6 gennaio 2015

4.5) Stiamo attenti a criticare il crollo del viadotto siciliano : a Bergamo succederà di peggio.

Stiamo attenti a criticare il crollo del viadotto siciliano :  a Bergamo stiamo per fare   di peggio.



“Noter de Berghem”,  sta a significare dalle mie parti    “ noi di Bergamo”, e si dice quando  si vuole  affermare  la supremazia della  bergamaschità sul resto delle altre provincie italiane.

Ma ultimamente in molti casi,  invece della superiorità  che rivendichiamo  sugli altri, "noter de Berghem"  forse non dovremmo fare altro che cospargerci gli abiti  di cenere, perché  abbiamo fatto o stiamo  facendo  peggio di loro.

Prendiamo il caso del crollo del viadotto siciliano  inaugurato solo una decina di giorni fa e già crollato.
Ai bergamaschi che col sorrisino ironico sulle labbra, hanno  commentato   dicendo che certe cose accadono solo   giù nel  profondo Sud Italia perché lì   non sanno   lavorare  come si deve,    è doveroso ricordare che  qui da noi sei anni fa stava accadendo di peggio.

E' noto forse quasi a tutti  che  la città di Bergamo si compone di due parti, la città bassa giù nella piana  popolosa e industrializzata con  125 mila abitanti,  , e la città  alta o antica costruita  nel medioevo sui colli, e oggi  abitata da circa 2500  persone,  per lo più  appartenenti alla ricca borghesia  milanese o al jet set   internazionale.

  Ai  tempi medioevali dei Comuni , la Repubblica marinara di Venezia,   che estendeva il suo dominio su Bergamo,  aveva  recintato per difesa  questa parte di città antica    con  un  imponente baluardo  in muratura    che ancora oggi si chiama "le mura di Bergamo",e  nella  cui parte più alta si erge la fortezza della Rocca, anch'essa a sua volta   recintata da altre mura poderose,   quale ultimo fronte di difesa della città medioevale.

Gli invasori di quel periodo storico sono sempre stati  intimoriti dalla possanza  di queste mura di difesa,  e   si sono guardati bene dal distruggerle anche parzialmente,    ammirati dalla  maestosità  di tale fortificazione.

Ma i tempi sono cambiati  e  all'incirca sei anni fa,   l’amministrazione cittadina ha approvato la costruzione di 460 autorimesse  sotterranee sotto le mura della Rocca di Bergamo, a causa  delle lamentele dei facoltosi abitanti  della città alta,  che ponevano in risalto  le difficoltà motorie dei loro autisti in livrea alla guida  di Suv o Cadillac   o Rolls- Royce o limousines  nel  trovare parcheggi liberi per le loro ingombranti vetture.
 I nostri amministratori locali  del tempo  si sono detti: vediamo  di accontentarli  questi borghesastri danarosi  che sono il vanto e il lustro  della città, tanto più che essi avranno poi i mezzi economici per  pagare tariffe mensili di parcheggio salatissime,   e allora   giù a far  scavare  gallerie sotto la Rocca, senza neppure uno straccio di   perizia geologica per accertarsi   se la conformazione del terreno    poteva permettere un tale scempio ambientale, fin tanto che la Rocca si è ribellata ed ha iniziato  parzialmente  a franare, minacciando il crollo totale.

Apriti cielo! 
Tutti a stracciarsi le vesti e a dar la colpa all'impresa  appaltatrice, con il risultato che per    ridurre la frana si sono  dovuti  iniettare nel terreno milioni e milioni di metri cubi di cemento per  rimettere in sicurezza la Rocca e far fermare la frana.

Ed ora, dopo sei anni di fermo del cantiere, si vuole di nuovo mettere mano all'opera per completarla,  in quanto  le lamentele dei   borghesi residenti si sono fatte di nuovo  assordanti.

Il risultato sarà che questa volta  la Rocca, che  già ha dato segni di   indebolimento strutturale,  per ora   fermato dalla installazione di una serie di micropali di cemento, se ne verrà giù bella bella  di colpo tutta intera,   e  di quelle  grandiose mura di Bergamo  che i  tecnici dell’Unesco hanno   definito “  patrimonio dell’umanità”,  non resteranno che macerie  , mentre  la cinquantina di  borghesastri miliardari  avranno  traslocato le loro  residenze  a Dubai o  nel Qatar dove i loro autisti non avranno più di che lamentarsi.




Quindi i bergamaschi,   che ripetono orgogliosi, il “ noter de Berghem” , convinti di una superiorità pratica   che non esiste o che non è mai esistita, dovrebbero  almeno per una volta starsene zitti quando  il telegiornale dà notizia del crollo di un viadotto in Sicilia, perché anche  da noi purtroppo,   se non è ancora accaduto il  peggio, però siamo lì.

E quei pochi che chiedono di abbandonare l'opera e di ripristinare i luoghi com'erano prima dello scempio,  forse non sono altro che  dei  saggi,  e   per una volta  bisognerebbe ascoltarli.


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