25 febbraio 2015

44.5) Esercitazioni militari e sciate invernali sul campo della Fara a Bergamo nel dopoguerra.


Nella parte alta di Bergamo,   cioè in  Città Alta, dietro la porta di san'Agostino  c'è  il complesso monastico di San’Agostino , oggi adibito ad Università, ma  nel quale  negli anni del dopoguerra e fin verso gli anni 60 c’era una caserma militare con annesso sul retro  il Distretto Militare dove  si  facevano  le visite mediche  per la leva militare.







 La caserma   ospitava   una guarnigione di soldati,  e la ex chiesa  in modo particolare  era  adibita ad officina meccanica, nella quale venivano riparati gli automezzi militari, compresi carri armati e le autoblindo.
 A riparazione eseguita, il collaudo veniva fatto sul prato antistante dove, a mezzo  di imponenti scavi , era stato ricavato  un piazzale  per le esercitazioni militari,  che  fungeva   sia  da  campo di calcio per i soldati che per i nostri giochi  di ragazzi,  ed anche  per le gare di tamburello domenicali delle squadre dei rioni di Città alta.
    
Tra la parte superiore del prato e il campo di calcio  si era  così creato un dislivello di qualche metro che fungeva da tribuna per gli spettatori,  e cioè  in genere per noi bambini del quartiere  e per qualche sfaccendato  che scendeva la via  di ritorno da una visita all'osteria dei Maggi o a quella del Migliorini di via sant'Andrea.
Con il  materiale di risulta dallo scavo  era stata creata  una " montagnetta" qualche  centinaio   di metri più in su nella via, prima dell'incrocio con la via Valverde, sulla quale noi ragazzini  del quartiere abbiamo fatto le nostre prime escursioni montanare.

Tra i nostri giochi preferiti c'era  quello di  assistere incuriositi, ammirati e divertiti  alle manovre  dei collaudi dei carri armati riparati nell'officina militare  e alle esercitazioni  a piedi che giornalmente la truppa faceva marciando  sulla strada fino alla Montagnetta e ritorno,  divisa in  plotoni di un centinaio di soldati alla volta  inquadrati in file di otto.

Un-duè,  hop -pì, ordini secchi, batter di tacchi,  dietro-front , queste marce ritmate erano il nostro divertimento quotidiano.

Quello che più ci mandava in visibilio erano le manovre dei carri armati  che in gruppi di quattro o cinque affiancati  risalivano dapprima  il prato della Fara fino  al  portichetto che immette  in via Porta Dipinta, e poi da li scendevano in picchiata   superando  con un  grande  balzo il dislivello   che separava la parte superiore  del prato  dal campetto di calcio sottostante.
Nell'affrontare il ripido dislivello di qualche metro ,  i carri armati a volte sembrava  che si catapultassero,  e invece   la bravura  di chi li guidava  lo ha sempre evitato.
Si capiva  che   i soldati stessi  si divertivano  e  facevano di tutto per farci divertire.

Ad imitazione  delle manovre  dei carri armati, mi ricordo poi che d'inverno quando nevicava, sullo stesso prato e relativo dislivello  ,  noi  bambini   scendevamo in velocità con i nostri slittini  e il divertimento era, dopo un volo per aria,  di   andare ad atterrare    senza farci male quasi in mezzo al campetto di calcio, tanta  era la foga della nostra discesa, mentre gli adulti,  chi poteva, indossava gli sci e  gareggiava con noi  sullo stesso percorso,   fin quando, qualche anno dopo,  non  fu loro concesso,  da parte del Comune,  il permesso di andare a sciare   nei campi sotto lo spalto della montagnetta e giù giù    fin quasi  allo stabilimento della Sace in  Città bassa.  


Ah, quanti  bei ricordi di gioventù!




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