10 febbraio 2015

34.5) Chi finora ha campato di rendita con Bot e CCt si rassegni: la pacchia è finita!




Chi finora ha campato di rendita  con  Bot e CCt  si rassegni: la pacchia è finita!




Ci sono persone e banche, industriali e privati ed anche Enti pubblici  che invece di   utilizzare i propri soldi per  far circolare la ricchezza e e produrre nuove attività lavorative,   si sono per anni e anni   limitati ad investirli in Bot Cct  ed altre  cianfrusaglie dei titoli di Stato del Debito Pubblico Italiano, lucrandone guadagni  per gli alti interessi .

Queste somme da capogiro, circa 2.200 miliardi di euro, tuttora investiti nel debito pubblico non sono altro che  somme improduttive per la società e per la Nazione,  e finalmente sembra  (….sembra… con le dovute cautele del caso…, perché tra il dire e il fare c'è pur sempre di mezzo il mare, e Renzi lo sa bene in quanto tra dieci promesse da lui fatte finora ne ha realizzate si e no  tre....) che il governo abbia in mente di   intervenire per  bloccarne la restituzione ai sottoscrittori, man mano che  questi titoli verranno in scadenza.

Essendosi però reso conto, al solo  ventilato annuncio di questo procedimento,  delle alte lamentele  dei possessori di titoli di Stato che   verrebbero a perdere il loro capitale  investito in modo così improduttivo per il Paese,  il governo   sta decidendo tuttavia  di mitigare la sua  imminente drastica decisione , autorizzando   la restituzione  del 10% del capitale  man mano in scadenza.

Chi ha investito in Bot, Cct e altre cianfrusaglie del Debito Pubblico, ed ha lucrato  alti tassi di interesse per anni e anni,  si sta   clamorosamente e  purtroppo per lui   dannatamente accorgendo che la pacchia è finita, che la festa sta per terminare  e  che a fronte di un investimento di 100 riceverà in restituzione  solo 10.

Da notare poi che alcuni economisti consiglieri del governo sono  insoddisfatti anche di questa soglia di rimborso in quanto avrebbero preferito che il governo desse una mazzata  definitiva al debito pubblico  non rimborsandolo  per niente, ma questa posizione ha incontrato il parere sfavorevole dello stesso Presidente del consiglio, per   temuti sommovimenti  di ordine pubblico.

Non appena sarà entrata in vigore   questa nuova legge, il debito pubblico per i suoi effetti, passerà dal 130% del Pil al 20% , cioè ad una soglia di sicurezza  che assicurerà prospettive di ripresa economica e di   certezza di  lavoro alle giovani generazioni.

Gli investitori sfegatati del debito pubblico, cioè coloro che perderanno così  il 90% dei loro  capitali investiti in  Bot, Cct e altre cianfrusaglie,  si  rassegnino:   dopo anni e anni di vacche grasse è venuto anche per loro il momento di tirare un pò la cinghia ma, dato che   probabilmente non   sono stupidi,   certamente si saranno cautelati contro questa  decisione per loro  negativa, e  non  avranno investito in titoli di Stato tutti i loro  averi, ma  semplicemente  la parte in esubero di essi.

Ed allora anch’essi, con la pace sociale ritrovata e la ripresa economica in espansione, troveranno altri modi  per investire , questa volta in modo  più  produttivo e più utile per l’intera società, i capitali che man mano  riusciranno di nuovo a mettere  da parte.

Se e quando questa legge  andrà  finalmente in vigore, allora evviva l’Italia, evviva la fine della pacchia ed evviva anche alla  riduzione definitiva del debito Pubblico, e che mai più sorgano governi che  spendano più di quello che incassano, se non per motivi  davvero  gravissimi.


vedi anche il seguente post: Una proposta taglia-debito





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