Non abbiamo bisogno di G8, G9, G10, né di gruppi di Nazioni che si credono più importanti degli altri.
Quando ero piccolo e giocavamo a cow boy e a indiani, c’era sempre uno che sceglieva per sé il ruolo di generale o di capo tribù.
Mai una volta che si rassegnasse a fare il soldatino semplice o l’indiano normale: piuttosto non partecipava al gioco. Faceva i capricci fin quando uno di noi, per quieto vivere, rinunciava e gli lasciava libero il ruolo.
Ho saputo poi che nella vita costui ha fatto una cattiva riuscita, una brutta fine.
La sua mania di grandezza, quel suo voler primeggiare sempre e comunque su tutto e su tutti, lo avevano portato a non tener conto delle regole di normale convivenza e di comune senso della moralità, ed egli aveva finito col trascorrere buona parte della sua vita in carcere.
Questo aneddoto per introdurre il ragionamento sul G8.
C’è sempre qualcuno, qualche Nazione, qualche insieme di Nazioni che vuole mettersi alla guida di altre Nazioni.
Qualcuno che per forza deve indicare la strada agli altri.
Qualcuno che, come si suol dire, si deve assumere l’onere e il peso di trascinare gli altri.
Trascinarli dove, poi?
Nel corso dei secoli, la storia ci ha più volte già indicato dove costoro alla fine trascinano il mondo: negli abissi della miseria o in guerre senza senso e senza fine.
Non abbiamo bisogno di G8, G9, G10, né di qualcuno che si crede più importante degli altri.
Nel mondo ci sono già diversi organismi che fanno da guida e svolgono una funzione calmieratrice tra le varie Nazioni, come l’Onu,la Nato, la stessa Unione europea , e molti organismi africani ed asiatici.
A tutti questi, non aggiungiamone altri. Non ce n’è bisogno.
Nessun commento:
Posta un commento