Adesso c'è anche il giudice che libera i mafiosi “fortemente depressi che non riescono più a stare in carcere”.
Il Boss mafioso era scoppiato in lacrime davanti ai giudici del tribunale di Catania sostenendo di "essere fortemente depresso e di non riuscire a stare in carcere".
Poverino, non riusciva più a tagliarsi da solo le unghie dei piedi, non gli piaceva più il vitto del carcere, e aveva realizzato che la cella era troppo angusta per lui, abituato a girare a cavallo nel vasto parco che circonda la sua mega villa.
Il giudice gli ha subito concesso gli arresti domiciliari perché, per un uomo così, "l’ambiente familiare appare allo stato insostituibile".
Per inciso, occorre dire a quel giudice che l’ambiente familiare sarebbe apparso insostituibile anche alle numerose vittime che giacciono sottoterra per colpa di quel mafioso e della sua organizzazione di morte.
Ma tant’è. Non si può pretendere che tutti i giudici sappiano cos’è la mafia. Alcuni di loro evidentemente pensano che sia un videogioco.
Appena sentita la notizia della libertà concessa al capo mafia, ho inviato un sms a mio zio Asdrubale, che è in carcere da tre mesi per essersi impossessato maldestramente ( nel senso che si è fatto scoprire dagli addetti alla vigilanza) di 10 confezioni di rasoi usa e getta, consigliandolo da domani mattina di mettersi a piangere davanti alle guardie e al direttore e di sostenere in continuazione di essere fortemente depresso e di non riuscire più a stare in carcere.
Chissà che la cosa non vada a buon fine per lui, e che pure lui trovi un giudice che lo rimandi a casa, agli arresti domiciliari.
Lo aspettiamo a casa presto.
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