Nella parte alta di Bergamo, cioè in Città Alta, dietro la porta di san'Agostino c'è il complesso monastico di San’Agostino , oggi adibito ad Università, ma nel quale negli anni del dopoguerra e fin verso gli anni 60 c’era una caserma militare con annesso sul retro il Distretto Militare dove si facevano le visite mediche per la leva militare.
A riparazione eseguita, il collaudo veniva fatto sul prato antistante dove, a mezzo di imponenti scavi , era stato ricavato un piazzale per le esercitazioni militari, che fungeva sia da campo di calcio per i soldati che per i nostri giochi di ragazzi, ed anche per le gare di tamburello domenicali delle squadre dei rioni di Città alta.
Tra la parte superiore del prato e il campo di calcio si era così creato un dislivello di qualche metro che fungeva da tribuna per gli spettatori, e cioè in genere per noi bambini del quartiere e per qualche sfaccendato che scendeva la via di ritorno da una visita all'osteria dei Maggi o a quella del Migliorini di via sant'Andrea.
Con il materiale di risulta dallo scavo era stata creata una " montagnetta" qualche centinaio di metri più in su nella via, prima dell'incrocio con la via Valverde, sulla quale noi ragazzini del quartiere abbiamo fatto le nostre prime escursioni montanare.
Tra i nostri giochi preferiti c'era quello di assistere incuriositi, ammirati e divertiti alle manovre dei collaudi dei carri armati riparati nell'officina militare e alle esercitazioni a piedi che giornalmente la truppa faceva marciando sulla strada fino alla Montagnetta e ritorno, divisa in plotoni di un centinaio di soldati alla volta inquadrati in file di otto.
Un-duè, hop -pì, ordini secchi, batter di tacchi, dietro-front , queste marce ritmate erano il nostro divertimento quotidiano.
Quello che più ci mandava in visibilio erano le manovre dei carri armati che in gruppi di quattro o cinque affiancati risalivano dapprima il prato della Fara fino al portichetto che immette in via Porta Dipinta, e poi da li scendevano in picchiata superando con un grande balzo il dislivello che separava la parte superiore del prato dal campetto di calcio sottostante.
Nell'affrontare il ripido dislivello di qualche metro , i carri armati a volte sembrava che si catapultassero, e invece la bravura di chi li guidava lo ha sempre evitato.
Si capiva che i soldati stessi si divertivano e facevano di tutto per farci divertire.
Ad imitazione delle manovre dei carri armati, mi ricordo poi che d'inverno quando nevicava, sullo stesso prato e relativo dislivello , noi bambini scendevamo in velocità con i nostri slittini e il divertimento era, dopo un volo per aria, di andare ad atterrare senza farci male quasi in mezzo al campetto di calcio, tanta era la foga della nostra discesa, mentre gli adulti, chi poteva, indossava gli sci e gareggiava con noi sullo stesso percorso, fin quando, qualche anno dopo, non fu loro concesso, da parte del Comune, il permesso di andare a sciare nei campi sotto lo spalto della montagnetta e giù giù fin quasi allo stabilimento della Sace in Città bassa.
Ah, quanti bei ricordi di gioventù!
Ad imitazione delle manovre dei carri armati, mi ricordo poi che d'inverno quando nevicava, sullo stesso prato e relativo dislivello , noi bambini scendevamo in velocità con i nostri slittini e il divertimento era, dopo un volo per aria, di andare ad atterrare senza farci male quasi in mezzo al campetto di calcio, tanta era la foga della nostra discesa, mentre gli adulti, chi poteva, indossava gli sci e gareggiava con noi sullo stesso percorso, fin quando, qualche anno dopo, non fu loro concesso, da parte del Comune, il permesso di andare a sciare nei campi sotto lo spalto della montagnetta e giù giù fin quasi allo stabilimento della Sace in Città bassa.
Ah, quanti bei ricordi di gioventù!
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