30 marzo 2011

60.1) Proposta di premio Nobel per la pace agli abitanti di Lampedusa.

Proposta di premio Nobel per la pace agli abitanti di Lampedusa.


Berlusconi in visita oggi a Lampedusa, ha invocato l’assegnazione del premio Nobel per la pace agli abitanti dell’isola, per la loro trentennale capacità di integrazione con i flussi migratori di migliaia di disperati che sbarcano sulle loro spiagge in cerca di una vita dignitosa lontano dalle guerre e dalla miseria del loro Paese.

A maggior ragione, ora che egli è diventato lampedusano, avendo acquistato ieri sera a tambur battente su internet una villa sull’isola, egli confida che la comunità internazionale decreti a lui e ai suoi nuovi concittadini il premio tanto ambito.

Per la verità la proposta di premiare il comportamento esemplare dei lampedusani è vecchia di qualche anno, e chi scrive, ha avuto già dal 2009 l’idea di proporre in un suo post gli abitanti dell’isola come meritevoli di tale premio Nobel.
vedi articolo del 19 febbraio 2009


Naturalmente l’indicazione di Berlusconi è auspicabile che venga effettivamente presa in considerazione da chi di dovere, in modo che, tra tante sciocchezze e cadute di stile del nostro Presidente, si possa tra qualche tempo annoverare a suo merito tra le cose finalmente da lui ben fatte, l’aver ottenuto il conferimento di tale onorificenza per l'isola sinora abbandonata al suo destino dalle autorità nazionali.

Berlusconi, nel suo intervento sull’isola, oltre alla richiesta del premio Nobel, alla promessa di un definitivo sgombero degli immigrati e di una moratoria fiscale per gli abitanti, ha però poi voluto come sempre strafare, vanificando con la sua loquacità quanto di buono fin qui gli era riuscito.
Egli non è capace di dire una cosa giusta e poi tacere, deve sempre spettacolarizzare i suoi interventi e oltrepassare i limiti del sopportabile.
Non ha resistito, dopo i contentini promessi, dal dire ai lampedusani che le loro case sono vecchie, scrostate e dipinte con colori che a lui non piacciono, e che quindi, quanto prima vengono sistemate e ridipinte, magari con i colori di Portofino che a lui piacciono tanto, meglio è per tutti.

Adesso è diventato anche architetto paesaggista.
Eppure, se gli riuscisse di dare un un limite alle sue esternazioni, probabilmente e finalmente diventerebbe un grande politico.
Ma questo lui non lo capisce, e cosi vive nella sua mediocrità di statista mancato perchè accanto a indubbie cose belle che dice, i suoi interventi sono sempre pieni anche di sciocchezze e di cadute di stile.
Ed è un vero peccato, perchè se non volesse strafare, le qualità le avrebbe.



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