27 settembre 2009

379) Il Giornale e Libero, visto che dicevano le stesse idiòzie, si sono fusi ne “Il Libero Giornale della Real Casa”.


Il Giornale e Libero, visto che dicevano le stesse idiòzie, si sono fusi ne “Il Libero Giornale della Real Casa”.





Cascasse il mondo, avvenisse la più grande catastrofe ecologica mai accaduta, scoppiasse la terza guerra mondiale a suon di bombe atomiche e miliardi di morti, immancabilmente Il Giornale e Libero titolerebbero le loro prime pagine con notizie sulle malefatte di Di Pietro e di Santoro e sui successi politici ed economici dell’azione del loro beneamato Padrone e Finanziatore.
Il quale,avendo finalmente preso atto che la crisi economica al di là delle sue parole di ottimismo non se ne vuole andare, e visto che le prime pagine dei due quotidiani di proprietà erano sempre in fotocopia, riportanti le stesse notizie inventate dalle due redazioni che lavoravano in sincronia di intenti, il loro Padrone e Benefattore, si diceva, ha deciso che oltre che sul Milan bisognava cominciare a risparmiare pure sugli stipendi dei giornalisti, ed ha così invitato le due testate giornalistiche a fondersi in una sola.

Dopo una drammatica seduta notturna svoltasi a Palazzo Grazioli, e nella quale sono volate parole grosse e coltellate alla schiena tra il direttore Feltri e il direttore Belpietro, alla fine il buon Letta è riuscito a convincere i giornalisti dei due quotidiani riuniti in assemblea, a votare per la fusione dei due giornali nel ben più importante e pomposo titolo de “Il Libero Giornale della Real Casa”, intendendosi per Real Casa quella di Berlusconi Silvio , fratello , figli e soci mediasettici e gallianatici.


Nel compromesso a fatica raggiunto dalle impareggiabili doti di mediazione del buon Letta, il Feltri dirigerà una redazione di giornalisti che avranno il compito di riempire le pagine dispari del nuovo giornale, e Belpietro l’altra redazione con lo stesso compito per le pagine pari.
L’ultima pagina sarà ogni giorno dedicata alla pubblicità gratuita a turno di una delle aziende di famiglia, mentre i titoli della prima pagina saranno sempre ispirati e dettati dal Padrone e Benefattore in persona che avrà ai suoi ordini, in uno sgabuzzino di Palazzo Chigi, un pool di giornalisti pronti a ricevere le sue veline, e magari con il tempo pronti a ricevere anche le sue Escort.
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