16 ottobre 2014

94.4) Altro che bamboccioni…il vero bamboccione è chi li ha etichettati così.



Altro che bamboccioni…il vero bamboccione è chi li ha etichettati così.



Ah!, i giovani di oggi!

Per alcuni  sfaccendati, per altri lazzaroni,  per altri  bamboccioni.
Nessuna voglia di lavorare,   gli piace farsi mantenere da mamma e papà.

Quante volte si saranno sentiti dire che ai tempi  belli dell’alluvione di Firenze, i loro papà e le loro mamme avevano  fatto a gara  per  correre a salvare la città dal fango e dai detriti, e a mettere in salvo le opere d’arte dei musei fiorentini.

Invece voi, voi cosa fate?
 Ve ne state lì a menare il can per l’aia  e a far niente tutto il giorno.
Avete le mani occupate solo per   fare giochini scemi con il cellulare o con  l’Ipad o per scambiarvi messaggini e filmatini  strani  per you tube che poi quelli di Italia  1 li trasmettono nei loro telegiornali.

Eh! no, cari papà del menga che fino a ieri avete ragionato così!
Oggi i vostri figli, tutti i vostri figli che pensavate lazzaroni e  scansafatiche, oggi sono tutti  a Genova a spalare melma e detriti come  avete fatto voi, e senza guanti  e  con badili improvvisati .
Proprio come voi!

E  allora adesso basta chiamarli bamboccioni, perché ormai vi assomigliano in tutto e   se l’esperienza fiorentina  è servita a voi per    darvi la voglia  di conquistare il mondo con la vostra tenacia  e la vostra voglia di fare, così  anche oggi   le sbadilate di Genova serviranno ai vostri figli ad avere maggior coscienza di sè   e ad osare di più con più baldanza e coraggio per cambiare  in meglio questo mondo schifoso e corrotto che noi genitori  stiamo, per nostra colpa,  lasciando  a loro in eredità.

I  bamboccioni non esistono più, ovvero non sono mai esistiti, perché erano solo una generazione di giovani ancora  rinchiusa nel bozzolo, ma ora che sono diventati farfalle, chi li ferma più?

L’unico bamboccione che è esistito e che forse rimane tale  è proprio quel tale che li ha etichettati così, dimostrando di non capire niente di loro.

E allora  bravi i nostri  giovani di oggi!



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