Perché alcuni giudici vietano le cure con le staminali?
Ci sono genitori che
vivono in ansia per i loro figli
ammalati di malattie rare e finora dichiarate incurabili.
Essi e i loro figli ammalati vivono una vita di sofferenze
che non si augura a nessuno, perché vedere
i propri congiunti deperire lì davanti a
te, tra le tue braccia e non potere fare niente per alleviare la loro
sofferenza, è uno strazio che può perfino
portare a compiere gesti estremi.
Ebbene ultimamente, per alcuni di questi casi di sofferenza familiare, da qualche tempo è nata una speranza.
Sembra che attraverso
cure speciali con le cellule staminali
si riesca, in alcuni casi, non dico a debellare la malattia, ma a farla a volte regredire o quantomeno renderla più sopportabile nelle manifestazioni acute del dolore.
E’ logico che di fronte a tali speranze molti genitori si siano buttati a capofitto
per far visitare i loro sfortunati figli
dalle equipes mediche che praticano le nuove cure , ma a questo punto , in alcuni casi è intervenuta
l’autorità giudiziaria a porre dei divieti.
Non sempre, e non per tutti i malati, però.
Per alcuni di essi infatti
tutto è filato liscio e le cure
sono state somministrate, con esiti più o meno soddisfacenti , mentre
per altri , chissà perché, è scattato il
divieto di sottoporsi a tali cure.
Ma che cavolo c’entra il giudice nelle questioni mediche,
direte giustamente voi?
Eh, si! Sembra purtroppo che il
sottoporre lo sfortunato bimbo alle cure
con le cellule staminali, non essendo
ancora questo un metodo
universalmente riconosciuto dalla
scienza medica, possa dare adito ad
essere configurato come un reato di “procurate sofferenze fisiche” con l’aggravante
delle “ fragilità della persona già
debilitata dalla malattia”-
Quindi , è come un ”commettere atti di violenza su persone fisiche
inermi e deboli”, e detto così sembra proprio che siamo
di fronte non a dei genitori angosciati per i loro figli, bensì a dei mostri
umani di rara cattiveria.
Eppure tutti noi, ed anche i giudici sanno benissimo che non
è così, e difatti qualche giudice più
lungimirante non frappone alcun
ostacolo alla somministrazione di tali
cure, mentre altri, invece, più timorosi o più legati alla loro carriera forense che verrebbe intaccata da un comportamento lassista
mettono divieti e
paletti .
Di fatto quindi, con la scusa di impedire che vengano procurate sofferenze
fisiche ai bimbi ammalati , questi giudici le aggravano e condannano a morte certa questi piccoli esseri indifesi e deboli.
Siamo di fronte a comportamenti difformi per la stessa cosa: a qualcuno è permesso e ad altri no, ed è un modo di fare davvero singolare e profondamente ingiusto.
Siamo di fronte a comportamenti difformi per la stessa cosa: a qualcuno è permesso e ad altri no, ed è un modo di fare davvero singolare e profondamente ingiusto.
La proposta che proviene da più parti, perciò, ed anche dalla stessa autorità giudiziaria, è
che venga lasciata libertà ad ogni nucleo familiare interessato di decidere sulla convenienza e liceità di sottoporre alle
cure staminali i propri congiunti, senza
volersi accanire giuridicamente contro di essi, depennando di fatto, almeno per questi
casi, l’odioso reato di violenza su minori deboli e indifesi.
Che se poi tali cure
mediche, ( a proposito è bene che la scienza medica a tempi brevi le riconosca come tali) saranno in grado di portare benefici all’ ammalato , anche solo
alleviandone le sofferenze, tanto di
guadagnato, perché, con il divieto dei
giudici invece non si faceva altro che sancirne la definitiva condanna a morte tra
atroci sofferenze da far impazzire i poveri genitori inermi e impossibilitati per
legge ad intervenire .
Che Dio ci aiuti e ci esenti da tali sofferenze!
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