In Italia ci sono circa
tre milioni di dipendenti pubblici (cioè coloro che lavorano negli enti locali (Regioni, Province, Comuni, Asl, Enti ospedalieri,
ecc.; i dipendenti
di aziende municipalizzate (aziende
di forniture di gas, acqua, trasporto urbano, Nettezza Urbana) e Poste Italiane
e Ferrovie.; coloro che che lavorano nelle forze
dell'ordine quindi
Esercito, Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Marina, Aeronautica,
Guardia forestale, ecc. e i ministeriali (alle dipendenze di un ministero)
quindi Insegnanti, Collaboratori scolastici, Ministero del tesoro, ecc.
Tutti costoro si vedono mensilmente detrarre dalla loro
busta paga i contributi da versare ad un Ente di assistenza.
Questi contributi che lo Stato trattiene dalla busta paga, esso
li dovrebbe versare nelle casse dell’’INPDAP,
ma da anni non risulta che lo abbia
fatto, con la conseguenza che a questo ente
sono venuti a mancare circa 30
miliardi di euro, ed è andato in tilt.
Invece di avvisare i
carabinieri per cercare di mandare in galera
chi si è arbitrariamente ed
illegalmente impossessato di tali
importi, il Parlamento ha deciso di
obbligare l’Inps a incorporare l’ Inpdap e farsi carico dei suoi debiti.
L’Inps, invece di
opporsi con tutte le proprie forze, magari attraverso le dimissioni in blocco
del suo consiglio di amministrazione e denunciare la vigliaccata cui deve obbligatoriamente sottostare, ha accettato questa imposizione e ha immesso nel suo bilancio l’ enorme buco da 30 miliardi.
Adesso, da ente qual’era
ben gestito almeno per quanto riguarda i contributi previdenziali,
deve a sua volta lanciare l’allarme : ha un debito dir 18 miliardi di euro che mette in forte dubbio l’erogazione delle pensioni
per i prossimi anni.
La conseguenza è che se
fallisce l’Inps saltano
tutte le famiglie italiane, perché è ormai dimostrato che i giovani
italiani, disoccupati e senza lavoro , senza futuro e ormai senza neppure la voglia di crearselo, da anni
stanno sopravvivendo e tirando a
campare con l’aiuto e l’ausilio della pensione dei nonni e dei loro risparmi di una vita.
Ma a quanto pare
questi ultimi stanno per terminare e se venisse pure a mancare la
pensione, assisteremmo ad un dramma
sociale e generazionale mai visto per le sue conseguenze apocalittiche.
Si cominci per tempo
allora a cercare di rimediare a una tale
ipotesi rovinosa, facendo in modo che lo Stato per primo, che esige dai suoi cittadini il rispetto delle
leggi, non evada più i contributi che
trattiene dalle busta paga dei suoi dipendenti pubblici, ma li versi, come deve, per legge, all’Inps.
(piccolo aneddoto personale)
Mio padre lavorava in
qualità di aiuto ufficiale giudiziario al Tribunale della sua città e
quando a 38 anni morì per un’infezione
da tetano, alla vedova (che aveva a carico 4 figli in età da 6 mesi
a 6 anni), non fu riconosciuto nessun importo o pensione, in
quanto Il Tribunale- cioè il luogo principe del rispetto della legge - non aveva mai versato i contributi previdenziali,
che pure tratteneva dalla busta paga di mio padre.
(fine dell’episodio-
anzi no, ché mia mamma dopo qualche mese afferrò per il collo il Presidente
del Tribunale e lo strattonò a dovere ,
rischiando pure di essere denunciata ed andare così in galera. Ma il tapino si guardò bene dal
farlo).
Una volta risanato il
buco e garantito il regolare versamento dei contributi all’Inps, si faccia una
legge con la quale vengano abolite tutte le pensioni maturate dai politici nostrani negli anni passati, e soprattutto
si metta un tetto massimo di 5.000 euro netti al mese alle pensioni che l’Inps può erogare.
Queste piccole regole
forse impediranno tragedie sociali dalle conseguenze devastanti per il nostro
popolo.
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