12 aprile 2010

65.0) preti pedofili

Il fenomeno dei preti pedofili.


 Si fa presto a dire che tutti i preti sono pedofili, ma questa affermazione è vera solo per gli anticlericali, perché generalizzare è sbagliato, e bisogna saper distinguere le affermazioni vere da quelle false.
Di fronte alle tempeste di questi giorni che parlano di preti pedofili , comunque la pensiamo, è bene evitare di esprimere giudizi sommari e ricette troppo facili.
Si deve essere ben consapevoli che l’intento di fondo di queste accuse è quello di mettere in discussione l’autorevolezza educativa della Chiesa cattolica. L’obiettivo dell’accerchiamento mediatico di cui essa è fatta oggetto è quello di convincere la pubblica opinione mondiale che questa Istituzione non può più essere considerata come maestra di vita e di virtù, essendo essa stessa portatrice di vizi odiosi e aberranti verso i più indifesi.

Si afferma che la pedofilia dei preti sia da ricercare nella legge ecclesiale che impedisce il loro matrimonio , senza tener conto che l’astinenza dei preti, quando c’è di mezzo una vera vocazione, non è che l’altra faccia del voto di povertà.
L’autentico sacerdote, infatti, - dal parroco di campagna al Papa, - deve poter chiudere la sua vita terrena senza lasciare legami materiali con le cose o con le persone, attraverso vincoli di possesso o di parentela, ma deve possedere in vita e lasciare e trasmettere quindi al termine di essa solo dei profondi insegnamenti e esempi morali e spirituali.

E tuttavia, è anche vero che anche in questo contesto di voti di povertà e di astinenza sessuale, il fenomeno della pedofilia si annida in modo subdolo e preoccupante.
Anche se è tutto da dimostrare che la percentuale di preti con esperienze di pedofilia sia superiore a quella della popolazione in generale, o di altre categorie di persone a stretto contatto con la gioventù, come gli educatori, i professori, gli allenatori o gli istruttori di palestra , non bisogna mai accettare di considerare del tutto "ovvio" e "inevitabile" che esista una certa quantità "statisticamente tollerabile " di preti pedofili .
Fa quindi meraviglia che alcuni intellettuali dicano che la cosa in sé non dovrebbe più nemmeno fare notizia e quindi è del tutto fuorviante che si creino inutili e inopportuni scandalismi contro la Chiesa, essendo anche la pedofilia dei preti in qualche modo un fenomeno "scontato" e "normale" dei tempi in cui viviamo.

La Chiesa non ha mai spiegato perché fare il prete cattolico non attenui, o perlomeno non ponga un freno morale, a queste disinvolte tendenze che, non dimentichiamolo, producono veri e propri crimini e non peccatucci veniali.
Da coloro che si proclamano predicatori di verità divine nonché strenui difensori della vita fin dallo stato embrionale, sempre pronti a condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe attendere quantomeno un minimo di coerenza e di comportamenti esemplari, ma evidentemente così non è.




Al di là di questi aspetti viene da chiedersi perché alcuni preti diventino pedofili.
Molti ritengono che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria,come ad esempio i vedovi o i carcerati, cosa che non risulta.
Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina?
Ce ne sono stati in ogni epoca di preti che hanno mancato al loro voto di castità con prostitute o donne disponibili.
No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni. 

Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e innocenti va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto. La mancanza di maturità sessuale da parte dei preti, l'aver represso fin dai tempi del Seminario la propria sessualità, potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale.

 
Si è osservato che l’età media delle vittime è spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni e che nella quasi totalità dei casi si tratta di pedofilia omosessuale, il che ci fa capire come il prete pedofilo abbia pesanti conflitti da risolvere con sé stesso, con la propria sessualità, con la propria storia e soprattutto con la propria identità.
Ed anche le occasioni in cui viene esplicata questa aberrante pratica sono da ricercare nella stessa missione dei preti , che per motivi educazionali sono in stretto contatto on il mondo dell’adolescenza come ad esempio nella gestione di un oratorio o di un collegio, oppure nella complice intimità che si viene a creare durante una confessione faccia a faccia tra un adolescente e un sacerdote nel confessionale, situazioni tutte queste dove possono crearsi minacciose influenze e stati di ricattabilità.


Fare il prete quindi oggi è sempre più difficile e comporta una vera vocazione, e una grande dose di virtù morali e un impegno di vita quasi eroico, viste le tentazioni e la seduzione dei sensi che il mondo moderno propone .
Eppure noi di preti così abbiamo bisogno, mentre per i preti pedofili auspichiamo una veloce riduzione allo stato laicale e un carcere duro e prolungato.

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