Stiamo attenti a criticare il crollo del viadotto siciliano
: a Bergamo stiamo per fare di peggio.
“Noter de Berghem”, sta a significare dalle mie parti “ noi di Bergamo”, e si dice quando si vuole affermare la supremazia della bergamaschità sul resto delle altre provincie italiane.
Ma ultimamente in molti casi, invece della superiorità che rivendichiamo sugli altri, "noter de Berghem" forse non dovremmo
fare altro che cospargerci gli abiti di cenere, perché abbiamo fatto o stiamo facendo peggio
di loro.
Prendiamo il caso del crollo del viadotto siciliano inaugurato solo una decina di giorni fa e già
crollato.
Ai bergamaschi che col sorrisino ironico sulle labbra,
hanno commentato dicendo che certe cose accadono solo giù nel profondo Sud Italia perché lì non sanno
lavorare come si deve, è doveroso ricordare che qui da noi sei anni fa stava accadendo di
peggio.
E' noto forse quasi a tutti che la città di Bergamo si compone di due parti,
la città bassa giù nella piana popolosa e industrializzata con 125 mila abitanti, , e la città
alta o antica costruita nel
medioevo sui colli, e oggi abitata da
circa 2500 persone, per lo più
appartenenti alla ricca borghesia
milanese o al jet set internazionale.
Ai tempi medioevali dei Comuni , la Repubblica marinara di Venezia,
che estendeva il suo dominio su Bergamo, aveva
recintato per difesa questa parte di città antica con un
imponente baluardo in
muratura che ancora oggi si chiama "le
mura di Bergamo",e nella cui parte più alta
si erge la fortezza della Rocca, anch'essa a sua volta recintata da altre mura poderose, quale ultimo fronte di difesa della città
medioevale.
Gli invasori di quel periodo storico sono sempre stati intimoriti
dalla possanza di queste mura di difesa, e si
sono guardati bene dal distruggerle anche parzialmente, ammirati dalla maestosità
di tale fortificazione.
Ma i tempi sono cambiati
e all'incirca sei anni fa, l’amministrazione cittadina ha approvato la costruzione di 460 autorimesse sotterranee sotto le mura della Rocca di Bergamo, a causa delle lamentele dei facoltosi abitanti della città alta, che ponevano in risalto le difficoltà motorie dei loro autisti in livrea alla guida di Suv o Cadillac o Rolls- Royce o limousines nel trovare parcheggi liberi per le loro ingombranti vetture.
I nostri amministratori locali del tempo si sono detti: vediamo di accontentarli questi borghesastri danarosi che sono il vanto e il lustro della città, tanto più che essi avranno poi i mezzi economici per pagare tariffe mensili di parcheggio salatissime, e allora giù
a far scavare gallerie sotto la Rocca, senza neppure uno straccio di perizia geologica per accertarsi se la conformazione del terreno poteva permettere un tale scempio
ambientale, fin tanto che la Rocca si è ribellata ed ha iniziato parzialmente a franare, minacciando il crollo totale.
Apriti cielo!
Tutti a stracciarsi le vesti e a dar la colpa all'impresa appaltatrice, con il risultato che per ridurre la frana si sono dovuti iniettare nel terreno milioni e milioni di metri cubi di cemento per rimettere in sicurezza la Rocca e far fermare la frana.
Tutti a stracciarsi le vesti e a dar la colpa all'impresa appaltatrice, con il risultato che per ridurre la frana si sono dovuti iniettare nel terreno milioni e milioni di metri cubi di cemento per rimettere in sicurezza la Rocca e far fermare la frana.
Ed ora, dopo sei anni di fermo del cantiere, si vuole di
nuovo mettere mano all'opera per completarla, in quanto le lamentele dei borghesi residenti si sono fatte di
nuovo assordanti.
Il risultato sarà che questa volta la Rocca, che
già ha dato segni di
indebolimento strutturale, per ora fermato dalla installazione di una serie di micropali di cemento, se ne verrà giù bella bella di colpo tutta intera, e di quelle grandiose mura di Bergamo che i tecnici dell’Unesco
hanno definito “ patrimonio dell’umanità”, non resteranno che macerie , mentre la cinquantina di borghesastri miliardari avranno
traslocato le loro residenze a Dubai o
nel Qatar dove i loro autisti non avranno più di che lamentarsi.
Quindi i bergamaschi,
che ripetono orgogliosi, il “ noter de Berghem” , convinti di una superiorità pratica che non esiste o che non è mai esistita, dovrebbero almeno per una
volta starsene zitti quando il telegiornale
dà notizia del crollo di un viadotto in Sicilia, perché anche da noi purtroppo, se non è ancora accaduto il peggio, però siamo lì.
E quei pochi che chiedono di abbandonare l'opera e di ripristinare i luoghi com'erano prima dello scempio, forse non sono altro che dei saggi, e per una volta bisognerebbe ascoltarli.
E quei pochi che chiedono di abbandonare l'opera e di ripristinare i luoghi com'erano prima dello scempio, forse non sono altro che dei saggi, e per una volta bisognerebbe ascoltarli.
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