9 ottobre 2008
50) In ricordo del “Che”
In ricordo del “Che”
Il 9 ottobre 1967 Ernesto Guevara, detto il “Che”, veniva assassinato a sangue freddo nella scuola di un villaggio boliviano da un gruppo di militari locali agli ordini di un agente della Cia americana divenuto consigliere dell’esercito boliviano.
Dopo aver partecipato alla rivoluzione cubana di Fidel Castro contro il dittatore Fulgencio Batista, il Che aveva iniziato, con un ristretto gruppo di seguaci, una nuova impresa rivoluzionaria in Bolivia, per cercare di ridare dignità ad un popolo martoriato dalla povertà, dalle diseguaglianze economiche e dalle ingiustizie sociali.
Egli era convinto che il consenso popolare fosse indispensabile per la rivoluzione, e quindi insieme a una cinquantina di guerriglieri intraprese piccole battaglie, numerosi atti di guerriglia e di sabotaggio contro alcune postazioni governative, con lo scopo di stimolare nella popolazione sentimenti rivoluzionari, che, ingigantendosi, avrebbero portato ad una insurrezione armata generale.
Tuttavia in Bolivia il suo idealismo si scontrò ben presto con una realtà ben più complessa di quanto immaginasse.
Il popolo dei contadini, influenzato dalla propaganda e dalla repressione governativa, guardò con diffidenza quegli stranieri che dicevano di combattere per loro, e il gruppo di Che Guevara rimase sempre più isolato nella considerazione generale.
Si dice che il Che, incapace di compromessi con un mondo pieno di sopraffazioni verso i deboli, nel suo ultimo scontro a fuoco con l’esercito regolare della Bolivia, sia forse stato anche alla ricerca di una morte gloriosa e precoce, per rendere immortali i suoi principi di eterno rivoluzionario in conflitto con la società, della quale voleva riparare in un colpo solo tutte le storture e le ingiustizie .
Ancora oggi,la figura di Ernesto Guevara, detto il Che, è il simbolo della lotta per la libertà e l’emancipazione dei popoli del terzo mondo, e la sua immagine di eroe ideale, incapace di compromessi anche a costo della vita, resta un mito per generazioni di giovani in tutto il mondo.
A distanza di 41 anni dalla sua morte, anch’io ho voluto dedicargli un pensiero riconoscente.
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