Romeni, Albanesi e Slavi: etnie violente o delinquenza singola?
Romeni, Albanian and Slavics: violent etnie or single delinquency?.
Numerosi avvenimenti di cronaca nera avvenuti ultimamente in Italia vedono coinvolti dei Romeni e hanno indotto la popolazione a considerare questa lunga serie di fatti penali, commessi da individui con passaporto romeno, come una colpa da addebitare all’l’intera comunità romena che vive in Italia.
Nel 2007 la Romania è entrata nell'Unione Europea e gli abitanti provenienti da quel Paese hanno cessato di essere extracomunitari, e possono circolare senza limitazioni in Europa come cittadini europei.
In Italia risiedono stabilmente e lavorano con documenti regolari attualmente 250.000 persone di etnia romena.
Questa numerosa comunità composta da persone regolari ed integrate, non deve essere confusa con le carovane e gli accampamenti di nomadi e zingari con passaporto romeno che stazionano sul territorio di quasi tutti i Comuni italiani e che vengono cosi descritti dai loro stessi connazionali romeni regolarizzati: "bande di persone asociali, dedite al furto negli appartamenti, al depredare automobilisti e stuprare coppiette appartate"
.
Le sciagurate azioni criminali di questi giorni, da parte di queste persone asociali, dedite alla violenza, agli stupri, ai furti, alle truffe, ai borseggi, alla prostituzione maschile e femminile, hanno fatto si che il romeno sia diventato il nuovo "spauracchio etnico" in Italia, dopo la quasi sparizione dell’albanese malavitoso.
Per l’opinione pubblica, i romeni sono tutti delinquenti, assassini, ladri di borsette e violentatori di donne: accampati in quelle baraccopoli vi sono rom e romeni, accattoni, nomadi, zingari e gitani che mandano in giro i figli a chiedere l’elemosina ai semafori e a rapinare nelle metropolitane, che hanno reso il buio delle nostre città un luogo insicuro al punto, nientemeno, che non si può più uscire di casa tranquilli.
Attenzione, però: come a tutti noi dà fastidio il sentirci dire che gli italiani sono tutti mafiosi , così cerchiamo di non etichettare come delinquenti i romeni in generale.
Perché è stato dimostrato che non è l’etnia che spinge le persone a commettere reati, bensì degli stimoli sociali e culturali particolari che i criminologi studiano da secoli senza ancora trovar risposta.
Quindi stiamo ben attenti oggi a dissentire contro la "lista nera dei romeni", contro il ruolo di capro espiatorio di turno che viene loro buttato addosso senza attenuanti, come tempo addietro è stato fatto con gli albanesi, i marocchini , gli ebrei etc.
Per dare una cifra, su una popolazione carceraria di circa 57.000 detenuti in Italia, gli stranieri sono 17.000,(la maggior parte albanesi e slavi in generale, seguiti dai nordafricani che sono specializzati nel campo della droga ): i romeni sono intorno al migliaio.
Con questo non si vuol dire adesso che i romeni siano il fior fiore dell’umanità perchè, ed è inutile girarci intorno e portare giustificazioni di tipo sociologico o umanitario, oggi come oggi, a Roma e in altre parti d’Italia c’è un’emergenza romeni.
Il problema , per la gente, sono i romeni.
Non è facile integrarsi per chi viene da esperienze storiche diverse, da culture che non rifiutano la violenza e che anzi disprezzano le donne e non danno alcun valore alla vita umana.
Ricordiamoci che anche in Italia la conquista di valori come la parità dei sessi, il rispetto della donna e del suo ruolo sociale sono state il frutto di lotte culturali, politiche e sociali durate molti decenni e ancora non del tutto finite.
Ed oggi noi siamo chiamati a far compiere ai romeni che vivono sul nostro territorio nazionale (e non solo a loro), quel processo di maturazione culturale e di crescita civile indispensabile per una adeguata integrazione.
Ci vorranno più generazioni e nel frattempo la nostra accoglienza, senza scadere nel buonismo che ci può costare caro, deve essere cauta, solidale e severa, per non far sgretolare la nostra fragile società al livello di barbarie e di arretratezza culturale di cui i romeni e gli slavi in genere sono portatori.
Nel frattempo ad evitare, come purtroppo sta accadendo in questi giorni, la caccia al romeno, dato che le recenti vicende criminose, con tanta cattiveria addosso, hanno fatto venire a molti cittadini italiani una istintiva repulsione per i romeni, la polizia italiana dovrebbe essere affiancata da colleghi di quella Nazione per catturare i criminali, ripristinare la calma e rimediare l’immagine della Romania, scaduta a emblema di Nazione esportatrice di criminalità.
Ma anche in questo clima pesante, noi pensiamo che le persone (italiani e romeni) debbano continuare a parlarsi,cercando di capirsi e confrontarsi, senza pregiudizi e senza coinvolgere tutta una etnia di persone, perché, se proprio vogliamo dirla tutta, anche noi italiani, in fatto di esportazione di criminalità non siamo gli ultimi arrivati (mafia, camorra, 'ndrangheta docent).
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