21 giugno 2015

93.5) La Grecia sta fallendo e l’Italia la seguirà: c’è da preoccuparsi? Chi ci rimette e chi ci guadagna?


La Grecia sta fallendo e  l’Italia la  seguirà:
c’è da preoccuparsi? Chi ci rimette  e chi ci guadagna?


Oggi come oggi  una nazione, la Grecia,  e più tardi anche l’Italia,  non hanno più la possibilità economica  di rimborsare chi  ha conferito loro  del  denaro in prestito sapendo di correre  il rischio di perderlo.
Poiché il presupposto di chi ha investito in Bot o in titoli del debito pubblico di una nazione  era  quello di correre volutamente  il rischio di non vederselo più rimborsare, e però gli alti interessi e la durata della  sottoscrizione  compensavano ampiamente  il rischio default, chi  dunque  ha conferito denaro allo Stato sottoscrivendo Bot  o CCt, adesso che lo Stato non è più in grado di rimborsare l’ammontare del debito pubblico, non può fare altro che meditare sul significato del  suo impiego di denaro.
Il ragionamento da fare è questo:
Noi abbiamo conferito del denaro e questo denaro noi siamo  stati pronti a rischiarlo.
Il rischio è   stato volutamente corso  perché sembrava impossibile a verificarsi, ma ora purtroppo per noi   è divenuto realtà.
Noi tutti,  piccoli e grandi risparmiatori,  privati o gestori  di industrie nazionali o facenti parte di   gruppi internazionali, banche ed  assicurazioni  e  chi  addietro aveva  investito, oggi perderemo tutto.

Sia fatta la volontà di Dio, e d'altronde era ed è sempre stato un lucroso affare quello di investire  in titoli   di Stato   il proprio denaro sapendo che esso  fruttava interessi  esentasse a più non posso   ed  essendo quasi certi che  sarebbe probabilmente stato al riparo  da ogni  rischio di mancato rimborso perché gli Stati  ben difficilmente  falliscono.
Ma questa volta la pacchia è finita in quanto  nella percezione complessiva della società moderna ci si è accorti che era ingiusto caricare sulle spalle delle future generazioni  il nostro  vivere al di sopra delle possibilità economiche che ci competevano, anche se la scusa era quella che stavamo preparando loro un futuro più roseo  al riparo da ogni sventura o ciclo economico negativo.

E  siamo addirittura  arrivati  al punto che in Italia ogni  nuovo nato si trova ad avere sul gobbone un debito  di 33 mila euro che  probabilmente non riuscirà mai più nella vita a  rimborsare.
Tra l’altro  è un debito che non ha fatto lui, e che quindi non è per niente tenuto  a rimborsare.

E quindi lo Stato Italia si troverà ben presto a dichiarare  la propria incapacità di  restituire l'ammontare del debito pubblico, scaricando sugli investitori la propria l'insolvenza  e facendo loro perdere tutto il capitale investito.   

L’unica  cosa che rattrista, a fronte del prossimo  default dell'Italia,  è  la sorte dei poveri piccoli risparmiatori che vivono soltanto del loro denaro!
Che ne sarà di loro?

A questi, e solo a questi,  uno  Stato che dichiari il proprio fallimento economico  deve badare, cioè deve cercare di rimborsare il capitale sottoscritto, mentre alle lamentele e lagnanze  di tutte le altre categorie di sottoscrittori è bene  che non ci faccia caso, perché in poco tempo costoro saranno in grado di rifarsi aumentando  i prezzi dei loro prodotti o o le commissioni dei loro  servizi.

 Tuttavia anche  se dovessero  effettivamente rimetterci parte dl loro capitale, anche  nessuno  dei  piccoli risparmiatori sottoscrittori di Bot o CCt  si  dovrebbe comunque angustiare  per la sua parte di perdita perché  il suo sacrificio economico viene consumato nell'interesse della Nazione e della Patria.

Eh si, di fronte al fallimento  di uno Stato, coloro   che  più hanno avuto  dalla buona sorte devono, anche se loro malgrado, regalare alla società  un po’ del  loro denaro.

Poi passeranno  i giorni,  e finalmente  liberi dal rimborso  di un debito pubblico   immane  che schiacciava ogni possibilità di ripresa e di futuro, anche  i disoccupati, e gli indigenti potranno tornare a vivere e sperare in un  futuro migliore .

Finalmente poi,  una volta fallita e  svanito pur tra le lacrime l’obbligo del rimborso del Debito Pubblico, la Nazione Italia  non dovrà far altro che  mettere a profitto l’accaduto  facendo in modo che mai più per l’avvenire  si possa spendere più di quanto incassato,  mediante una vera attuazione  della  revisione della spesa pubblica secondo la quale   qualsiasi servitore dello Stato, dal più umile   cittadino, ai politici , agli amministratori comunali, regionali e di governo,  dai giudici ai generali fino alle più alte cariche dello Stato compreso il Presidente della Repubblica, non possa ricevere  in  busta paga  un importo  superiore ai  cinquemila euro netti.

Che se poi non gli va bene,   nessuno di loro è obbligato a lavorare per lo Stato e di liberi mestieri, dall'ippica  al ciarlatano   son piene le fosse e qualcosa da fare adatto a loro  troveranno.




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