16 novembre 2008

83) La prossima volta voglio fare l’organista



La prossima volta voglio fare l’organista
E’ domenica mattina.
Sono entrato in chiesa, al cimitero,per una preghierina al di fuori dell’orario delle funzioni.
Nei banchi vicini all’altare solo quattro persone anziane.
Un’enorme Via crucis e molti quadri di scene religiose sulle pareti.
Luci soffuse e profumo d’incenso nell’aria.
E una musica celestiale.
Musica d’organo.
Mi sono seduto ad ascoltare.
L’organista stava esercitandosi per la prossima messa, e sicuro di non dover rispondere delle proprie capacità a nessuno, suonava con enfasi e con calore, per la propria soddisfazione interiore e per dare lode e ringraziamento a Colui che lì sta di casa.
Una musica che ti prendeva dentro. e che avrebbe commosso anche i più duri di cuore.
Ho sentito che dicevo a me stesso:” se nasco un’altra volta, voglio fare l’organista.
Anch’io vorrò trascorrere le domeniche mattina alla tastiera di un imponente organo, in uno spazio aperto e odoroso d’incenso, a suonare le musiche dei grandi compositori, per me stesso, per la mia gioia personale e di coloro che mi staranno ad ascoltare.
E adesso guai a chi mi farà uscire da questa chiesa.”

Improvvisamente mi sono ricordato di un impegno urgente che non potevo rimandare, mi sono alzato, ho fatto il segno di croce e sono uscito.
Il sogno era finito, i buoni propositi anche. La realtà incombeva.
Maledetti impegni.
Maledetta realtà da incubo.
Se nasco un’altra volta, da grande voglio fare l’organista.

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