25 giugno 2014

60.4) Che pena quel Buffon in area avversaria!

Che pena quel Buffon in area avversaria!




Ragazzi cerchiamo di non perdere  mai il senso delle proporzioni delle cose.
In fin dei conti non si è trattato di una tragedia nazionale  ma semplicemente di una sconfitta  sportiva di 11 uomini  in mutande super pagati, super valutati,  penosi atleticamente, e super  fragili emotivamente.


Cos’ è infatti quel  buttarsi di Buffon  nell’area avversaria  nei minuti  del recupero finale, alla ricerca della giocata fortunosa  e del tiro della domenica,  se non la dimostrazione di una disperazione  interiore  data dalla consapevolezza  di una situazione di   inferiorità non solo numerica , ma anche  atletica e di risultato?

Che pena il vederlo aggirarsi sotto la porta avversaria, lasciando sguarnita la propria, alla mercé di un contropiede o di un tiro da lontano .

Non poteva esserci dimostrazione più lampante di disperazione  sportiva e di  un rendersi conto  della propria inferiorità atletica e dei propri limitati  schemi di gioco,  ed allora, visto che nelle ultime due partite non siamo stati capaci neppure di impegnare una sola volta i portieri avversari, è giusto che una nazionale di calcio così scadente sia tornata a casa, e lasci ad altri  il compito di proseguire nelle sfide  calcistiche alla ricerca dell’undici mondiale  più meritevole  o semplicemente più in forma. 


A noi italiani, però. come a tutti  i tifosi delle altre squadre di calcio eliminate,   il compito di non demoralizzarci o di farne una tragedia nazionale, ché  la mancanza di lavoro, la disoccupazione, l’incertezza sul nostro domani  economico e di quello dei nostri figli, questi sì che sono problemi ben più importanti e  oserei dire veramente tragici.

Nella vita bisogna saper perdere, e a maggior ragione quando questo avviene  per  demeriti propri o perché non si era all'altezza.
Ci si deve accettare per quel che si è,   consapevoli che  il comportarsi umilmente e civilmente non è una sconfitta,  ma semplicemente il primo passo  verso una futura vittoria.

E all’Italia, che trova scritto nel proprio inno la frase “ Dov’è la vittoria?”, certamente   in futuro  queste  soddisfazioni  atletiche non mancheranno,  se tutti sapremo  trarre  umile lezione dalla odierna sconfitta.



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