28 aprile 2015

70.5) In Italia si pensava che la nostra giustizia facesse ridere i polli, e invece...

In Italia si pensava che la nostra giustizia facesse ridere i polli, e invece ...


Invece c’è una nazione che ci supera  in lentezza e idiozia della magistratura,  ed è l’India.
Infatti  ancora  oggi, la corte suprema ha rinviato al prossimo primo luglio ( ed è già  almeno  la duecentesima  volta che lo fa) , l’esame della vicenda dei due marò italiani   colà detenuti.

Noi italiani non siamo più quindi i campioni mondiali di lentezza  magistraturocratica, anche se  facciamo di tutto per riprenderci il titolo.

Ad esempio, si sta decidendo  soltanto  in questi giorni  se fare o meno  il processo contro Massimo Bossetti che è già in carcere da un anno, con l’accusa  di essere l’omicida  di Yara Gambirasio.

Oh! Ma che velocità! Cos'è tutta questa fretta?
Il tapino già da un anno è privo di libertà, privo degli affetti familiari,  e affiancato in cella da detenuti spioni pronti a riferire alle autorità del carcere ogni sua pur piccola e inconsapevole frase  pronunciata durante il sonno, eppure  solo adesso si sta decidendo se sottoporlo o meno a processo.

Ah! si vede che le prove a suo carico sono veramente  schiaccianti!

Con tutta questa lentezza nel prendere le decisioni  la magistratura sembra nutrire  dei  seri dubbi  sull'efficacia delle sue  stesse indagini.

I magistrati   sembrano infatti   in attesa che gli auspicati nuovi progressi della scienza  chiariscano in modo certo e sicuro  il ruolo e l’importanza di quella traccia volatile di Dna che incastrerebbe il Bossetti  in modo definitivo e nel frattempo, nell'incertezza,  non si fanno remore nel continuare a privare il tapino  della libertà personale e degli affetti familiari chissà per quanti anni ancora.

Comoda per loro  la vita, tra un rinvio e l’altro della decisione definitiva, in attesa dei nuovi sviluppi scientifici,  ma si mettessero ogni tanto nei panni di quel povero Cristo che continua a proclamarsi innocente,mentre è  accusato di nefandezze tali  da spararsi .

Così come i giudici indiani  dovrebbero mettersi ogni tanto nei panni di quei due marò, trattenuti in carcere in un Paese straniero e lontani dai loro affetti familiari, perché colpevoli solamente di aver obbedito agli ordini dei loro superiori militari. 





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1 commento:

  1. Se siamo arrivati al punto di fare paragoni della nostra giustizia con quella dell'India, siamo messi veramente male. Nel nostro paese la stessa ci perviene dal mondo greco-romano (Giustizia "Iustitia" era una divinità della mitologia romana personificazione della Giustizia), noi l'abbiamo insegnata al mondo con l'aiuto della religione cristiana ed ora siamo agli ultimi posti. Il problema sono le persone, sono loro che la applicano, in Italia il problema è proprio questo, non ultimo lo sport nazionale è diventato mettere in discussione tutto e dire il contrario di tutto, anche quello che una persona con un minimo di raziocinio ritienga possa essere cosa giusta.

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