16 novembre 2008

84) Volutamente non ho finora parlato di Eluana.




Volutamente non ho voluto parlare di Eluana.
Tutti parlano di Eluana in questi giorni.

Una sentenza ha dato ragione ai giudici che avevano autorizzato, dietro richiesta del papà di Eluana, la sospensione degli alimenti per questa giovane ragazza in coma irreversibile da quasi sedici anni.
Ora tutti a dire che in Italia è tornata la pena di morte, che l’eutanasia è di fatto una legge dello Stato, che i giudici non possono condannare una persona alla terribile morte per fame e per sete.

Nella mia insipienza, io dico che:
E’ vero che i giudici con questa sentenza autorizzano le autorità sanitarie a sospendere la nutrizione del corpo di Eluana, ma, prevedendo giustamente la congerie di dolori fisici cui essa andrà incontro, invitano i medici ad alleviare questi sintomi dolorosi con ogni cura e mezzo scientificamente disponibile.
Praticamente, risultando ai giudici che la ragazza in tempi non sospetti aveva manifestato il desiderio di non essere tenuta in vita per accanimento terapeutico, essi hanno stabilito che tale volontà andava rispettata, ed hanno chiesto ai medici di rispettarla, cercando di lenire il più possibile ( con eroina, cocaina, o simili preparati antidolorifici?) l’avvicinarsi del momento cruciale.
Quindi i giudici non l’hanno condannata a morire di fame e di sete, ma hanno semplicemente recepito e rispettato la volontà dell’ammalata, espressa attraverso la voce del padre, obbligando i medici a fare in modo che vengano evitate alla ragazza i sintomi dolorifici di questa scelta di morte.

E’ certamente una vicenda triste, perché parla di morte e non di vita, e mi guardo bene dallo strumentalizzarla come invece stanno facendo diverse associazioni che vogliono trarne vantaggi di visibilità mediatica.
Che il Signore ti aiuti,Eluana, e stia vicino al tuo coraggioso papà.

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