Non ho mai capito cosa
volesse dire, recitando in chiesa il Credo,
la frase che dice che Gesù “ discese
agli inferi”
Forse che Gesù è andato per
tre giorni e tre notti ad ispezionare
l’Inferno, per vedere se tutto là
funzionava come Lui aveva detto, e cioè che
esso era come la Geenna, vale a dire un luogo
nel quale regnava il fuoco eterno a punizione dei peccatori?
Sembrandomi illogica una
tale supposizione, anche solo perché, secondo me, Gesù non aveva
bisogno di fare questa verifica, in quanto essendo Dio
già avrebbe dovuto saperlo come
stavano funzionando le cose laggiù, così
ho allora voluto approfondire l’argomento, perché mi scoccia assai pronunciare
delle frasi il cui significato non capisco
neppure lontanamente o in cui non credo.
Ho scoperto allora che
che sull’argomento esiste addirittura
una pagina del Catechismo della Chiesa cattolica, (la pag. 632), dove si dice
che “ le affermazioni del Nuovo Testamento secondo le quali Gesù “ è
risuscitato dai morti”, presuppongono che , preliminarmente alla risurrezione,
egli abbia dimorato nel soggiorno dei morti.
E' infatti questo il senso primo
che la predicazione apostolica ha dato alla discesa di Gesù agli inferi: Gesù
ha conosciuto la morte come tutti gli uomini e li ha raggiunti con la sua anima
nella dimora dei morti.
Ma egli vi è
disceso come Salvatore, proclamando la Buona novella agli spiriti che vi si trovavano
prigionieri.
Siccome il catechismo è un libro che, purtroppo, non leggo abitualmente, sono così venuto a conoscenza che Egli
addirittura l’aveva detto esplicitamente ai suoi apostoli che sarebbe andato a visitare il regno dei morti, e
difatti Matteo nel suo vangelo ci spiega che : -Gesù si era riferito alla sua
discesa nella morte quando, accennando
al profeta Giona, aveva detto: "Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio
dell'Uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra" (Mt 12,40).-
Io per la verità finora
avevo sempre creduto che con queste parole Gesù avesse semplicemente voluto
dire che egli , prima di risorgere, sarebbe
rimasto sepolto per tre giorni e
tre notti nella grotta del sepolcro, e
non che in questo frattempo se ne
sarebbe andato a visitare in spirito gli
inferi.
Ma, a sbugiardare la mia credenza, la pagina del catechismo parla chiaro e la discesa
di Gesù agli Inferi è un articolo della fede cattolica, come affermato nel Simbolo Apostolico, che dice
infatti : -"patì sotto Ponzio Pilato, fu
crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò
da morte.-
Secondo il mio buon amico Frate Antonio da Bergamo, l'espressione
in riferimento agli Inferi indica la solidarietà profonda con cui Cristo volle unirsi, attraverso il sacrificio della Croce al destino
di morte comune a tutti gli uomini, estendendo l' opera della salvezza a tutte le
generazioni passate e future.
Gli inferi,
poi, non
sono da confondere neppure lontanamente con l'Inferno, che è
la condizione definitiva del peccatore, segnata dalla sofferenza, ma stanno ad
indicare semplicemente il
soggiorno dei morti, cioè quello che l'Antico
Testamento descrive come l'ebraico sheol, il greco hádes, il latino Ade.
( In parole povere, Gesù non ha soggiornato tre giorni
e tre notti nell’Inferno: non aveva bisogno di andarci.
In quello ci andrà invece certamente l’estensore di questo blog, con la sua miscredenza).
In quello ci andrà invece certamente l’estensore di questo blog, con la sua miscredenza).
Il dualismo tra tra "carne e spirito" viene usato dall’apostolo
Pietro nei suoi scritti per riferirsi al mistero della “morte-risurrezione
“di Cristo:” Egli fu messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito".
Dato che la “carne” ci parla di una condizione di fragilità e di
impotenza che Gesù ha voluto assumere e vivere, Pietro aggiunge allora subito che :
"In spirito (Cristo) andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione".
La Chiesa legge in queste
parole una rappresentazione metaforica dell'estensione della presenza del
Cristo crocifisso anche a coloro che erano morti prima di lui.
La discesa
agli inferi è quindi il compimento dell'opera della salvezza.
L'opera
redentrice di Gesù raggiunge tutti gli
uomini, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, anche coloro che nella "pienezza dei tempi"
giacevano già nel "regno dei morti".
Amen ,e così sia, caro frate Antonio ( anche se per
la verità mi sembra una forzatura estendere il significato della parola prigione al regno dei morti, ma tant’è, la mia ignoranza è cieca e in fatto di religione ancor di più).
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