21 dicembre 2012

98.2) A me san Giuseppe mi è sempre piaciuto.



Il mio amico frate Antonio da Bergamo mi ha mandato per Natale queste due righe.


“- A me san Giuseppe mi è sempre piaciuto.
Che tipo strano san Giuseppe!
Era un bel giovanotto del suo paese con il volto incorniciato da una  barbetta  rossiccia e con   un buon mestiere in mano: un falegname che un giorno non lontano  avrebbe avuto  una bottega tutta sua.
Le ragazze del paese  se lo mangiavano con gli occhi, ma lui non le filava per niente: lui correva dietro a  una tredicenne , la Maria, che era  la più bella di tutte ma sempre in atteggiamento di preghiera  e che , per di più, stava facendo voto di verginità.
Non c’era  verso di  parlare di sesso con lei,  faceva la schiva,  ma a Giuseppe questo atteggiamento  responsabile piaceva  e aveva perciò voluto fidanzarsi  ufficialmente con lei.

Poi un giorno, un brutto giorno, la Maria gli viene a dire che è incinta, che è al secondo mese, che sta aspettando un bambino.
Ma santa madonna- dice san Giuseppe-   un bambino, ma un bambino da chi?
Con me niente, ma con gli altri ci sei andata a letto, vero?
Con me facevi la santarellina,   e invece….
E così  adesso  agli occhi   paese io   sarò fatto passare per cornuto, e tutti rideranno di me .
Me l’ha fatta proprio grossa, , la Maria.
 Va bene la ripudierò  e vada un po’ a farsi consolare da quello che l’ha messa incinta, così potrò sapere chi è e se mi gira   potrò anche dargli una bella lezione a suon di botte.

Ma no, ma no, è impossibile che la Maria  mi abbia fatto questo torto.
E’ mai possibile? Forse scherzava.  non vedi con che aria da innocentina mi ha detto che aspetta  un figlio, dice che è stato un angelo, dice che lei non ha fatto niente di male.

Sì  certo, un angelo, ma con una mazza grossa così in mezzo alle gambe,  che se lo prendo gli strappo via le ali.
Altro che di un  essere  tutto spirituale, di un angelo di carne  deve essersi trattato.
E la Maria, perché si sta inventando tutta questa storia dell’angelo invece di dirmi chiaramente che non le piacevo  e che ha preferito fare sesso con un altro, magari un giovanotto di un paese qui nei dintorni?
Se non le piacevo più me lo diceva e pazienza, libera lei di trovarsi un altro giovane e io di trovarmi un’altra ragazza.
Se mi dicesse, anche adesso,  la verità,  la verità vera, io a questo punto  magari la perdonerei,  ma essere preso in giro con delle storie assurde di angeli  sessuofobi, questo non mi garba perché  a nessuno piace passare per stupido.
Meglio la verità per nuda e cruda che sia. 

Povero Giuseppe.!
Mentre si rivoltava sudato  nel letto, con la febbre a quaranta gradi,  con questi pensieri in mente,  insonne, agitato  e incerto sul da farsi, non  succede che  gli si presenta davanti, come in sogno,  un angelo, forse quello stesso su cui voleva mettere le mani per suonargliele, che gli dice che è tutto vero quello che la Maria gli ha detto, che il figlio in arrivo non è suo, dell’angelo, ma addirittura di Dio  e che la Maria, la sua promessa sposa  non solo è ancora  vergine anche se incinta e tale rimarrà  anche dopo il parto, ma è quella  famosa vergine scelta da Dio per mettere al mondo il figlio di Dio   di cui da secoli parlano tutte le scritture  che egli   Giuseppe, assieme agli altri abitanti  del paese ascolta nella sinagoga tutti i sabato sera.
Roba da  svegliarsi con la mente rintronata .

Eppure,  sebbene frastornato, Giuseppe ritrova la   fiducia in  quello che Maria gli ha raccontato,  e  anche se con il pancione, se la sposa davanti a tutto il paese.
Di lì a qualche mese nasce il bimbo,  in un contesto di povertà tale che Giuseppe  potrebbe anche avere il diritto di pensare che non del figlio di Dio si tratti.
Ma subito  certi  avvenimenti  gli fanno intuire  che qualcosa di straordinario  attorno a  a lui, a Maria e al bambino  sta accadendo.
 Misteriose luci notturne di stelle cadenti , canti di angeli, pastori che accorrono con le loro greggi, Re Magi del lontano Oriente che portano doni : si, si,  ormai Giuseppe  ha capito che  quel bambino è un dono speciale venuto dal cielo, ed egli ha deciso: si comporterà verso di lui come il suo vero padre terreno.  
E’ costretto quindi col passare degli anni, per proteggere questo figlio dall’orrore del potente re Erode,  a fuggire  con la sua famigliola  in Egitto e stare esiliato  in una terra straniera.
Alla fine, calmatesi le acque,  il rientro in patria   e  lo stabilirsi a Nazareth   dove  si  ricomincia tutto da capo, col metter su bottega di falegname , cercare clienti e farsi apprezzare come artigiano per poter sfamare la famiglia.

E,  quando ormai non ci pensava più, è  Gesù stesso, ormai quasi adolescente, a  farlo passare per cornuto davanti  alla gente del suo nuovo paese.
Era successo che Giuseppe e Maria  avevano perso di vista il loro figliolo  durante un pellegrinaggio in carovana a Gerusalemme, e dopo averlo cercato con angoscia e timore  lo avevano ritrovato  dopo tre giorni  nel tempio, intento a predicare addirittura  ai sacerdoti.  
-Figliolo, non sapevi che tua madre ed io ti stavamo cercando?-
-E perché mi cercavate? Non sapete che io  devo fare  quello che mi dice di fare il padre mio?-

E qui a ognuno di noi, padri normali  di figli normali,  un bello scapaccione  sul volto del ragazzo ci sarebbe   uscito dalle mani,  ma a Giuseppe no.

Eppure, stava succedendo  che  davanti a tutti nel tempio, davanti  a  una folla e a una   schiera di sacerdoti e sapienti e potenti della città, quel marmocchio stava  dicendo a me, Giuseppe,  suo padre, che io non ero il suo vero padre,  che ero semplicemente  e nient’altro  che un cornuto bello e buono e che lui non aveva il dovere di obbedire ai miei ordini, ma che  obbediva solo agli ordini del suo vero padre, suscitando la curiosità e le risatine della gente lì attorno.
Gesù mi stava umiliando davanti a tutti!
E io Giuseppe, che cosa ho fatto?
Niente, ho chinato il capo, ho preso   per  mano  Gesù, ho stretto Maria   forte forte a me e ,  me  ne sono tornato con loro all’accampamento , alla carovana e poi a casa.

Oh!, San Giuseppe: sei un forte!
 A me san Giuseppe mi è sempre piaciuto.
Buon Natale a tutti”.-

Anche a te, caro  Frate Antonio da Bergamo, amico mio, tanti auguri.


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