Stiamo qui
tutti a lamentarci perché questo maledetto inverno 2012/2013 non se ne vuole
andare, e perché la primavera quest’anno non si è vista.
Piove in
continuazione e fa freddo .
Cade la neve
sopra i mille metri eppure siamo a fine
maggio.
Tra una
decina di giorni finiscono le scuole e, chi
se lo può ancora permettere , dovrebbe, essere in preparativi per fare le
valigie e dare una bella occhiata ai
freni, alle gomme e al motore dell’auto che
lo porterà in vacanza al mare o in montagna.
Invece siamo
qui tutti a lamentarci, oltre che per la crisi economica, anche per il
tempaccio boia che quest’anno ci “ è piovuto” addosso.
Eppure se facessimo
mente locale, e se guardassimo le cose con un poco di razionalità, ci
accorgeremmo che il maltempo continuato di
marzo, aprile e maggio non è poi una
cosa così eccezionale, e che quindi è
meglio darsi una calmata e lasciare che
le cose vadano come Madre Natura ha deciso.
Che poi non
sempre, questo brutto tempo è sinonimo di catastrofi o sventure o sfortuna .
C’è stato un
caso, nel 1918, che il 24 maggio avrebbe potuto essere tramandato ai posteri
come una delle più brutte pagine nere
dell’Italia, perché si era in guerra e
gli austriaci avevano deciso di
sferrare un grande attacco contro il nostro esercito ed iniziare l’invasione della nostra giovane Nazione.
Gli italiani
venivano già dalla sconfitta di Caporetto ed erano in sfacelo e in rotta e in
fuga e quindi quella data era stata sapientemente scelta dagli austriaci per
darci il colpo finale.
Ebbene, dice
la canzone alpina che il “ Piave mormorò: non passa lo straniero”, e si
gonfiò talmente di acqua che fu impossibile per l’esercito invasore attraversarlo,
e per questo il fiume venne dichiarato “ Fiume leggendario nazionale”.
Bene, viva il Piave allora.
Ma chiediamoci come mai in quel benedetto 24 maggio 1918 il fiume fosse così in piena.
Ma chiediamoci come mai in quel benedetto 24 maggio 1918 il fiume fosse così in piena.
Evidentemente
perché anche quell’anno, come nel momento attuale, i mesi di marzo, aprile
e maggio furono talmente piovosi e forieri di neve sui monti da rendere in piena
non solo il Piave ma tutti i fiumi del Nord.
Ed
allora, vediamo bene anche senza esser
maniaci della meteorologia, che ogni quaranta o cinquanta anni può capitare un inverno così brutto come quello attuale, ma non sempre questo fatto è da maledire, perché , almeno nella circostanza
del 24 maggio 1918, esso fece la fortuna
del’Italia, che grazie alla mancata invasione,
fu in grado di ricostruire l’esercito, di cambiare i comandi militari e di passare a sua volta all’attacco vincendo
forse l’unica guerra che abbia mai vinto.
Viva il maltempo, allora?
No, ma almeno non lamentiamoci più di tanto.
Viva il maltempo, allora?
No, ma almeno non lamentiamoci più di tanto.
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