La frase di Berlusconi
:” i miei figli come ebrei sotto Hitler” ha fatto il giro del mondo.
Più che una
frase ad effetto è semplicemente una frase stupida.
E proprio per questo lo stesso Berlusconi si è
affrettato a smentirla perché l’averla semplicemente
pronunciata dimostra la deriva allarmante che ha ormai raggiunto la sua
mente sotto stress .
E questo purtroppo
già erano in molti a sospettarlo.
Quello
che fa specie però, quello che più
indigna, è il silenzio dei suoi figli, di
quelli cioè che , pur facendo affari d’’oro con le loro attività commerciali,
televisive o sportive, si sentirebbero in
realtà emarginati e sottoposti ad angherie,
ingiustizie e soprusi di ogni genere dallo Stato Italiano, cioè da tutti noi 60 milioni di cittadini che comperiamo i loro libri, vediamo i loro programmi mediatici e assistiamo alle partite della loro società
calcistica.
Oh! Con quale
goduria avrebbero voluto gli ebrei sotto
Hitler essere così discriminati.
I figli maggiorenni di Berlusconi, che rilasciano interviste ad
ogni battito di ali di una mosca, non hanno in questo caso finora ancora trovato il tempo, il modo e la volontà di dire al loro Papi che si sta sbagliando, che pensi piuttosto a sé stesso e non parli per
loro, che la Storia degli ebrei l’hanno
studiata anche loro a scuola, e non c’è paragone tra il mondo dorato in cui essi sono costretti a
vivere e la persecuzione razziale di allora.
Perché, se
non parlano, se non rettificano le
dichiarazioni di Papi, noi tutti potremmo
avere il sospetto che non solo le condizioni mentali del loro genitore sono in fase preoccupante, ma bensì anche le loro.
E
allora forza, aspettiamo le doverose smentite filiali.
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