14 giugno 2013

47.3) Perché alcuni giudici vietano le cure con le staminali?

Perché alcuni giudici vietano le cure con le staminali?


Ci sono genitori che  vivono in ansia per i loro figli  ammalati di  malattie rare e  finora dichiarate  incurabili.
Essi e i loro figli ammalati vivono una vita di sofferenze che non si augura a nessuno, perché  vedere i propri congiunti  deperire lì davanti a te, tra le tue braccia e non potere fare niente per alleviare la loro sofferenza, è uno strazio che  può perfino portare a compiere gesti estremi.

Ebbene ultimamente,  per alcuni di questi casi  di sofferenza familiare,  da qualche tempo  è nata una speranza.
 Sembra che attraverso cure speciali con le cellule staminali  si riesca, in alcuni casi, non dico a debellare la malattia,  ma a farla a volte regredire  o quantomeno renderla più  sopportabile  nelle manifestazioni acute del dolore.

E’ logico che di fronte a tali speranze   molti genitori si siano buttati a capofitto per  far visitare i loro sfortunati figli dalle  equipes  mediche  che praticano le nuove cure , ma  a questo punto , in alcuni casi è intervenuta l’autorità  giudiziaria a  porre dei divieti.

Non sempre, e non per tutti i malati, però.  
Per alcuni di essi    infatti   tutto è filato liscio e le cure sono state somministrate, con esiti più o meno soddisfacenti , mentre per altri , chissà  perché, è scattato il divieto di sottoporsi a tali  cure.  

Ma che cavolo c’entra il giudice nelle questioni mediche, direte giustamente  voi?
Eh, si! Sembra purtroppo  che  il sottoporre lo sfortunato bimbo alle cure  con le cellule  staminali, non essendo ancora  questo un metodo universalmente  riconosciuto dalla scienza medica,  possa dare adito ad essere configurato come  un reato di  “procurate sofferenze fisiche” con l’aggravante delle “ fragilità della persona  già debilitata dalla malattia”-

Quindi , è come  un ”commettere atti  di violenza su persone  fisiche   inermi e deboli”, e detto così sembra proprio  che  siamo di fronte non a dei genitori angosciati per i loro figli, bensì a dei mostri umani di rara  cattiveria.

Eppure tutti noi, ed anche i giudici sanno benissimo che non è così, e difatti  qualche giudice più lungimirante   non frappone alcun ostacolo  alla somministrazione di tali cure, mentre altri, invece, più timorosi o più legati  alla loro  carriera forense che verrebbe intaccata  da un comportamento   lassista  mettono divieti  e  paletti .

Di fatto quindi, con la scusa di impedire che vengano procurate sofferenze fisiche ai bimbi ammalati , questi giudici  le aggravano e condannano a morte certa   questi piccoli esseri  indifesi e deboli. 

Siamo di fronte a comportamenti difformi  per la stessa  cosa:  a qualcuno è permesso  e ad altri no, ed è un   modo di fare  davvero singolare e profondamente  ingiusto. 

La proposta che proviene  da più parti, perciò,  ed anche dalla stessa autorità giudiziaria, è che venga lasciata  libertà ad ogni  nucleo familiare interessato  di  decidere  sulla convenienza e liceità di sottoporre alle cure staminali  i propri congiunti, senza volersi accanire giuridicamente contro di essi, depennando di fatto, almeno per questi casi,  l’odioso reato di violenza su minori deboli e indifesi.

Che se poi  tali cure mediche, ( a proposito è bene che la scienza medica  a tempi brevi le  riconosca come tali)  saranno in grado  di portare benefici all’ ammalato , anche solo alleviandone le sofferenze,  tanto di guadagnato, perché, con il divieto  dei giudici invece  non si faceva  altro  che  sancirne la definitiva  condanna a morte tra atroci sofferenze  da far impazzire  i poveri genitori  inermi e impossibilitati per legge ad intervenire .
Che Dio ci aiuti e ci esenti da tali sofferenze!


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