Ha fatto
scalpore il gesto del Papa che fa finta
di tirare un pugno a un ipotetico personaggio che ha offeso sua madre, accompagnandolo con le parole ;” E’ del tutto normale che se uno offende mia madre
io gli tiri un pugno”.
Beh! Insomma,
vedere certi gesti e sentire queste parole dal Papa non è poi così
tanto normale.
Forse che
con queste parole il Papa ha di fatto
abolito la prescrizione del suo fondatore Gesù Cristo, di porgere l’altra guancia a chi ti fa un torto?
Nella nostra
compagnia di amici al bar, tutti cristiani sempliciotti e tiepidi come me, il dubbio è venuto subito ad insinuarsi nelle
nostre menti, ed allora abbiamo approfittato
dell’amicizia che ci lega a frate Antonio da Bergamo, anche egli uno del gruppo, per porgergli, senza tanti giri di parole, questa domanda:
“Il gesto del pugno del Papa autorizza d’ora in avanti i cristiani alla vendetta?”
“Il gesto del pugno del Papa autorizza d’ora in avanti i cristiani alla vendetta?”
Ed egli, altrettanto
francamente ci ha risposto così:
“ Le parole
del Papa ed il gesto del pugno non significano nessun superamento o abolizione
della dottrina di Gesù così come ci è sempre stata tramandata dalla Chiesa.
Il Papa ha
voluto semplicemente dire che se uno fa
un grande torto ad un altro, è normale che costui abbia l’istinto di reagire, e fin qui non c’è
proprio nulla di male.
Gli uomini
sono esseri viventi dal sangue
caldo e quindi il primo impulso, di
fronte ad una grande ingiustizia o una grande offesa, è quello di reagire magari con un’ altra ingiustizia, ma essendo essi esseri dotati di intelligenza e
volontà, non appena abbiano superato la
fase dell’istinto di reazione o dell’alzata dei pugni, essi devono mettersi a ragionare e verificare se il torto subito sia poi
così grande da non meritare affatto il perdono,
così come raccomanda la religione cristiana.
Quindi il Papa,
con quel suo gesto e quelle sue parole, ha solo voluto dire che è normale e
quasi lecito, equo, sano e salutare aspettarsi una reazione da parte di chi sta subendo ingiustamente un torto.
Per non
indurre quindi qualcuno nella tentazione di reagire con i pugni e con la forza, è meglio allora astenersi dall’ imporre grandi torti agli altri, perché i grandi torti e le grandi ingiustizie implicano
in sé e per propria natura, delle grandi reazioni impulsive contrarie.
Per spiegare
poi cosa si intenda per grandi torti il
Papa ha accennato a un’ offesa alla madre,
che per ognuno di noi è quanto di più sacro uno possa avere nel cuore.
Perciò non è quindi grande offesa o ingiustizia da meritare una reazione se
uno ruba trecento euro a un miliardario,
mentre lo diventa se la stessa cifra viene trafugata a un pensionato sociale
che percepisce 500 euro al mese, perché di
fatto gli si rovina la vita e forse forse lo si fa anche morire di stenti e di
fame.
Quindi, in
conclusione, dice il Papa, se tu mi fai un torto, renditi almeno conto che io avrò l’istinto innato di reagire, e che se poi io riuscirò a non reagire è solo perché mi voglio
comportare da cristiano e quindi da seguace di chi ha insegnato a porgere l’altra
guancia.
Ma tu non
contarci troppo sulla mia mancata reazione, perché devi
sapere che io sono un cristiano imperfetto e un essere fragile e peccatore, e
non so se di fronte alle tue continue ingiustizie , io sarò sempre in grado
di porgerti l’altra guancia .
Basta, finito, e quindi nessuno scandalo per le parole
del Papa, ma semmai una constatazione della fragilità umana e un
invito a non tirare troppo la corda dell’ingiustizia da parte di chi si crede di
tutto poter fare, di tutto poter dire,
di tutto poter scrivere., perché poi la reazione non si farà attendere.”
E bravo
frate Antonio, forza, bevi con noi, che un goccino di quello buono te lo sei proprio meritato !
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