13 dicembre 2009

447) Ci vorrebbe un licenziatore di fannulloni e di incapaci in molti ospedali d’Italia

Ci vorrebbe un licenziatore di fannulloni e di incapaci in molti ospedali d’Italia

Una domenica pomeriggio dell' ottobre 2009.
Siamo al Pronto Soccorso dell'Ospedale di X, provincia di Y regione di Z.
Dietro il vetro della guardiola 4 infermieri fumano, ridono, scherzano e guardano la partita alla Tv.

Unici pazienti in attesa, io e il mio amico xx, immigrato di colore, in regola con i documenti, che ho trasportato con urgenza qui al pronto soccorso della città dove viviamo perchè ha avuto un improvviso e fortissimo attacco di tachicardia.
Purtroppo non è la prima volta che gli succede.

Lavorando nelle serre alla raccolta di pomodori o peperoni, il caldo torrido e umido, con il quale convive nelle dieci ore di lavoro quotidiano, gli ha minato il fisico e il suo cuore ne porta le conseguenze e comincia a cedere.

Un infermire ci guarda e :”Cos’ha? “ci chiede.
“E’ sotto un attacco di tachicardia”, dico io.
“Sedetevi lì, e aspettate il vostro turno.”
“Ma scusi, ma perchè dobbiamo aspettare se siamo gli unici pazienti?”
“Aspettate lì il vostro turno, vi ho detto, la tachicardia non è un codice da bollino rosso. Quando sarà il suo turno lo faremo passare”.
E se ne torna con gli altri a fumare a a guardare la partita.
La tachicardia, dal nervoso che mi ha preso, stava quasi per aggredire pure me, e già mi vedevo prendere una sedia e scagliarla contro la vetrata della guardiola, se uno sguardo paziente del mio amico, abituato evidentemente a subire in silenzio tali comportamenti nei confronti suoi o dei suoi connazionali, non mi avesse fatto desistere.
Ed anche perché mi ero accorto che le sedie erano tutte unite tra di loro a file e inchiodate per terra.
Eravamo lì nervosamente in attesa quando sono entrati al Pronto Soccorso due genitori con un bambino di neppure due anni in braccio.
Dopo qualche minuto di attesa il solito infermiere, che probabilmente era l’unico dotato di solerzia o forse era il responsabile del quartetto di fumatori dietro la vetrata, viene ad informarsi sui motivi del ricovero, ed appurato che solo di febbre a 39 gradi e mezzo si tratta, sentenzia che il caso non è da bollino rosso e quindi invita a sedersi e ad aspettare pazientemente il loro turno i malcapitati genitori.


Dopo più dei mezz’ora di attesa, probabilmente perchè era terminata nel frattempo la partita, è venuto il nostro turno e ci hanno fatto accomodare in uno studio medico, dove il mio amico è stato frettolosamente visitato e rimandato a casa con tante raccomandazioni perchè in futuro cercasse di evitare le occasioni per il ripetersi della tachicardia.

Usciti noi dallo studio del medico, finalmente sono stati invitati a farsi avanti i genitori del bambino con la febbre, e dallo sguardo del papà ho capito che l’incolumità del medico visitante sarebbe stata a rischio.

Questo episodio di malasanità, che probabilmente si ripete per ennesime volte nei Pronto Soccorso degli ospedali, mi ha convinto ancora di più che in Italia ci sia la necessità di una persona che si metta finalmente a licenziare i fannulloni , gli incompetenti e gli incapaci che pullulano nelle nostre strutture pubbliche.

Decine, centinaia, migliaia di Brunetta ci vorrebbero. Uno per ogni struttura pubblica.

E che cominicino la loro opera di disinfestazione dal Pronto soccorso dellOspedale di X, provincia di Y, regione di Z.dove, in barba a ogni regola, si fuma e si guarda la Tv infischiandosene dei diritti degli ammalati.

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