27 febbraio 2010

35.0) La Tav in Val di Susa, tra gallerie scavate nell’amianto e sporchi interessi economici.

La Tav in Val di Susa, tra gallerie scavate nell’amianto e sporchi interessi economici.

 
La valle di Susa è una valle che congiunge il Piemonte con la Francia.
In Val di Susa vi sono 39 comuni per una popolazione complessiva di circa 90 mila abitanti. Le località principali sono: Avigliana, Bardonecchia, Bussoleno e Susa.
L'economia della Valle si è da sempre basata sull'agricoltura e sulla pastorizia.
A partire dal secondo dopoguerra, queste attività sono state progressivamente soppiantate dall'industria pesante (siderurgia) e dal terziario avanzato. L'artigianato tradizionale del legno è ancora fiorente nell'Alta Valle.
Il turismo invernale, legato alle stazioni sciistiche di Bardonecchia, Cesana, Sestriere, Sauze d'Oulx, è presente nell'Alta Valle: queste località hanno ospitato numerose sedi di gara dei XX Giochi olimpici invernali nel 2006.

La ferrovia,  il traforo del Frejus e le strade di comunicazione.
In questa valle , per rendere più rapide le comunicazioni tra Italia e Francia, il 22 maggio 1854 fu inaugurata la prima tratta della Ferrovia del Frejus, da Torino a Susa,, con la previsione dello scavo della galleria del Traforo ferroviario del Frejus che venne completato nel 1870 .
La tratta ferroviaria valsusina permettendo di collegare la ferrovia Torino-Bardonecchia con la Francia, assunse così rilevanza internazionale, perché di fatto collegava la Pianura Padana con l'Europa occidentale.
La linea ferroviaria era lunga 77,8 chilometri e superava un dislivello di 1588 metri da Susa e una pendenza dell'8,3% sul versante francese.
Nel 1980, accanto al tunnel ferroviario è stato inaugurato un tunnel stradale sempre sotto il Monte Frejus, poi integrato nel sistema autostradale italiano mediante la costruzione dell'autostrada A32
Per il traffico merci su strada inoltre la valle è attraversata da due strade statali, la Strada Statale 24 e la Strada Statale 25 che si dirigono rispettivamente verso il Colle del Monginevro e il Valico del Moncenisio.


La Tav - (treno ad alta velocità)

È attualmente in discussione il progetto esecutivo per un collegamento ferroviario ad alta velocità che dovrebbe passare attraverso un tunnel sotto il massiccio del Moncenisio per collegare trasversalmente l'Europa dell'Est con le grandi città dell'Europa occidentale.
Il progetto è però avversato dalla popolazione locale che ha dato vita a un movimento per impedire la costruzione dell'opera.
NO TAV è un movimento della popolazione della Val di Susa contro la realizzazione della linea ferroviaria del treno ad alta velocità (TAV) Torino-Lione, nell'ambito della costruzione del cosiddetto corridoio 5 che dovrebbe collegare trasversalmente l'Europa dell'est (a partire da Kiev), con le grandi città dell'Europa occidentale (tra cui Torino, Marsiglia, Barcellona fino a Lisbona).
Vi sono diverse ragioni per cui sono nate le contestazioni:
per il costo dei lavori, stimabile intorno ai 20 miliardi di euro, che potrebbero essere meglio utilizzati raddoppiando o triplicando l’attuale linea ferroviaria esistente della  Val di Susa che è attualmente utilizzata solo per il 38% della sua capacità di traffico
• Per il fatto che il valico tra Torino e Lione secondo le stime sarà l'ultimo a saturarsi nel corridoio 5 da Lisbona a Kiev,, mentre altre tratte ferroviarie ben più congestionate, in particolare da Milano verso Est non sono ancora state costruite.
• per il non-senso di attraversare due volte le Alpi per fare un corridoio transeuropeo che potrebbe essere completamente situato in pianura o bassa collina passando per la Germania meridionale.
per la durata dei lavori (stimata in almeno 15 anni), si può prevedere una notevole quantità di autocarri in transito per le strade della valle necessari per il trasporto di circa 16 milioni di m³ di materiale asportato con lo scavo delle gallerie;
• è stato dimostrato che le montagne valsusine, che in base ai progetti dovranno essere attraversate da lunghe gallerie, hanno al loro interno rocce contenenti amianto ed uranio.
I timori dei contestatori sono che, durante gli scavi ed il trasporto dei detriti, queste sostanze possano diffondersi, anche con condizioni atmosferiche ordinarie, fino alla periferia della vicina Torino. Sembra però che questo punto non abbia motivate basi scientifiche, mentre i contestatori da un lato si oppongono persino ai carotaggi per lo studio ulteriore delle caratteristiche geologiche delle montagne interessate, e dall'altro ipotizzano scenari non ben chiariti razionalmente. Secondo alcuni studiosi di geologia, ( mentre altri sono di parere esattamente opposto), oggi è possibile lavorare e movimentare rocce contenenti amianto in sicurezza, ed esiste la possibilità di monitorare  e verificare se la concentrazione nell'aria supera o no una soglia minima.
costerebbe meno raddoppiare o triplicare la linea attuale a doppio binario che costruire una nuova  linea con relativo traforo di montagne ;
• Esiste il fondato timore di possibili esondazioni della Dora Riparia dovute ai lavori nell'area e il timore di diversi problemi idrici per gli scavi;
la costruzione di un nuovo grandioso elettrodotto per la linea ad alta velocità (molto più grande di quello già esistente, che in passato era stato già causa di un certo malcontento della popolazione valsusina) sarebbe in aperto contrasto con l a ristrettezza dell 'area del territorio valsusino;
• problemi circa l'inquinamento acustico già riscontrati nella linea TAV del centro Italia, moltiplicati per via del luogo in cui viene costruita l'opera (una valle circondata dai monti);
• verranno scavati tunnel sotto le montagne lunghi rispettivamente 50 e 20 chilometri e nel caso di incidenti o problemi tecnici si teme che, visti i trascorsi degli altri tunnel alpini, si verificheranno situazioni di emergenza particolarmente difficili da gestire (secondo alcuni, totalmente ingestibili);
• se la manutenzione delle linee attuali da parte delle ferrovie italiane lascia a desiderare, è presumibile che la linea ad alta velocità andrà incontro allo stesso destino, e anche per questo, invece della costruzione di una nuova linea i  i contestatori della linea Tav  chiedono la manutenzione straordinaria e il miglioramento dei tratti ferroviari già esistenti..
. Mentre i contestatori della Tav mettono in evidenza i danni ambientali della costruzione di tale linea, dato che i tunnel costruendi potranno essere utilizzati sia dai treni merci che dai treni passeggeri ad alta velocità,  i favorevoli fanno notare che le moderne tecniche di scavo e di trattamento del materiale di risulta, sono in grado di garantire la sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente circostante. Inoltre, anche per i detriti di scavo non nocivi, la tendenza è quella di eliminare via via le discariche a giorno, facilmente alterabili da piogge e venti, .come è stato fatto nelle le opere svizzere del Lotschberg e del San Gottardo.

C’è del marcio in Val di Susa?
Sui mezzi di comunicazione, (giornali e televisioni) si è cercato in ogni modo di far passare il messaggio che la popolazione valsusina, per  un inspiegabile capriccio sia contraria alla costruzione di tale opera, ma niente è più falso di questo
La gente del luogo no è capricciosa ma  vuole semplicemente far notare che si deve dare ascolto e parola ai molti esperti e ai docenti universitari che non hanno alcun tornaconto personale e che si sono espressi sollevando perplessità per le falde acquifere, per la salute (amianto in testa), per lo smaltimento delle tonnellate di materiale che verrebbe tolto per fare il tunnel e, non da ultimo, sull’antieconomicità dell’opera.
 Sui mezzi di comunicazione non si è mai voluto parlare delle proposte alternative presentate negli anni, sempre su rotaia,  ma in un’ottica di revisione e potenziamento della linea esistente e all’interno di un riordino della politica dei trasporti attraverso tutto  l’arco alpino.
In Valle di Susa, dice la gente impaurita, ci sono gli stessi ingredienti del disastro del Vajont: si portano «prove» (di cosa era fatto il monte Toc ieri, di cosa è fatto il Musinè oggi),si sottopongono pareri asserendo che l’opera sarà, oltre che dannosa per la valle, fallimentare dal punto di vista economico (la diga del Vajont ieri, l’enorme galleria e l'eventuale incidente ferroviario al suo interno domani?).
Purtroppo la gente non viene ascoltata da chi siede sulle poltrone in alto, sia a a livello locale che regionale che e nazionale.
Succederà, dice la gente, in Val di Susa come per il Vajont?
Cambierà, se non ci si ferma, solo la modalità per contare i morti?: lo si farà a distanza di anni, uno dopo l’altro, non tutti assieme. Moriranno  persone sia della Valle di Susa che di una parte di Torino, dove arriva il vento che porta le polveri lontano (l’amianto è inodore, insapore, è un nemico silenzioso che si respira e si annida e fa ammalare e uccide, anche a distanza di anni).



C'è del marcio in Val di susa.
(Ode al Berlusca).

Caro il mio Berlusca,
Mi piacerebbe entrar con te nella galleria che stan scavando in Val di Susa
e uscirne, io indenne e tu amiantato.
Cambieresti allora idea sulla pericolosità di un tale scavo,
e forse capiresti le ragioni di chi si oppone.
Potremmo, sempre tu ed io
anche attraversar lo Stretto sul nuovo ponte e capir che adesso sì, l'Italia è unita,
merito tuo e di chi costruir lo volle
Oh, che bello, le merci in Europa ormai viaggeranno su treni a trecento all'ora
e dalla Calabria alla Sicilia si arriverà in meno di mezz'ora,
ma ormai la gente  in quei posti lì  in pace non vive più. 

Caro il mio Berlusca,
Dicono che costruire una galleria di 50 km.
e un’altra di 20 km.
sia una cosa normale per la ingegneristica attuale 
e che il tutto non comporti difficoltà particolari.
Eppure, scavare queste due gallerie dentro una montagna imbottita di amianto e uranio,
credo che qualche dubbio lo debba creare.
Caro il mio Berlusca,
Si sta cercando di costruire in Val di Susa una linea ferroviaria ad alta velocità,
che comporta lo scavo di queste due megagallerie,
e ci vogliono far credere
che questa opera servirà per spostare su rotaia il congestionato traffico pesante dei Tir
che trasportano merci tra l’Italia e la Francia.
Una linea ad alta velocità per il trasporto di carri merci?
Ma a chi volete darla a bere?:
per le merci impiegare quattro ore o due ore non cambia nulla. 

Caro il mio Berlusca,
C’è sicuramente qualcosa di poco chiaro sotto questa vicenda.
E’ da almeno quindici anni che se ne parla,
e non vorrei che,
nel frattempo,
i terreni su cui deve passare la nuova linea ferroviaria
siano stati acquistati da società di comodo
facenti capo a coloro che sapevano 
o a immobiliaristi senza scrupoli,
i quali vedrebbero danneggiati i loro interessi economici
da un eventuale spostamento più a sud del tracciato della Tav,
o dal semplice raddoppio della linea ferroviaria già esistente in Val di Susa,
perché non potrebbero più vendere a 100 allo Stato questi terreni acquistati a 1.
Sono certo che è questo il vero motivo 
che potrebbe spiegare
il perché dell’intestardirsi di tanti politici
nel voler utilizzare il previsto tracciato:
ci sono ormai di mezzo interessi miliardari!
I loro interessi e e quelli degli amici,
e gli interessi degli amici degli amici.

Caro il mio Berlusca,
Per quanto riguarda la protesta della popolazione, essa è sacrosanta. 
Quelle montagne sono piene di minerali dannosi per la salute,
e scavando queste gallerie ferroviarie
le polveri di amianto e le radiazioni di uranio si diffonderebbero per tutta la zona,
che già vanta il più alto tasso di malattie di leucemia di tutta Italia.
I treni poi, con il loro avanti e indietro attraverso montagne inquinate, 
non farebbero altro che trasportare per tutta Europa queste polveri pericolosissime per la salute.
I primi a patirne le conseguenze sarebbero poi gli stessi operai addetti allo scavo!
Caro il mio Berlusca,
E poi, dimmi, dimmi,
dove verranno smistate le tonnellate di materiale di scavo radioattive?
In qualche vallata del Nord,
o in qualche discarica da costruire al Sud?
O in qualche Paese africano, che tanto lì anche se crepano non ce ne frega niente?
O in qualche Nazione emergente dell’ ex impero russo, con l’avallo del “caro amico Putin”?.
 
Caro il mio Berlusca,
Vorrei vedere chiunque di noi se il Comune dove abitiamo
decidesse di far passare accanto alla nostra abitazione 
una galleria dalla quale uscissero radiazioni di uranio o polvere di amianto! 
Immagina una bella galleria con radiazioni di amianto
accanto agli studi televisivi Mediaset a Cologno Monzese,
oppure accanto alla tua villa di Arcore.
Ti ribelleresti, chiunque si ribellerebbe con tutte le sue forze, 
è chiaro,
e quindi gli abitanti della Val di Susa hanno tutte le ragioni per protestare 
e impedire la realizzazione di questa opera.
Caro il mio Berlusca,
C’è ancora da dire che gli studiosi sono convinti che quest’opera, 
insieme al progettato ponte sullo Stretto di Messina,
sia un’opera inutile,
ma per qualche motivo oscuro ( o fin troppo chiaro)
i politici nostrani si stanno impegnando su queste due opere costosissime e completamente inutili.
Le merci che viaggiano a 300 km. all’ora!
Si, meditiamo tutti  sul recente disastro di Alassio .
Ma cosa c’ è sotto?
Qualcosa di marcio, di sicuro, c’è in Val di Susa.
E la popolazione fa bene a ribellarsi.

Caro il mio Berlusca, vorrei che tu ed io, 
ed alcuni esperti senza tornaconto personale,
ragionassimo un pò su questi fatti, 
per vedere se forse non è meglio lasciare le cose come stanno.



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