14 gennaio 2010

11.0) Due o tre fanfaroni al governo dell’Italia.


1) Silvio da Arcore rientra a Roma dopo l’aggressione subita a Milano nel dicembre scorso, e vuole stupire gli italiani con una battuta ad effetto probabilmente studiata durante le ore di convalescenza trascorse negli studi del dentista o nella clinica maxillo facciale :
“Ragazzi, nel 2010 ridurrò le tasse a due sole aliquote, 23% (per i ricchi?) e 33% ( per i lavoratori ?).”
Giubilo e feste in piazza tra i sostenitori della coalizione governativa.
Sconcerto e certezza di una presa per i fondelli da parte dell’opposizione.

Neanche tre giorni dopo questo glorioso annuncio, foriero di presagi di vittoria alle incombenti elezioni amministrative di primavera, il buon Silvio fa marcia indietro:
“Ragazzi, io ho solo detto che mi sarebbe piaciuto ridurre le tasse, a due sole aliquote, 23% (per i ricchi) e 33% ( per i lavoratori ). ma, santo Iddio, voi non ve ne sarete accorti, mentre io si, ma vedete, in Italia c’è la crisi economica, le aziende chiudono una dopo l’altra, la disoccupazione è in aumento, etc. etc. etc. , e quindi la riduzione delle tasse in questo contesto non la si può fare.”

Che fanfarone,” ha esclamato il mio amico frate Antonio da Bergamo, “che fanfaron dei fanfaroni!
Forse che la crisi economica non c’era fino a tre giorni fa?.
E lui se n’è accorto solo adesso?
Forse il colpo ricevuto in testa tramite la statuetta lanciata dal buon Tartaglia, comincia a dare i suoi frutti,o forse il buon Silvio da Arcore sta rinsavendo, se ha scoperto che in Italia si sta vivendo una drammatica crisi economica e di conseguenza non si possono buttare soldi dalla finestra.
Forse con altre statuette riusciamo anche a fargli eliminare gli stanziamenti per altre due opere completamente inutili o dannose, come la costruzione del Ponte sullo Stretto della mafia, o quella di dodici o venti centrali nucleari in Italia. (il numero esatto ancora non lo si sa: verrà estratto a sorte in una delle prossime tornate del superenalotto)”.



2) Il buon ministro Calderon dei Calderoli , annuncia che essendo lui il ministro della semplificazione (qualcuno se n’era accorto?) ha provveduto nei due anni circa del suo mandato ad eliminare dalla legislazione italiana ben 225 mila leggi, che secondo lui non servivano a nient’altro che a complicare la vita degli italiani.

Oh!, finalmente un ministro che ci semplifica la vita. E bravo il ministro!
Però due semplici calcoli , a questo punto, si impongono:
Giorni di governo del buon ministro = 365+ 365 = 730 . Arrotondiamo pure a mille.
Leggi eliminate 225.000 diviso 1000 = 225 leggi eliminate ogni giorno.

Il dubbio è di rigore: ogni giorno il Buon Calderon dei Calderoli , avrebbe letto, esaminato, ponderato, sviscerato in ogni sua parte, in ogni suo codicillo, in ogni suo comma, in ogni suo aggancio ad altre norme, ben 225 leggi per trarne la conclusione che esse tutte andavano eliminate e tolte dalla legislazione corrente.
Ma neanche Pico della Mirandola, ci sarebbe riuscito, anche solo per  mancanza di tempo.
La giornata è fatta di 24 ore, e nelle 8 ore che concediamo al ministro di aver lavorato egli avrebbe letto , sviscerato, etc, etc, ed eliminato una ventina di leggi all’ora.
“Che fanfarone, ha esclamato il mio amico frate Antonio da Bergamo, che fanfaron dei fanfaroni! E chi gli crede è più fanfarone di lui. “


3) Questa storia dei numeri a caso del ministro della semplificazione , mi ricorda la battutaccia del suo grande capo di partito, quel tal Boss dei Bossi di Cassano Magnago ,che anni fa esclamò, probabilmente uscendo da una bettola di Ponte di Legno dove aveva tracannato qualche fiasco di vino, che almeno trecentomila abitanti delle valli bergamasche erano pronti ad imbracciare il fucile per sostenere le balordaggini che la sua testolina sfornava a getto continuo.
Dato che le valli bergamasche non raggiungono il numero di abitanti citato, e se ciò anche fosse vero, nel conto andrebbero inseriti anche i lattanti e i bambini, e non è comunque detto che tutti questi valligiani sarebbero stati disposti a combattere con il fucile per le idee balzane del bevitor Bossi, è stato facile per coloro cui l’attuale ministro delle Riforme stava antipatico, dimostrare che solo di fanfaronate si trattava. 


Ed ecco citati, qui in fila, il nome e cognome di tre fanfaroni attualmente alla guida del governo in Italia.
Ed è probabile che in quell’autorevole consesso ce ne siano altri di fanfaroni, ma, per motivi di spazio, al momento non ne parliamo.

Povera Italia, poveri noi italiani, e pensare che siamo stati tutti bambini da piccoli..

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