La sceneggiata del carcere a vita.
In Italia la pena, anche la più grave come l'ergastolo ormai è diventata una pinzillacchera.
Noi restiamo dell'idea che chi è stato condannato al carcere a vita, deve restarsene dietro le sbarre per tutta la vita.
Alcuni dicono: ma se si comporta bene ha diritto ad uno sconto di pena.
E ci mancherebbe pure che uno in carcere non si comportasse bene.
Se così fosse, per le infrazioni commesse in carcere, una volta gli sarebbero state comminate delle pene extra.
E poi cosa vuol dire:comportarsi bene in carcere? Vuol dire che per ottenere sconti di pena il carcerato deve fare amicizia con le guardie, oppure dire che il cibo è ottimo e abbondante e che la cella è degna di un hotel a quattro stelle?
Certo che un carcerato deve comportarsi bene in carcere, e non per questo deve aver diritto ad anni ed anni di sconto di pena. Ci mancherebbe!
Valerio Fioravanti, condannato al carcere a vita per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, nella quale morirono 85 persone, da qualche giorno è un uomo libero.
E’ uscito definitivamente dalla prigione e non ha più alcun obbligo da rispettare nei confronti della società per quanto ha commesso.
Valerio Fioravanti ha oggi 51 anni dei quali 26 trascorsi in carcere, ed ora se la ride di brutto.
Carcere a vita doveva significare che fino alla morte egli avrebbe dovuto starsene in carcere. Invece, a 51 anni è libero e vivrà da uomo libero gli altri 30 o 40 che la vita gli riserverà.
La certezza della pena, in Italia è un' utopia, ed è riservata esclusivamente alle vittime e ai loro familiari.
In questo Paese sono meglio garantiti i diritti dei delinquenti rispetto a quelli delle persone oneste.
Tra l’altro, il Fioravanti non solamente ha trascorso in carcere solo un'esigua parte degli anni totali per cui era stato condannato, ma lo Stato italiano gli ha messo a disposizione anche una cella matrimoniale per i suoi svaghi sessuali.
Egli si è sposato in carcere con una ergastolana, sua complice nella strage di Bologna, se l’è spassata per chissà quante notti in una cella matrimoniale, ed hanno fatto insieme un figlio in carcere, il quale, sia detto per inciso , è da compatire per i genitori che ha avuto.
Speriamo solo che le guardie carcerarie non siano state obbligate da qualche giudice buonista a portare al mattino alla coppia di sposini qualche bicchierino di Vov per ritemprare gli ergastolani coniugi dalle stressanti fatiche sessuali notturne.
Speriamo anche che il buon Valerio Fioravanti non faccia causa allo Stato adesso che è libero per non avergli messo a disposizione un intero harem per spassarsela meglio, altrimenti gli si dovrà ricordare, a pedate nel sedere, quanti detenuti nella prigione di Guantanamo hanno avuto il trattamento di favore (chissà poi perchè, ad uno che ha ammazzato 85 persone) riservato a lui.
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