23 ottobre 2012

85.2) Le frasi infelici di potenti

La “schizzineria” della  ministra.
 



La signora Fornero, attuale  ministro del lavoro nel governo Monti,  rivolgendosi ai giovani disoccupati italiani ha detto loro di imparare ad essere “meno schizzinosi” nella scelta del  posto di lavoro che viene loro proposto.

Peccato che la ministra non abbia ancora capito che  in questi tempi di crisi economica  di posti di lavoro per i giovani non se ne parla neppure.

Gli unici posti che vengono proposti ai giovani disoccupati italiani sono ormai o  lo spaccio di droga o il fare da palo in una qualche attività criminosa.

Ormai più neppure la distribuzione di volantini pubblicitari  viene ad essi affidata, in quanto questo tipo di lavoro   sembra essere diventato appannaggio di quei poveri cristi di extracomunitari che, per due o tre euro  al giorno,  accettano di  fare giornalmente km e km di strada a piedi   per riempirci di  carta inutile  le nostre cassette postali.

Forse la piagnucolosa ministra, dovrebbe imparare lei stessa a fare meno la schizzinosa  e darsi invece più da fare per ripristinare  in Italia l’apprendistato   giovanile, cioè quella pratica lavorativa per la quale a  un giovane veniva insegnato per qualche anno , dietro modico compenso e versamento di regolari contributi,  un lavoro presso un artigiano o una fabbrica o uno studio professionale, con la prospettiva poi di un impiego stabile.

E vedrà allora la ministra che  i giovani di oggi, come hanno fatto quelli di ieri, davanti alla certezza  di imparare veramente  un lavoro retribuito come si deve  e non più precario e sottopagato,  la parola schizzineria la lasceranno  usare solo alle persone fatue come certi ministri. 



Da quando in qua “Signora” è una la parola offensiva?  




Oltre a tante  altre autorità c’erano in sala anche due Prefetti ( quello di Napoli e quello di Salerno) a quella riunione  dove si parlava della pericolosità dei roghi della spazzatura bruciata nottetempo in strada. 

Un prete gentile e dall’aria mite, tra il pubblico, avuta la parola, si è rivolto alla signora  Prefetto di Salerno  con queste  parole” Ringrazio la Signora per il suo costante interessamento  al problema che qui ci occupa” e molto altro avrebbe avuto ancora a dire se non fosse stato bruscamente e in malo modo interrotto dalla voce microfonata e alterata del Prefetto di Napoli che così lo apostrofava: - Lei è un maleducato che manca di rispetto alle istituzioni , perché ad un Prefetto ci si deve rivolgere  non con la parola “ Signora”, ma con il termine “Sua Eccellenza il signor Prefetto”.



Ora, se in questa vicenda qualcuno si è comportato da maleducato non è stato certo il povero parroco che da anni si batte contro la malavita  locale, bensì lo stesso Prefetto di Napoli che si è arrogato il diritto di  fare l’offeso per  la collega  di Salerno  che invece  non aveva fatto una piega,  alterandosi  quando nessuno gli aveva ancora  rivolto   la parola, o forse proprio per questo.

 In realtà Sembra che il maleducato Prefetto  abbia voluto, con questa sua sparata fuori luogo contro il povero parroco, mettere a tacere,  in un momento molto delicato della riunione,questo mite  prete che tuttavia  si accingeva  a esporre soluzioni contro la gestione dei rifiuti in Campania, sui quali  la camorra ha allungato le mani.

Invece di  accoglierli e far  suoi  questi  suggerimenti  operativi contro la camorra,    ai più è parso, ma vorremmo sbagliarci, che il Prefetto abbia preso spunto da un errore in buona fede del parroco, per fare l’offeso,    togliergli la parola e metterlo in disparte senza dargli la possibilità di finire il suo intervento.

Così di provvedimenti da prendere contro la camorra se ne parlerà in altra riunione, e speriamo con un altro Prefetto  meno  incline alla forma delle parole e più  rivolto  alla sostanza delle cose da fare. 




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