dimostrato in questi giorni di crisi economica universale.
I soldi non devono contare più di tanto nella nostra vita, perché prima o poi svaniscono, le borse crollano, le azioni e i titoli diventano carta straccia.
I valori fondamentali della vita sono infatti quelli spirituali: la giustizia, l’amore verso il prossimo, la carità intesa non come elemosina ma come aiuto concreto agli altri in necessità.
Questa doverosa presa di posizione a favore dei valori spirituali, è certamente una scelta coraggiosa da parte della massima Autorità Morale del nostro mondo ed è bene che venga accolta e seguita da tutti.
C’è però una stonatura in questo richiamo morale.
Peccato infatti che questi benedetti soldi, il Vaticano se li tenga ben stretti e nascosti sia nello Ior, (la sua banca, che di fatto amministra diversi miliardi di euro per manovre non sempre del tutto chiare o chiarite), sia investiti in importanti banche americane, attraverso il possesso di centinaia di milioni di dollari di titoli Usa.
Un cenno a parte merita lo sterminato patrimonio immobiliare dal valore inestimabile, esente in quasi in tutto il mondo da imposte o da gravami fiscali per la sua dichiarata utilizzazione sociale.
Le opere d’arte poi, di proprietà vaticana, sono di fatto valutabili a una cifra incalcolabile.
Il Papa ci dice che quello che conta è solo la parola di Dio.
E allora perché la Chiesa possiede tutte questo ben di Dio? (o di Mammona come alcuni dicono?).
Se ne deduce che i soldi e le ricchezze, al Vaticano gli interessano, eccome.
Il Vaticano non ci pensa neppure lontanamente a vendere anche solo una parte di questa immensa ricchezza così ostentata e scandalosa, per devolverne gli introiti in opere di carità o in aiuti sociali a popolazioni indigenti.
Semmai questo è quanto viene consigliato di fare ai fedeli, è la via che viene indicata al gregge di seguire, ma che non necessariamente deve essere percorsa anche dal pastore o dai pastori.
Per costoro valgono regole e strade diverse.
Fatte di soldi e di ricchezze.
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