25 settembre 2013

69.3) Discese agli inferi

Discese agli inferi



Non ho mai capito cosa volesse dire,  recitando in chiesa il Credo,   la frase che dice  che Gesù “ discese agli inferi” 

Forse che Gesù è andato per tre giorni e tre notti  ad ispezionare l’Inferno, per vedere  se tutto là funzionava come  Lui aveva detto, e cioè che  esso era come la Geenna, vale a dire  un luogo  nel  quale  regnava il fuoco eterno  a punizione dei peccatori?

Sembrandomi illogica una tale  supposizione,  anche solo perché, secondo me, Gesù non aveva bisogno di fare questa verifica, in quanto  essendo Dio  già  avrebbe dovuto saperlo come stavano funzionando le cose laggiù, così  ho allora voluto approfondire l’argomento,    perché mi scoccia  assai   pronunciare delle frasi il cui significato non capisco  neppure lontanamente o   in cui non credo. 
 Ho scoperto  allora che  che  sull’argomento esiste addirittura una pagina del Catechismo della Chiesa cattolica, (la pag. 632), dove si dice che “ le affermazioni del Nuovo Testamento secondo le quali Gesù “ è risuscitato dai morti”, presuppongono che , preliminarmente alla risurrezione, egli abbia dimorato nel soggiorno dei morti. 
 E' infatti questo  il senso primo che la predicazione apostolica ha dato alla discesa di Gesù agli inferi: Gesù ha conosciuto la morte come tutti gli uomini e li ha raggiunti con la sua anima nella dimora dei morti.
 Ma  egli vi è disceso come Salvatore, proclamando la Buona novella agli spiriti che vi si trovavano prigionieri.

Siccome  il catechismo  è un libro che, purtroppo,  non leggo abitualmente,   sono così venuto a conoscenza che  Egli  addirittura l’aveva detto esplicitamente ai suoi  apostoli che  sarebbe andato a visitare il regno dei morti, e difatti Matteo nel suo vangelo ci spiega che : -Gesù si era riferito alla sua discesa nella morte quando, accennando  al profeta Giona, aveva detto: "Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'Uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra" (Mt 12,40).-

Io per la verità finora avevo sempre creduto che con queste parole Gesù avesse semplicemente voluto dire che egli , prima di risorgere,  sarebbe   rimasto sepolto  per tre giorni e tre notti nella grotta  del sepolcro, e non che  in questo frattempo se ne sarebbe andato a visitare  in spirito gli inferi.
Ma,  a sbugiardare la mia  credenza,  la pagina del catechismo parla chiaro  e  la discesa di Gesù agli Inferi è un articolo della fede cattolica, come affermato nel Simbolo Apostolico, che dice infatti : -"patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto,  discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte.-
Secondo il mio buon amico Frate Antonio da Bergamo, l'espressione in riferimento agli Inferi indica la solidarietà profonda con cui Cristo volle unirsi, attraverso il sacrificio della Croce al destino di morte comune a tutti gli uomini, estendendo  l' opera della salvezza a tutte le generazioni passate e future.
Gli inferi, poi,  non sono da confondere neppure lontanamente  con  l'Inferno, che è la condizione definitiva del peccatore, segnata dalla sofferenza, ma stanno ad indicare  semplicemente il soggiorno dei morti, cioè  quello che l'Antico Testamento descrive  come l'ebraico sheol, il greco hádes,  il latino Ade.
( In parole povere, Gesù non ha soggiornato tre giorni  e tre notti  nell’Inferno: non aveva bisogno di andarci.
 In quello ci andrà  invece certamente l’estensore di questo blog,  con la sua  miscredenza).

Il dualismo tra tra "carne e spirito" viene usato dall’apostolo Pietro  nei suoi scritti  per riferirsi al mistero della “morte-risurrezione “di Cristo:” Egli fu messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito".
 Dato che la “carne” ci parla di una condizione di fragilità e di impotenza che Gesù ha voluto assumere e vivere, Pietro aggiunge allora  subito che   : "In spirito (Cristo) andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione".
La Chiesa legge in queste parole una rappresentazione metaforica dell'estensione della presenza del Cristo crocifisso anche a coloro che erano morti prima di lui. 
La discesa agli inferi è quindi il  compimento dell'opera della salvezza.
 L'opera redentrice di Gesù  raggiunge tutti gli uomini, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, anche coloro che nella "pienezza dei tempi" giacevano già nel "regno dei morti".

Amen ,e  così sia, caro frate Antonio ( anche se per la verità mi sembra una forzatura estendere  il significato della parola  prigione al regno dei morti, ma tant’è,  la mia ignoranza è cieca  e in fatto di religione ancor di più).


Altri articoli di Religione

Home page

Nessun commento:

Posta un commento