13 agosto 2009

334) L’arte moderna è provocazione, e arreca fama all’artista. Ma perché dobbiamo pagare noi?




L’arte moderna è provocazione, e arreca fama all’artista. Ma perché dobbiamo pagare noi?


Lo Studio dell’architetto Fabio Novembre ha proposto che a Milano per tutto il mese di agosto la via Montenapoleone, la via dei negozi di lusso sia trasformata in un’arteria ecologica, a forma di bosco urbano.
Nella via saranno “parcheggiate”, è il caso di dirlo, su tutta la sua lunghezza venti riproduzioni, a gradezza naturale, di altrettante scocche in vetroresina color mastice, di Fiat 500C trasformate in vasi da cui spuntano aceri, lecci e tigli.
Ogni auto-fioriera è dotata di ruote per il traino e di un sistema per lo scolo dell’acqua. Al loro interno 9 lecci, 5 ficus, 4 tigli, 1 acero e 1 carpino bianco: alberi con un'altezza di 4 metri per 2 e mezzo circa di chioma, il tutto mixato in modo da ottenere un forte impatto ornamentale.
Questo progetto, che farà discutere i milanesi, ma che soprattutto darà fama e lustro all’architetto ideatore, sarà sponsorizzato e sostenuto finanziariamente dal gruppo Fiat ( e ci voleva poco a immaginarlo), ma graverà anche sulle casse del Comune di Milano, e quindi dei cittadini, per 70 mila euro.
E qui cade a pennello l’interrogativo del titolo di questo post: perchè devono pagare i cittadini, ai quali magari non solo non piace il progetto ma forse ne sono anche infastiditi?

E di fastidio vero e proprio i cittadini milanesi dettero dimostrazione qualche anno fa, quando improvvisamente in una piazza un mattino i passanti videro le sagome di tre bambini impiccati ad un albero.
Lo choc fu tale che un signore si arrampicò sull’albero (e poi cadde ferendosi) per sciogliere il nodo scorsoio ai tre impiccati e solo allora si capì che non di bimbi veri si trattava, ma di tre manichini, di tre bambini fantoccio.
Era l'opera iperrealista di Maurizio Cattelan, un altro artista moderno che per autopromuoversi, reclamizzarsi, far parlare di sé, aveva partorito la trovata dei tre impiccati per smuovere la coscienza popolare, come se il nostro immaginario fosse talmente sazio, come se fossimo talmente assuefatti da non meravigliarci più di niente, essendo la nostra mente già ben nutrita dagli horror quotidiani che ci offre la realtà.
Ed anche questa provocazione artistica, respinta in toto dal semplice popolo milanese, ma approvata dalla intellighenzia, era stata serenamente finanziata dalla giunta comunale e da una fondazione di moda (chissà poi perchè).

Soldi pubblici per dare fama e lustro ad artisti che solo la nomenklatura apprezza.
Soldi pubblici che forse spesi in case popolari avrebbero fruttato di più e meglio.

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