19 gennaio 2009

130) Anch’io ho conosciuto un Santo.




Anch’io ho conosciuto un Santo.
Also I have known a Saint.



E’ morto nei giorni scorsi, nella mia città, all’età di 80 anni, il sacerdote mons. X.Y.
A detta di tutti era un Santo.
Non ha compiuto dei miracoli, non ha effettuato guarigioni miracolose, non ha salvato la vita fisica di nessuno, ma quante guarigioni miracolose interiori ha compiuto!
Me lo ricordo alto, magro, pallido, con dei grandi occhiali da miope, lo sguardo rivolto a terra e il volto girato da una parte quasi che avesse l'orecchio appoggiato alla grata del confessionale anche quando camminava.
La sua voce, che avresti immaginato flebile, era invece forte e stentorea, ma sempre gentile, cortese, e molto discreta anche nel tono.
Entravo nella chiesa e notavo che ad un confessionale, uno di quegli antichi confessionali di una volta, con le grate che impedivano un contatto diretto tra confessore e penitente e che quindi garantivano una maggior confidenza colloquiale, c’era sempre una fila di persone in attesa di confessarsi.
Dentro c’era lui.
Sempre. A qualsiasi ora, mattina o pomeriggio, dalle otto di mattina alle sette di sera.
Per uno che voleva confessarsi era una bella comodità.
Credo che a mezzogiorno andasse a mangiare, ma stava via poco, e la chiesa rimaneva comunque sempre aperta.
Nei rari momenti in cui non c’erano persone da confessare, lo si vedeva leggere il suo breviario o qualche altro libro che teneva in mano, nel buio soffuso della chiesa.
Altre volte lo si vedeva uscire dal confessionale, e starsene alcuni minuti in piedi lì accanto, la testa rivolta in basso in perenne lettura di qualcosa: erano i suoi momenti di ginnastica fisica per sgranchirsi le gambe.
Ha detto il Vescovo nell’omelia del funerale:
“Durante l’anno non c’erano ferie, non c’era sabato, domenica, Natale, Pasqua. Lui era sempre nel suo confessionale. Si concedeva soltanto un giorno all’anno di vacanza, in ottobre. Andava a Torino in pellegrinaggio da san Domenico Savio e da don Bosco".

Negli anni scorsi, alcune volte anch’io mi sono confessato da lui.
Intravedevo il suo viso al di là della grata, e intuivo la sua disponibilità all’accoglienza e all’ascolto.
Era discreto, rispettoso. Non voleva che ci addentrassimo nei particolari, ma neppure era disposto a sentirsi dire un elenco di peccati a vanvera. Poi parlava lui, faceva raccomandazioni, aveva sempre una parola netta e chiara, esortava ma soprattutto sapeva comprendere le fragilità e gli errori umani.
Ti metteva a tuo agio: capivi che stavi confidando le tue pene a un uomo che testimoniava bontà, accoglienza, pazienza e amore ai penitenti che, attraverso la sua esile, innocua ma incorrotta figura, si stavano riaccostando a Dio.

Dicono che abbia trascorso in quel confessionale, sempre in quello, più di quarant'anni della sua vita.
Ma ci pensate? Quarant'anni senza nessuno svago, senza vacanze o stanze d'albergo, senza gite in montagna o al mare o semplicemente fuori porta, senza ascolti di gossip televisivo tranne forse i telegiornali, senza alcuna concessione agli istinti del sesso e della seduzione femminile e quant' altro attira noi poveri viziosi.
Egli aveva solo il suo confessionale, i suoi libri e il suo breviario che forse sapeva a memoria, visto che lo leggeva nel buio della chiesa.

Che Dio lo abbia in gloria.
Credo proprio di aver conosciuto anch’io e frequentato, anche se in poche occasioni, un Santo!
Che sicuramente dal cielo pregherà per noi.


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