4 settembre 2015

97.5) Il posto dove devono andare i rifugiati è nei Paesi petroliferi vicini all' Africa, non in Europa, in uno Stato creato apposta per loro. Governanti di tutto il mondo: la vogliamo capire?


Il posto dove devono andare i rifugiati è nei  Paesi petroliferi vicini all' Africa, non in Europa, in uno Stato creato apposta per loro.
Governanti di tutto il mondo: la vogliamo capire?

Come sarà, come avverrà che sarà fondato nei Paesi del Golfo  il nuovo  Stato per i rifugiati che fuggono da guerre, pestilenze, fame e carestie.

Negli Stati  dell’Africa settentrionale  sono  ormai milioni le persone che  cercano o attendono il momento più propizio per scappare dalla loro  miserabile vita e   potersi dirigere  verso l’Unione Europea attraversando   il canale di Sicilia su  barconi carretta o  cercando vie di fuga attraverso la Grecia  su camion Tir diretti verso gli ex Paesi socialisti europei  quali, Ungheria, Polonia, Slovacchia, etc.
Le destinazioni preferire da questi popoli in fuga sono essenzialmente la Germania e la Gran Bretagna, cioè verso le  attuali economie ancora al riparo dalla crisi economica e  in grado di attirare mano d’opera generica.
Però si è ormai constatato che  per l’Europa riuscire ad accettare  ed assorbire questi flussi migratori così  rilevanti è fonte di problemi e di malumori  tra gli stessi Stati dell’Unione,   anche perché si tratta essenzialmente di  immettere nel proprio tessuto sociale  delle  folle di persone  con  abitudini, usi e costumi  , religione  e  modo di intendere la  socialità  completamente   diverse dalle nostre  e in grado di sconvolgere in poco tempo  il tranquillo tran tran   di una società millenaria ormai consolidata.
Queste persone, sono sicuramente più affini   per mentalità , usi, costumi e religione a quanto praticato nei Paesi del Golfo Persico e lì sarebbe più logico che venissero fatte convogliare, anche per non sradicarle del tutto dai loro  territori di origine e dalle loro abitudini e mentalità.
Questi Paesi ( Arabia, Kuwait, Baharain, Oman, Qatar e Yemen etc. ), dove   sono disponibili   immensi   spazi territoriali,  e dove la benedizione della natura   ha  fatto in modo che le ricchezze  del sottosuolo fossero a portata di mano solo che le si voglia raccogliere, e che  fossero disponibili grandi giacimenti di petrolio,   fonte di  spropositata ricchezza  per i pochi che se ne sono approfittati anche con metodi illegali,  sono però finora stati governati  dispoticamente  da qualche Emiro, Sultano o Pascià che dir si voglia, che hanno favorito
semplicemente i loro interessi privati o quelli dei loro clan familiari. e tenuto nel più assoluto e retrogrado  medioevo i loro sudditi.
A detta di molti economisti e politologi mondiali, è ormai giunta l’ora che  questi regimi dittatoriali del Golfo Persico  vengano scacciati   anche in modo violento con rivoluzioni interne oppure con l’ intervento armato  delle Nazioni Unite,  e  che i  loro territori vengano al più presto messi a disposizione dei milioni di disperati che  sono alla ricerca di una  loro terra promessa.
Ed è proprio in questi Paesi dove gli  usi,  le consuetudini, e i motivi religiosi ed etnici sono affini a quelli dei disperati in fuga  che  l'opinione pubblica chiede  di traferire   queste immani masse di rifugiati   che purtroppo l’Europa non è in grado di contenere,  e se  per ottenere questo  l’Onu dovrà utilizzare la forza delle armi per  togliere dai troni chi immeritatamente  attualmente li occupa,  tutto questo,  ebbene ben venga .
Il fine principale è di trovare una nuova Patria a questi milioni di disperatati, e lì la Patria l’avranno, e impareranno ad amarla  , facendo in modo di integrare in un solo popolo   tutte le etnie di rifugiati che  chiederanno lì asilo politico e cittadinanza.
d'altronde, non è forse  stato così che  la comunità internazionale   fece nascere lo Stato di Israele, nel 1948?
Un pò di storia  ci aiuterà a capire come fu che avvenne che fu creato lo stato di  Israele.
Si fecero convogliare  gli ebrei sparsi nel mondo che volevano ed erano desiderosi di riunirsi sotto un'unica bandiera, in una zona  ben delimitata sulla cartina geografica,   si diedero  a questo territorio dei confini  e  si decise di chiamarlo stato di Israele.
Fa niente se in questo modo  si invadevano i   territori abitati dai palestinesi: era più importante riunire sotto un’ unica bandiera   tutti gli ebrei del mondo  che avessero voluto stabilirsi   laggiù,  anche per rimediare ai torti fatti alla loro etnia prima e durante la seconda guerra mondiale.
E’ la storia della creazione dello stato di Israele, uno Stato che fino al 1948 non esisteva e che da allora, attraverso difficili rapporti con gli ex abitanti di quella terra, ormai  è riconosciuto  da tutti gli stati.

Una cosa simile  si dovrebbe poter  fare  anche oggi  per riunire sotto un'unica bandiera e un unico Stato tutti  quei flussi migratori che  dall'Africa  superiore stanno  cercando di travasarsi in Europa per sfuggire a fame, sete , miseria e guerre, e che  sono accomunati  in genere dalla stessa  fede religiosa e da  una concezione della vita, dello Stato e della convivenza civile improntati a precetti islamici  che gli europei non sono ancora attualmente in grado di accettare senza sconvolgere  le loro usanze  civili ed economiche.
Il territorio più adatto per la fondazione di questo nuovo stato dei disperati è certamente quello dei Paesi arabi e del Golfo, i quali finora, pur  straricchi di risorse naturali,  poco o niente hanno  fatto per  aiutare questa massa di sventurati.
Si dice che Bin Laden  l’ispiratore dell’attentato alle Torri gemelle di New York, possedesse tali e tante di quelle ricchezze e di quelle rendite economiche, che, se invece di finanziare il terrorismo internazionale,  le avesse  investite in  ospedali, ricerca medica e pozzi d’acqua, oggi l’Africa intera avrebbe già debellato  fame  malattie e sete.
Ed è proprio lì, nei Paesi arabi dove maggiori sono sempre state le ingiustizie sociali e le diseguaglianze  tra la ricchezza sfrenata e senza senso di pochi e la fame e sete e malattie e miseria dei molti,  e dove si sono quindi sempre sprecate le risorse  naturali che questa  terra che pare benedetta dalla natura per il ben di Dio che offre ai suoi, ebbene è proprio lì che, quasi a riparazione della disperazione che governanti incapaci  e ingordi  hanno distribuito a piene mani alla loro popolazioni, che va costituito  il nuovo Stato  dei disperati , quasi novello Eden di felicità finalmente conquistata.
E poco male se   salteranno   le teste  dei vari emiri, califfi, sultani e  roba simile  che hanno affamato da sempre i loro popoli: sarà soltanto e finalmente  un atto di giustizia e di riparazione.

La testa di pochi per la vita dei molti: Oh! giustizia, giustizia,  è  proprio così che si fa!
La rivoluzione francese con le sue teste saltate è stata l'inizio della civiltà per i popoli europei e  il rovesciamento dai troni  arabo-africani  di personaggi ingordi e stupidi  lo sarà per il continente africano.

Perché è proprio lì, su questi territori,  che il buon senso vuole che venga costituito e stabilito il nuovo Stato della emarginazione sociale ( lo chiameremo il  "Refugium State"), cioè proprio lì dove le dinastie di Arabia saudita, Emirati, Qatar, Kuwait etc. possiedono i loro capitali economici e le loro sfrenate ricchezze che a volte fanno addirittura fatica a spendere tanto sono  immense.

La galassia di regni, sultanati, emirati e sceiccati diventati ricchissimi grazie ai proventi del petrolio, se solo lo volesse,  potrebbe intervenire già da oggi e pacificamente,  sia sul pianto umanitario che su quello economico,  attirando nei suoi Paesi  le masse di emarginati  in fuga, prima ancora di aspettare che queste popolazioni  facciano la sacrosanta rivoluzione ed ancor prima  del  probabile ed auspicabile intervento armato dell'Onu per dare una Patria a tutti questi sbandati, come ormai reclama la pubblica opinione mondiale.

Il posto dove devono andare i rifugiati è  quindi in Africa, non in Europa, in uno Stato creato apposta per loro  e in un territorio dove finora chi era al potere  si è sempre approfittato delle masse popolari.

Governanti di tutto il mondo: la vogliamo capire?


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