Povero Corradino
Mineo, ti hanno fatto la bua, quanto devi soffrire!
Il Mineo
faceva parte fino a ieri della Commissione Affari
Costituzionali del Senato, ma il governo lo ha
allontanato dal suo incarico
perché portava avanti delle sue idee
personali invece di quelle decise dalla maggioranza del partito.
Dice
l'art. 72. Della costituzione che ogni disegno di legge,
presentato ad una Camera venga esaminato da una commissione
e successivamente dalla Camera stessa, che lo deve approvare
articolo per articolo e con votazione finale.
Le Commissioni
Parlamentari sono
perciò organi collegiali
ristretti che rispecchiano le proporzioni numeriche
dei gruppi parlamentari, e si possono immaginare,
dunque, come piccole assemblee che riproducono “in
scala” la Camera e il Senato.
Ogni
commissione è molto importante per il buon funzionamento del
Parlamento, perché di
solito è specializzata su un ristretto
insieme di argomenti, su cui (almeno in teoria) ha maggiori
possibilità di analisi e intervento rispetto all’
insieme di tutti i parlamentari raccolti
indistintamente in aula.
La commissione analizza gli articoli dei disegni di legge, propone e vota modifiche, integrazioni e soluzioni per migliorarli prima del loro passaggio in aula.
La commissione analizza gli articoli dei disegni di legge, propone e vota modifiche, integrazioni e soluzioni per migliorarli prima del loro passaggio in aula.
La
linea che nella pratica stanno seguendo i partiti maggiori è
in sostanza quella di non
procedere alla costituzione delle Commissioni fino a
quando non ci sia un governo, così da individuare in
Parlamento la maggioranza che lo sostiene e muoversi di
conseguenza.
Agendo in questo modo le presidenze delle varie commissioni possono essere “calibrate” sulla composizione numerica della maggioranza e delle opposizioni, consentendo a tutti i partiti di essere rappresentati.
Agendo in questo modo le presidenze delle varie commissioni possono essere “calibrate” sulla composizione numerica della maggioranza e delle opposizioni, consentendo a tutti i partiti di essere rappresentati.
L’allontanamento di Corradino Mineo
dalla Commissione Affari costituzionali
del Senato che si sta occupando delle riforme, è
dovuto al fatto che il Mineo, ex
direttore di Rai News 24, da tempo manifestava la sua
contrarietà sia al
cosiddetto Italicum, la nuova legge elettorale il cui impianto
era stato concordato fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, sia alla
riforma del Senato.
Il
suo voto nella commissione Affari Costituzionali poteva essere decisivo
e questo ha influito sul suo allontanamento, in
quanto in quella commissione c’è un solo voto di
scarto tra maggioranza e opposizione, e una critica radicale come la
sua poneva l' alternativa tra il fare e il non fare le riforme.
Questa
mossa del governo non
è piaciuta a quella parte del Pd che fa capo alla minoranza
di Pippo Civati che parla di «epurazione delle idee non
ortodosse e non allineate con quelle del Capo», e
perciò tredici
senatori dissidenti si sono
autosospesi dal partito e chiedono
«chiarimenti».
La
presa di posizione dei 13 crea un bel problema per
il Pd, e non potrà essere ignorata da Renzi e dal
gruppo dirigente del partito, anche perché da un punto di
vista numerico la situazione rischia di complicarsi.
Infatti la maggioranza governativa al Senato è di 161 (il plenum è composto dai 315 membri più cinque senatori a vita); lo scorso 25 febbraio;il governo Renzi ottenne la fiducia con 169 «sì». Qualora i 13 «ribelli» decidessero di mettersi di traverso , il premier avrebbe la certezza di soli 156 voti, cinque in meno della soglia di maggioranza.
Purtroppo molti parlamentari che si rispecchiano tra le minoranze nel Pd, non hanno ancora capito che, stando al governo, il partito è il luogo di confronto delle idee, ma lì, dopo il confronto, devono necessariamente essere assunte delle decisioni
nell'interesse del Paese e perciò nelle aule parlamentari ci si deve sforzare di esprimere una posizione unica, quella della maggioranza del partito, che ha deciso la linea.
Infatti la maggioranza governativa al Senato è di 161 (il plenum è composto dai 315 membri più cinque senatori a vita); lo scorso 25 febbraio;il governo Renzi ottenne la fiducia con 169 «sì». Qualora i 13 «ribelli» decidessero di mettersi di traverso , il premier avrebbe la certezza di soli 156 voti, cinque in meno della soglia di maggioranza.
Purtroppo molti parlamentari che si rispecchiano tra le minoranze nel Pd, non hanno ancora capito che, stando al governo, il partito è il luogo di confronto delle idee, ma lì, dopo il confronto, devono necessariamente essere assunte delle decisioni
nell'interesse del Paese e perciò nelle aule parlamentari ci si deve sforzare di esprimere una posizione unica, quella della maggioranza del partito, che ha deciso la linea.
Il Mineo stesso adesso
dice che è tutto un equivoco
perché: “ Non ho mai posto un veto - ha precisato
-, io voglio una nuova legge
elettorale e la riforma del
Senato quanto Renzi.
Solo
che le vorrei migliorare un po’. È assurdo
quindi che mi si accusi e mi si
sostituisca."
Sta però il
fatto che tra di noi, nel nostro gruppo di discussione al bar
in attesa della
partita dei Mondiali, ci sembra che la
sostituzione del Mineo non sia stata altro che la conseguenza
logica e ineccepibile del suo modo
dissidente di partecipare alla
commisione Affari Costituzionali del Senato, dove egli
praticamente contrastava, avversava e
criticava la posizione del partito che egli stesso
rappresentava in quella commissione.
Assodato che non si
può sempre tenere il piede in due scarpe,
se le idee del Pd al Mineo stanno strette, bene, che
si dimetta dal partito o che
almeno non lo
rappresenti in Commissione.
Faccia le sue critiche nelle riunioni della Direzione del partito, e poi, una volta che questo abbia assunto una decisione a maggioranza, quella decisione venga da lui per primo come da da tutti gli altri rispettata e portata avanti.
Faccia le sue critiche nelle riunioni della Direzione del partito, e poi, una volta che questo abbia assunto una decisione a maggioranza, quella decisione venga da lui per primo come da da tutti gli altri rispettata e portata avanti.
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