26 marzo 2010

54.0) Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.

Questo verso famosissimo di Dante significa che Dio può fare ciò che vuole.
Solo Dio.
Ogni cosa gli salti in mente di fare, Egli la può fare.
E la farà sicuramente nel migliore dei modi possibili, non c’è scampo.
Dio quindi, e solo Dio, può realizzare qualsiasi cosa gli venga in mente di fare.
Egli è Uno, e quindi la sua volontà non entra in conflitto con altre volontà.
Gli uomini, no.
Gli uomini sono miliardi di persone e non possono mettersi a fare quello che ognuno di essi vuole.
Ogni realizzazione di un desiderio, si scontrerà inevitabilmente con la volontà di un’altra persona che magari desidera esattamente il contrario.
Gli uomini quindi nella realizzazione dei loro desideri e per il mantenimento della pace sociale, hanno il dovere di seguire delle regole e delle leggi.
Loro non possono fare ciò che vogliono.
Gli uomini non sono Dio.



Però ogni tanto nascono sulla Terra degli uomini che si credono Dio.
Nel senso che credono che ad essi tutto sia lecito.
Che si credono di poter fare quello che vogliono, infischiandosene di leggi e decreti.
Essi pensano che, per loro, le leggi non valgano.
Si sentono investiti di una missione superiore, e fanno di tutto per non venire confusi con la massa del popolo bue, creando per se stessi una serie di privilegi, di agevolazioni e di eccezioni.

Sfortunato quel popolo dove viene a instaurarsi una casta di Unti dal Signore di tal genere.
I soprusi che ne deriveranno saranno di cattivo esempio e deleteri per l’intera Nazione.

Nel nostro caso, in Italia, da decenni assistiamo a una sarabanda di privilegi sia economici , che normativi per i nostri parlamentari che perciò vengono indicati dal popolo come appartenenti a una " Casta" di persone inutili, da vituperare e biasimare, e contro le quali brontolare.

A questi esseri privilegiati al di sopra delle norme comuni, si è aggiunta da alcuni anni, anche la supponenza di un Presidente del Consiglio, che si crede in diritto di battagliare contro la Magistratura che pretende da Lui il rispetto delle leggi comuni, e si crede inoltre in diritto di inveire contro i partiti dell’opposizione, qualificandoli come entità inutili, pericolose e composte da persone certamente in malafede, perché altrimenti lo osannerebbero come sarebbe per loro più giusto fare.

Aggiungasi a questo disordine che alterna regole e norme per privilegiati ad altre valide per tutti i cittadini, anche l’attività di ministri incompetenti che non accettano la benché minima critica al loro operato, e l’esempio deleterio di personaggi pubblici in malafede, quale quello dell’ attuale Ministro delle finanze che dichiara redditi da fame, invogliando così il popolo a evadere le leggi tributarie che egli stesso ha imposto e che egli per primo non rispetta.

Il verso dantesco"Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole" è stato da queste persone interpretato e adattato a se stesse in modo da fargli dire: ("questa è la volontà di noi che detieniamo il potere e nessuno la metta in discussione"), per mantenere inalterati e sempre più ad esse favorevoli una serie di privilegi, sostituendosi a Dio nella loro abissale ignoranza di ogni regola di comportamento sociale indirizzata alla pace e alla convivenza civile tra gli uomini.

Ma Dante, nella tomba, si indignerà, e prima o poi suggerirà a qualche suo emulo, un verso adatto alla pochezza mentale e alla smania di potere di questi dannosi italici politicanti.

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