28 luglio 2015

94.5) La “violenza” di zio Michele




La “violenza” di zio Michele




C’è un povero disgraziato  di un uomo, Michele Misseri, detto lo zio, cui cinque anni fa qualcuno ha ucciso  la nipote  Sarah Scazzi e ne ha gettato il cadavere in un pozzo in mezzo alla campagna.

E c’è stato sin da subito il sospetto che  il delitto sia avvenuto dentro le mura di casa sua e per questo egli stesso sin dall'inizio si è dichiarato essere l’esecutore materiale del delitto addossandosene  tutte le colpe.

Ma le indagini hanno appurato senza ombra di dubbio che egli mentiva per coprire  qualcun altro.
 E questo qualcun altro  si è rivelato essere niente meno che    la sua  figlia maggiore Sabrina e  addirittura  la sua  stessa moglie Cosima.

Immaginatevi il travaglio interiore di questo poveruomo,  con i suoi   due familiari più  intimi accusati di  assassinio della  nipote, e con  le telecamere  delle Tv private e nazionali dentro e fuori casa, giorno e notte, per anni e anni.

Sempre controllato nei gesti  e misurato nei suoi comportamenti  è sempre  lì a  ribadire la SUA verità,  che cioè il vero assassino è  sempre stato lui, per cercare di  tenere fuori dal carcere sia la moglie che la figlia.
Egli è disposto ad addossarsi ogni responsabilità  e a pagare fino in fondo le terribili conseguenze delle sue  dichiarazioni pur di salvare il resto  della sua disgraziata  famiglia.

E succede che ieri, il tribunale, dopo tre giorni di  Camera di consiglio  ribadisca per la seconda volta  la condanna all'ergastolo per Cosima e Sabrina, ed ecco che casa sua è di nuovo circondata  dall'assedio asfissiante dei giornalisti, per carpire da Lui  una sua pur  minima  dichiarazione .

E che  volete che dica questo povero disgraziato  di un  povero Cristo?

Egli con la morte nel cuore e con i giornalisti tra i piedi,  se ne va tuttavia in mattinata  a lavorare nei suoi campi, a badare  agli animali della  fattoria e infine, stremato dal caldo e dalla fatica,   se ne torna a casa per mangiare un boccone.

Giunto sulla porta di casa sua , mentre sta infilando la  chiave nella  serratura , un nugolo di giornalisti lo assale  e pretende da lui  qualche dichiarazione.
Ed allora egli, oltremodo infastidito dalla petulanza di una giornalista   che gli schiaffa il microfono davanti alla bocca e gli impedisce di entrare in pace dentro casa, ha finalmente, e dico finalmente, un piccolo moto di stizza e  con la mano allontana da sé la giornalista sgarbata,  petulante ed invadente.

Apriti cielo!
Questa  cretinetti di una  giornalista  si mette a   sbraitare nel microfono : " ma perché questa violenza,  Michele? ", non rendendosi  neppure conto che invece la violenza la sta usando lei nei  confronti di lui, in una duplice maniera; prima di tutto perché gli sta impedendo di  entrare  in casa  sua e poi perché gli sta  dando chissà perché del Tu, come se egli fosse un suo amico di vecchia data.

Ma quale violenza  dico io,  a questa stronzetta,  se fossi stato  io nei panni di zio Michele ,  io le  avrei sbattuto il microfono in testa  e l’avrei  allontanata da me  con una bella spinta sino a  farla cadere  a gambe all'aria in mezzo alla strada lei, e la sua telecamera e il suo microfono del cavolo.

Perché a una che con il microfono in mano, davanti alla porta di casa tua impedendoti di entrare, ti viene  a chiedere  cosa ne pensi della  seconda sentenza di condanna   di tua  figlia e di tua moglie all'ergastolo, che cosa  vuoi rispondere?
Che si, che va tutto bene, che oh mio Dio come sono contento per questa sentenza ?

Cosa le chiedono  a fare certe  cose?
Ma certi giornalisti  si  renderanno mai conto dell’imbecillità di certi loro comportamenti e di certe loro domande?
Per me  essi sono  così tanto cretinetti ed imbranati che non se ne rendono conto,  e poi al telegiornale  ti fanno passare la spintarella di fastidio di un poveruomo come “Violenza”.
“Ma che fa,  Michele,  perché questa violenza?”

Prova un pò ad indovinarlo da sola  il perché, o stupidina di una
giornalista da strapazzo che non sei altro, assieme al tuo direttore
di giornale  o telegiornale che ti manda in giro a fare certe stupide domande.



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