18 ottobre 2008

57) Persone anziane nel condominio


Nel condominio



Da tempo dedico i ritagli del mio tempo libero a una associazione che aiuta le persone disabili e svantaggiate. Praticamente faccio da autista volontario per il trasporto di queste persone bisognose da casa ai luoghi di cura per terapie o ricoveri.
L'altro giorno, dall’ospedale da cui era stata dimessa, ho accompagnato a casa, con il pulmino dell'Associazione, una gentile signora di 83 anni, in carrozzella, con una vocina tanto simpatica e un sorriso accattivante.
Una delizia di vecchiettina!
Entrando nell’ascensore condominiale le ho chiesto a quale piano abitasse e mi ha risposto con la sua vocina, di abitare al terzo piano.
Saliamo ed eccoci davanti al suo appartamento:
-“Signora, mi dà le chiavi che le apro la porta?”-
La chiave non entra nella serratura.
-“Signora, ma è sicura di abitare qui? Guardi che sulla targhetta del campanello, non risulta il suo cognome.”-
Per farla breve, questa povera signora disabile, in carrozzella, bisognosa di ogni aiuto, scoppia improvvisamente in un pianto discreto e silenzioso: evidentemente l’umiliazione per il vuoto di memoria momentaneo di fronte a degli estranei è per lei un peso grosso come un macigno.
-“Non si preoccupi signora.
Adesso suono il campanello dei suoi vicini di casa, e risolviamo subito: Stia lì tranquilla.”-
Suono.
Dopo qualche istante, si affaccia una signora da un appartamento del pianerottolo, e subito dopo un'altra da un altro appartamento.
-“Scusate, siamo dei volontari della tal associazione e stiamo riportando a casa la signora dall'ospedale, ma sembra che non abiti in questo pianerottolo.”-
-"Non sappiamo, non l'abbiamo mai vista.
Ma signora è sicura di abitare in questa scala?
Ah! si, forse, ci pare che abiti qui sotto al primo o al secondo piano. Provate a vedere".-
-"Grazie, gentili signore, e scusate il disturbo”.-
Rumori di chiavi: si sono rinchiuse nei loro appartamenti.
Ed effettivamente, al primo piano, troviamo l'appartamento della cara vecchiettina.
-"Arrivederci, signora, se ha bisogno ancora di noi nei prossimi giorni, ci telefoni in Associazione. E su col morale".-

Ho ripensato a questo piccolo episodio tutta la sera.
Ma è possibile che in un condominio, addirittura nella stessa scala, non ci si conosca per niente?
Ma dove è andato a finire l'amore per il prossimo?
Altro che cercare di far del bene agli altri.
Neppure li vediamo più gli altri, dietro le nostre serrature di sicurezza, dietro i nostri portoncini blindati.
Eppure potrebbe capitare anche a noi di aver bisogno di aiuto dai vicini, che so, per un principio d'incendio, per un malore improvviso, per una caduta dalle scale, per il guasto dell'ascensore.
E i vicini non sanno neppure che abitiamo lì.

Vicini sì, perché magari da loro ci separa solo un muro o un pavimento, ma lontani nell'indifferenza dei loro cuori.
Allora vediamo di fare in modo che non sia così per il condominio nel quale abitiamo.
Nel nostro piccolo diamoci da fare.



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