16 gennaio 2015

13.5) Che significa il pugno del Papa?

Che significa il  pugno del Papa?



Ha fatto scalpore  il gesto del Papa che fa finta di tirare un pugno a un ipotetico    personaggio  che ha offeso sua madre,  accompagnandolo con le parole ;” E’  del tutto normale che se uno offende mia madre io gli tiri un pugno”.
Beh! Insomma,  vedere certi gesti e  sentire queste parole dal Papa non è poi così tanto normale.

Forse che con queste parole il Papa  ha di fatto abolito la prescrizione del suo fondatore Gesù Cristo, di  porgere l’altra guancia a chi ti fa un torto?

Nella nostra compagnia di amici al bar, tutti  cristiani sempliciotti e tiepidi come me,  il dubbio è venuto subito ad insinuarsi nelle nostre menti,  ed allora abbiamo approfittato dell’amicizia   che ci  lega a frate Antonio da Bergamo, anche egli  uno del gruppo,  per porgergli, senza tanti giri di parole,  questa  domanda:
  “Il gesto del pugno del Papa  autorizza d’ora in avanti i cristiani alla vendetta?”

Ed egli, altrettanto francamente ci ha risposto così:
“ Le parole del Papa ed il gesto del pugno non significano nessun superamento o abolizione della dottrina di Gesù così come ci è sempre stata tramandata dalla Chiesa.
Il Papa ha voluto semplicemente dire che se uno  fa un grande torto ad un altro, è normale che costui  abbia l’istinto di reagire, e fin qui non c’è proprio nulla di male.

Gli uomini sono esseri  viventi dal sangue caldo  e quindi il primo impulso, di fronte ad una grande ingiustizia o una grande offesa,  è quello di reagire  magari con un’ altra ingiustizia, ma  essendo essi esseri dotati di intelligenza e volontà,  non appena abbiano superato la fase dell’istinto di reazione o dell’alzata dei pugni,  essi devono mettersi a ragionare e  verificare se il torto subito  sia  poi così grande da non meritare affatto  il perdono, così come raccomanda la religione cristiana.

Quindi il Papa, con quel suo gesto e quelle sue parole, ha solo voluto dire che è normale e quasi lecito, equo, sano e salutare  aspettarsi una reazione da parte di chi  sta subendo ingiustamente un torto.
Per non indurre quindi qualcuno nella tentazione di reagire con  i pugni e con la forza, è  meglio allora astenersi dall’ imporre   grandi torti agli altri, perché i grandi torti e le grandi ingiustizie implicano in sé e per propria natura, delle grandi reazioni impulsive contrarie.

Per spiegare poi cosa si intenda per grandi torti  il Papa ha accennato a un’ offesa alla madre,  che per ognuno di noi  è  quanto di più sacro uno possa  avere nel cuore.

Perciò  non è quindi grande offesa o ingiustizia da meritare una reazione se uno ruba  trecento euro a un miliardario, mentre  lo diventa se  la stessa cifra viene trafugata  a un pensionato sociale che percepisce  500 euro al mese, perché di fatto gli si rovina la vita e forse forse lo si fa anche morire di stenti e di fame.

Quindi, in conclusione, dice il Papa,  se tu mi fai un torto, renditi almeno conto che  io avrò l’istinto innato  di reagire, e che se poi  io riuscirò  a non reagire è solo perché mi voglio comportare da cristiano e quindi da seguace di chi ha insegnato a  porgere l’altra guancia.

Ma tu non contarci  troppo  sulla mia mancata reazione, perché devi sapere che io sono un cristiano  imperfetto e un essere fragile  e peccatore, e non so se di fronte alle tue continue ingiustizie , io sarò sempre in grado di  porgerti l’altra guancia .

Basta, finito,  e quindi nessuno scandalo  per le parole del Papa, ma semmai  una  constatazione della fragilità umana e un invito  a non tirare troppo la corda   dell’ingiustizia da parte di chi si crede di tutto poter fare,  di tutto poter dire, di tutto poter scrivere., perché poi la reazione non si farà attendere.”

E bravo frate Antonio,  forza, bevi con noi,    che un goccino di quello buono  te lo sei proprio meritato !


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